173. Grindeldore: Albus/Grindewald - Fiocco

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Le persone amano festeggiare il proprio compleanno, amano i bei regali e la compagnia, anche se non si soffermano mai a pensare al perché festeggiano il giorno in cui sono nati.

Il compleanno è nato come atto religioso pagano, inizialmente rifiutato dai cristiani e da molti altri, eppure oggi è un usanza comune e sembra quasi strano non festeggiarlo.

Qualcuno ancora non lo festeggia, altri lo fanno solo per ricevere regali e divertirsi ad una bella festa.

Io penso che valga la pena festeggiarlo perché vale la pena ricordare che siamo nati, che viviamo ogni giorno della nostra vita e che siamo ancora qui, anno dopo anno. Penso che valga la pena sfruttare tale giorno per stare con le persone che amiamo.

"Albus smettila di scrivere su quello stupido diario e vieni giù... La signora Batt è venuta a presentarci suo nipote, vivrà con lei da oggi."

Ed ecco una delle persone che, nonostante faccia parte della mia vita da sempre, a volte vorrei evitare di averla con me.... Mio fratello Abelfourth.

Non è che ci odiamo o cose simili, solo che a volte le nostre passioni ci distanziano. A me piace scrivere i miei pensieri su ogni quaderno a disposizione, lui pensa che sia una cosa da ragazzine e che dovrei uscire di più e conoscere persone nuove.

"Al..."

Albus :"Va bene arrivo" dissi sbuffando.

Avete presente ciò che ho detto sul compleanno? Beh, io e Abel abbiamo idee molto diverse a riguardo.

Fra una settimana sarà il mio compleanno, ho deciso di passarlo in famiglia, niente feste particolari o regali costosi, voglio stare a casa, soffiare sulle candeline della mia torta al limone preferita, abbracciare mia sorella.

Abel invece, pensa che io debba invitare qualche ragazzo del paese, magari i miei compagni di scuola, fare una grande festa.

Non fa altro che fissarmi nel tentativo di capire che regalo farmi e lasciate che ve lo dico... Inizia a diventare un tantino inquietante.

L'altro giorno l'ho trovato in camera mia a frugare in ogni angolo, in cerca di un indizio.

Mi diressi in salotto sbuffando, ero certo che Abel mi sarebbe venuto a prendere per le orecchie se non mi fossi dato una mossa.

Quando misi piede in salotto, salutai calorosamente la signora Batt, era una donna non troppo giovane, ma molto aperta e simpatica, era sempre bello farci due chiacchiere.

Poi notai una figura di spalle, i capelli biondi che ricadevano elegantemente sulle spalle. Mentre si girava, tutto sembrava andare a rallentatore, i suoi occhi, belli e particolari e il suo sorriso luminoso, mi lasciarono senza parole.

Lo vidi allungare una mano verso di me, le sue labbra muoversi, non mi resi conto di essere rimasto fermo e zitto come un perfetto idiota, fino a che una gomitata di Abel non mi raggiunse le coste.

Albus :"Ahi. Ehm... Piacere Albus.... Cioè... Io sono Albus... Ed è un piacere conoscerti" Dissi balbettando.

Santo cielo, ma che mi prendeva all'improvviso.

Il ragazzo che avevo di fronte rise alla mia reazione e disse :"Piacere mio, mi chiamo Gellert, spero che diventeremo amici."

Tutto quello che vuoi, pensai.

Dalla risatina di Abel e dal sorriso divertito dell'ospite, mi resi conto di aver involontariamente dato voce al mio pensiero. Mai come in quel momento avrei voluto essere risucchiato dal terreno.

Vorrei poter dire che i giorni successivi feci grandi passi avanti, recuperando l'uso della parola e riuscendo a formulare frasi di senso compiuto in presenza di Gellert, ma mentirei.

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