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Così aveva fatto, sbigottito dalle parole della ragazzina.

Non era stato difficile trovare 168.
Uscendo, lo aveva intravisto camminare, e si era avvicinato.

Gli sembrava pensieroso.
Forse arrabbiato.

Gli dava le spalle, camminando velocemente per l'accampamento, che sembrava ancora deserto, senza ombra di altre persone.

Il ragazzo, quando avevano iniziato a parlare, lo aveva guardato con uno strano sguardo.

Jack aveva cercato di spiegarsi al meglio che poteva, e quando aveva detto a 168 che avrebbe fatto il soldato, il ragazzo lo aveva guardato in modo ancora più strano.

Jack non capiva cosa volesse dire quello sguardo.

Sembrava un misto tra rabbia, rimprovero, forse anche un po' di gelosia.

Jack però escluse queste ipotesi.

Perché 168 avrebbe dovuto provare quelle emozioni per lui?
Che gli aveva fatto Jack?

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- Ed eccoci arrivati.- la voce di 168, con tono scocciato, ruppe il silenzio che era calato tra loro.

Si sentì il rumore della serratura che veniva sbloccata, poi, il cigolio della vecchia porta (in alcune parti arrugginita) che si apriva.

- Benvenuto nel magazzino dei vestiti.- continuó il ragazzo dai capelli ciliegia, svogliatamente.

Jack entrò, ritrovandosi davanti una quantità industriale di stoffa.

Ovunque si trovavano vestiti, accessori stravaganti, scarpe, guanti, cappelli e mille altre cose che Jack vedeva immerse tra loro.

I vestiti erano appesi su appendini, a loro volta appesi a sbarre di metallo colorate attaccate al muro, oppure erano accatastati e ammucchiati tra loro, a terra, o su strani ripiani o mobili.

Tutto era colorato.
Poche cose erano bianche, o nere, o grigie.

- Scegli i vestiti per la giornata e i vestiti per gli allenamenti.- disse senza un filo di emozione 168, guardando il soffitto.

- Vestiti per gli allenamenti...?- chiese Jack.

Certo, se lo aspettava.
Fare il soldato per la Resistenza senza avere un minimo di preparazione basilare sulle armi o la difesa, era ovvio che per lui significasse morte imminente.

Semplicemente non capiva quali vestiti avrebbe dovuto usare.
Sembravano tutti uguali, tra loro, confusi com'erano.

- Qualsiasi cosa della tua taglia va bene per fare allenamenti.
Basta non abbia maniche lunghe o non sia troppo pesante.
Sai, ci saranno cose difficili da fare all'allenamento.- disse.

L'ultima frase aveva un tono strano.
Intimidatorio era la parola giusta.

Stava cercando di spaventarlo?

L'impressione che ebbe Jack fu che stesse cercando di dissuaderlo dal fare il soldato, indirettamente.

Ma non sembrava stesse cercando di convincerlo a non fare il soldato per il suo bene, dal suo tono.
Sembrava più un tono scocciato, e l'intimidazione era un visibile tentativo di cercare di levarselo dai piedi.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora