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Jack si accasciò pesantemente contro il muro della casupola delle conferenze.

Non capiva più niente.

Era andato in tilt, come una macchina.

113 aveva urlato di smettere di chiamarla Messiah, ovvero l'unico nome che ufficialmente e universalmente, nella Resistenza, le veniva affiliato.

Implicava quanto dovesse odiarsi per tutto ciò che le accadeva e che faceva.

Cose come queste gli altri non le notavano.

Cose come queste per gli altri erano solo i tic e i comportamenti infantili che 113 faceva ogni giorno, sui quali nessuno doveva farsi domande.

Jack stava imparando a conoscerla.

Vedeva quanto in realtà fosse spaventata delle relazioni con gli altri, quando in realtà fosse fragile.

No.
Fragile non era la parola giusta.

113 sarebbe potuta essere l'ultima a restare in piedi dopo una battaglia, anche intrapresa da sola, contro dieci squadroni di Forze Governative.

Lei non era fragile.

Era forte e determinata.

Non si sarebbe mai piegata, come una sbarra di ferro. Non si sarebbe mai rotta in cocci, anche se cadendo da un palazzo.

Non si sarebbe mai rotta.

Si sarebbe scheggiata, certo.
Danneggiata, ovviamente.

Ma sarebbe rimasta in piedi.
Che lo avesse voluto o no.

Non era fragile.

Jack però notava un lato delicato della sua persona.

Sembrava tanto ruvida, dura e combattiva, ma nascondeva sentimenti che avevano bisogno di estrema cura per essere trattati.

C'era bisogno di delicatezza per stare con lei, per parlarle.

Jack lo aveva capito tempo fa, in realtà.

Il giorno in cui lei era tornata dalla sua fuga, lui aveva visto, per un secondo, un suo lato scoperto, indifeso.

Forse neanche quella però era stata la prima volta che notava qualcosa del genere riguardo a lei.

Il giorno in cui erano arrivati all'Accampamento e tutto gli era stato spiegato nella casupola delle conferenze, avevano parlato di 104.

Jack lo ricordava bene.

113 era andata via.

Probabilmente colpa delle parole rivelatorie e dispendiose di 156.

113 teneva il suo dolore per sé.
Non lo faceva vedere.

156 sembrava cercare supporto.

113 lo faceva in silenzio.

Con sguardi impercettibili e invisibili.

Jack però li aveva visti.
Esistevano veramente?

Li notava anche Camille, come probabilmente aveva notato 113 quella sera alla casupola delle conferenze.

Andandosene, aveva avuto un equilibrio traballante, incerto, scosso in qualche modo.

Per un secondo solo, sembrava star cadendo.
Per quel secondo solo, Jack sarebbe corso ad afferrarla per impedirle accasciarsi al suolo.

In più, 156.

Tutto ciò che era accaduto poche ore prima non aveva senso.

Non aveva proferito parola al riguardo.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora