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Ritrovandosi di nuovo davanti all'enorme centro di medicina dello ZeroM, non poté che sorridere.

Da quanto non lo vedeva?
Troppo, probabilmente.

Aveva lavorato e studiato in quell'enorme edificio per mesi, arrivando praticamente ad odiarlo, sperando certi giorni che addirittura bruciasse, o che esplodesse dal nulla.

Tutte quelle lontane fantasie, al tempo apparse come sogni d'oro caduti dal cielo, ora non le sembravano vere.

Solo andandesene 156 si era resa conto di come a quel luogo appartenesse un pezzetto del suo cuore, della sua vita, della sua anima, del suo tempo, dei suoi impegni, essenzialmente, di lei.

Si rese presto conto di come la porta d'ingresso fosse stata cambiata.

Ora erano porte automatiche.

156 le ricordava bene perché, il primo giorno di studi a contatto con veri scienziati e medici, era in qualche modo riuscita ad arrivare in ritardo.

Piena di libri e quaderni per gli appunti, senza neanche un astuccio per le penne, infilate tra le pagine di carta morbida dall'interessante e schematico contenuto, non aveva avuto neanche una mano libera.

Aveva calcolato in qualche modo, ancora ragazzina, che con una spinta ben assestata, la porta si sarebbe aperta.

Era finita con uno schianto rumoroso e un sacco di cose per terra.

Quasi rise al ricordo.

Fu comunque incredibilmente meravigliata, guardando la struttura.

Si migliorava continuamente, evolvendosi, rinnovandosi e portando al suo interno contenuti sempre più innovativi, da cure sofisticate per malattie rare a prototipi meccanici dall'elevata complessità ingegneristica riguardanti l'energia della Luce.

Tutto era curato al massimo, da brillanti scienziati vari, medici, ingegneri, matematici e fisici che rendevano ogni esperimento possibile.

Anche artisti si erano cimentati in tali imprese, portati a dare una mano o inventare nuovi rompicapi ai lavoratori, con le loro idee.

Anche genii si erano presentati alle porte di tale incredibile luogo, laureati in discipline poco accomunate con quel luogo, ma con potenzialità incredibili.

Anche Miliari si trovavano lì.
Le sperimentazioni su nuove armi o meccanismi non erano rare.

In quel posto erano state create diverse delle tecnologie che i Soldati utilizzavano.

La Lucelettrica, lo scanner per il controllo del territorio, il meccanismo di campi magnetici e la rete di fumogeni erano solo alcune delle incredibili scoperte fatte in quel luogo.

156 spostò lo sguardo, piano, quasi timorosa, verso il basso.

Non sentí quasi il suo battito cardiaco nel ricordare come anche la sua protesi fosse stata creata lì.

Tutto riaffiorò, ma si sforzò, si impose con tutte le sue forze di cercare solamente il lato positivo della cosa.

Chiunque l'avesse creata doveva essere stato nientemeno che un genio.

Ricordava i dibattiti fatti al riguardo, giunti alla conclusione che, per il momento, dati gli sconosciuti risvolti di tale protesi, la quale si sarebbe potuta mostrare benigna o maligna solamente con il tempo, lei sarebbe stata l'unica ad avere tale protesi.

Le potenzialità ne erano sconosciute, ed i rischi erano praticamente più alti dei vantaggi.

Non si conoscevano quasi le incredibili potenzialità dell'energia della Luce, e applicarla ad una forma e ad uno scopo così vicino all'uomo, così fragile ma incredibilmente importante, sembrava una mossa azzardata.

Soldier 113 [First Arc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora