91. Snarry: Harry/Severus - Conchiglia

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Non si poteva dire che prima della guerra andasse tutto bene, Voldemort trovava sempre il modo di fare le sue apparizioni.

Ma aveva comunque i suoi amici, la scuola e quella libertà di sentirsi a casa ogni volta che ci metteva piede.

Poi Voldemort era tornato davvero e tutto aveva iniziato a crollare... Il marchio nero, il primo morto e la scuola divenne quasi stretta a causa del ricorso di Cedric e delle dicerie della gente.

Forse era assurdo, ma quando le cose diventavano troppo pensanti e lui non era libero neanche di stare nel suo dormitorio, andava da Piton.

Era iniziato tutto a metà del quinto anno, la cicatrice della Umbridge spiccava sul dorso della sua mano, ma a bruciare di più era il cuore, quando quelli che considerava amici come Seamus e altri grifondoro, gli davano del bugiardo e del pazzo.

Stava camminando in un corridoio quando gli sguardi, le parole, i sussurri... Divennero troppi e lui esplose.
Inizió ad alzare la voce e ad urlare, non con qualcuno in particolare, ma con tutti e in quel momento poteva davvero sembrare pazzo a vederlo da fuori.

Accecato dalla rabbia urló :"SIETE DEI CODARDI. LUI È TORNATO, CEDRIC È MORTO, MA PREFERITE FARE FINTA DI NIENTE INVECE DI AFFRONTARE LA COSA." mentre parlava gli occhi minacciavano di far cadere piccole gocce luccicanti e salate.

Una voce forte, dalla calma glaciale interruppe il suo sfogo e disse :" Potter! In punizione con me... Adesso. "

Harry si giró, facendo incontrare i suoi occhi con quelli di Piton e senza pensarci, quasi come se fosse una liberazione andó con lui.

Piton non disse niente sul suo sfogo, una volta nel suo ufficio si limitó a indicargli il suo lavoro :" Svuota le mensole e lava tutto accuratamente, non rompere o vuotare neanche un ingrediente e non dire una parola."

Così fece Harry, si immerse nella sua punizione e non disse nulla fino al termine, con il passare del tempo la sua rabbia scemó e si sentì più calmo, si sentì svuotato da tutto. Come se in quel luogo isolato nessuna parola negativa potesse raggiungerlo.

Al termine della punizione Harry  chiese a Piton quando sarebbe dovuto tornare, in fondo il capo casa serpeverde era solito dare punizioni lunghe più giorni. Con sua grande sorpresa però, Piton rispose solo :"La tua punizione è conclusa, ma non farti più beccare in giro in quel modo. La prossima volta potrebbe non andarti così bene." occhieggió la sua mano da lontano ma non aggiunse altro. Harry capì che l'avvertimento di Piton fosse verso la Umbridge, le parole del pozionista suonavano tanto come un :" Attento a non farti vedere da lei. "

Harry non si lasció più andare a sfoghi del genere in pubblico, ma a volte gli sembrava di impazzire, così faceva un errore voluto a pozioni e si faceva mettere in punizione.

Piton sembrava quasi capire le sue necessità, infatti non gli dava mai punizioni pesanti o troppo lunghe, solo qualche piccolo compito da fare.

Poi una sera, Harry era arrabbiato, stressato e voleva solo fuggire via... Così uscì dal letto e andó da Piton, il suo mantello, dimenticato nel baule non gli permise di nascondersi e la Umbridge lo beccó.

Umbridge :"Potter... Cosa ci fa fuori dal letto? Il coprifuoco scatterà a breve."

Harry :"Ho una punizione con Piton"

Umbridge :"Il professor Piton... Meno dieci punti a Grifondoro per la mancanza di rispetto. Non mi risulta nessuna punizione, sei sicuro di star dicendo la verità?"

Harry non aveva scelta che continuare a mentire e sperare che quella donna lo lasciasse in pace, ma ovviamente non andó come sperava.

Umbridge :" Ti accompagno io... Se hai mentito, me ne occuperó personalmente. "

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