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Jack era rimasto profondamente scioccato dalla "chiaccherata" con Brian.

La voce del biondo era stata un sottile strato di sussurri, tanto lievi e stanchi, angosciati, leggeri ma allo stesso tempo pesanti come poche cose, da parere essere stati detti da un manichino.

Jack se lo immaginava nitidamente, un manichino così.

Doveva essere dotato di meno articolazioni di quelli da Crash Test, e doveva essere certamente più snello, magro, senza volto, e dal colore tendente più all'avorio leggermente rosato, che al bianco.

Non doveva stare in piedi, un manichino così.
Doveva essere articolato, ma senza sicurezze, senza resistenza nelle sue giunzioni.
Doveva essere come un corpo vero.
Doveva essere leggero, articolato, ma se preso in braccio, cadeva come un corpo morto o addormentato, come se fosse stato portato lì, tra le braccia di chi lo teneva, nel sonno più profondo.

Jack non avdva mai visto manichini simili, ma appena aveva ricollegato Brian ad uno di essi, una loro descrizione dettagliata e quasi sensibile sulla pelle, gli si era formata in testa da sola.

Jack aveva anche pensato come potessero profumare vagamente di legno levigato, cerato, nonostante non ne fossero costituiti.

La sua voce a tratti si era rotta, interrotta come una strada piena di vuoti o come una comunicazione morente, dalla poca recezione, una richiesta d'aiuto mandata senza certezze sul destinatario, tranquilla ma urlante, disperata al suo interno.

Jack era rabbrividito.

Brian gli aveva chiesto cosa non andasse.
Brian ricordava gli svenimenti di Jack.

Brian si era sempre preoccupato per lui.
Jack doveva preoccuparsi per lui?

Brian aveva sempre mantenuto il suo segreto sulle cicatrici.
Jack doveva curarsi di non infrangere la loro amicizia.

Brian aveva cercato di aiutare Jack, come poteva. Gli aveva dato uno dei suoi libri, attenzione e la sua parola, oltre che il suo tempo e la sua disponibilità, timida e riservata, ma allo stesso tempo, aperta ad aiutarlo.

Era ora che Jack cercasse di aiutare lui.

Aveva detto che andava tutto bene, ma che piuttosto, quello che sembrava stare male era lui.

Brian aveva ripetuto di nuovo quelle poche parole, probabilmente la sua scusa più plausibile.

"Sono solo stanco."
Per lui, però, quella era la verità.

Non si rendeva neanche conto della gravità della situazione.

Non capiva quanto grave la sua situazione fosse.

Non vedeva il suo corpo sottile.
Aveva perso peso, ma non credeva fosse rilevante.

Non vedeva le sue occhiaie.
Stava sveglio perché faceva qualcosa che gli piaceva, no?
Stava sveglio perché se avesse dormito, avrebbe sognato numeri, o colpi di pistola, o la milza che gli pulsava di dolore durante la sua corsa disperata, la fuga dolorosa dalla sua realtà straziante.

Non vedeva i suoi capelli più lunghi e poco curati.
Si lavava, certo, ma a che gli serviva pettinarsi o prendersi del tempo per tagliarsi i capelli?
Poteva fare cose migliori.

Non vedeva come fosse stanco.
Lavorava tutto il giorno, ma non gli importava.
Vivere in mezzo a quegli scaffali, respirare l'odore dei libri era ciò che preferiva fare in assoluto, nella quiete più completa, che quasi i suoi ricordi non volevano infrangere.

Non vedeva di starsi uccidendo.

Pensava realmente di poter andare avanti così?
Credeva realmente che una situazione tanto precaria potesse resistere a lungo?

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora