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- Avanti.- disse 113.

Mentre Jack tirava pugni, lei lo guardava con espressione vuota.

- Ancora 200 da ognuna delle due parti. Avrei detto minimo 250, ma non li tiri male.- disse, girandogli intorno.

- D-Davvero?- chiese lui, balbettando per la collisione del suo pugno contro il sacco.

- La posizione l'hai imparata subito.
E i pugni li tiri nel modo giusto.
Forse dovresti aumentare la forza, ma per il resto stai andando bene.- continuó la ragazzina, con tono fermo e calmo, allontanandosi.

- Dove vai?- chiese lui.

- Non avrai mica paura di rimanere da solo. 113 ti faceva più coraggioso.- disse ironicamente lei, ma senza abbozzare il sorriso che Jack avrebbe voluto vederle sulle labbra.

Jack sorrise.

- Per niente.- rispose.

113 uscí dalla porta, portando con sé uno zainetto rosso, rovinato.

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- Come stai, Camille?- chiese 113, una volta raggiunta la piccola stanza in cui la bambina si trovava.

- Bene.- disse, mostrando la casetta multicolore piuttosto elaborata che aveva appena costruito con dei mattoncini giocattolo.

- Hai fame?-

- No grazie. Sto bene.- sorrise la bambina.

- Sete?-

Camille stette zitta un po'.

- Forse un pochino.- scoppiò a ridere.

113 sospettava che Camille avesse potuto aver bisogno di qualcosa.

Qualcosa, che ovviamente si era portata con sè.

Estrasse una bottiglietta d'acqua porgendola a Camille, ma solo dopo averla aperta.

- Grazie.- disse la bambina.

- Hai lasciato Jack solo?- continuó, spalancando i suoi occhioni nocciola, dopo aver bevuto.

- Si.-

- E come va? È bravo?-

- A dire la verità, 113 non si aspettava una cosa del genere. È molto bravo Jack, sai?-

- Tira bene i pugni?-

- Meglio di quanto 113 si aspettasse.-

- E i calci?-

- Su quello ci deve lavorare.-

Camille sorrise, tornando a costruire la casetta, aggiungendo una finestra rettangolare.

113 si accucciò verso di lei.

- Ti piace costruire con i mattoncini?- chiese, accarezzandole i capelli e passandole un mattoncino, giallo, un po' più lontano degli altri, che Camille cercava di raggiungere senza spostarsi dalla sua posizione a gambe incrociate.

- Si.- annuì energicamente Camille, scuotendo la sua folta chioma di boccoli.

- Non ci giocavo spesso all'orfanotrofio.- disse, guardando 113.

- Non c'erano neanche tanti mattoncini lì. I pochi che c'erano erano di forme strane e che non si potevano mettere insieme. Non ti lasciavano costruire nulla.- continuó, tornando a guardare la casetta, da cui ora si era staccato il camino, marrone.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora