126. Thorki: Thor/Loki - Dio

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Per tutta la sua vita Loki aveva cercato di rendere fiero di se suo padre. Tuttavia, non contava quanto si impegnasse, Thor restava il prediletto e il futuro erede al trono di Asgard.Per quanto Loki di sforzasse, odino non lo avrebbe mai considerato un DIO degno di questo nome e questo lo feriva terribilmente.


Thor ovviamente sembrava spensierato, come se non capisse minimamente quello che provava il fratello. La sua costante allegria, i suoi sorrisi rivolti proprio verso di lui e le battute che, Loki ne era certo, secondo Thor erano divertenti. Non facevano che aumentare la sua rabbia verso il padre e prolungarla anche verso Thor.


Il rapporto che aveva con suo fratello, era sempre stato strano, Thor gli stava vicino, ma quella vicinanza era... Diversa. Come se tra loro aleggiasse una certa tensione inspiegabile, come se Thor custodisse un importante segreto.Per anni Loki aveva cercato di scoprire i pensieri che occupavano la mente del fratello ma alla fine vi aveva rinunciato.


Piuttosto si era concentrato a capire perché la vicinanza di Thor, mano a mano che cresceva, diventava quasi... Necessaria.Non riusciva a capire le attenzioni quasi romantiche che il fratello gli riservava e non capiva perché tali attenzioni rendessero lui così felice.


In fondo, puoi mentire agli altri, ma almeno con te stesso devi essere sincero e coerente, Loki sapeva che quando suo fratello era vicino, quando gli accarezzava una guancia e gli sorrideva, elogiandolo per qualche suo successo o ancora quando lo guardava parlare per ora, con quello sguardo quasi rapito dalla sua voce... Lui si sentiva felice e completo.


Non avrebbe mai ammesso a suo fratello di tenere a lui e soprattutto non gli avrebbe detto che quei delicati contatti che l'altro cercava, come le carezze sulle guance, l'accarezzargli i capelli quando poteva e l'unire le loro fronti come quando da piccola, la loro mamma gli sentiva la temperatura, gli facevano provare una certa emozione dentro, qualcosa di profondo e quasi inspiegabile.


Già, quasi, perché quando siamo a disagio con noi stessi, anche se non dovremmo, rifiutiamo di accettare la spiegazione più logica per alcuni nostri comportamenti.


Loki rifiutava quel sentimento, quel calore che gli avvolgeva il cuore quando Thor gli era vicino, quella morsa allo stomaco colma di dolore, ogni volta che Thor rideva e scherzava con un ancella del palazzo.


Preferiva classificare il tutto come una rabbia repressa per l'ingiustizia paterna nei suoi confronti. Era ovvia che la rabbia per Odino si estendesse a Thor, che non aveva mai fatto o detto niente per aiutarlo.


Tuttavia, il giorno del suo diciottesimo compleanno, suo padre lo convocó a se e quando Loki gli si presentó davanti, vi trovó anche sua madre e un sorridente Thor.


Convinto di ricevere la notizia che Thor avrebbe presto occupato il posto del padre sul trono, il suo sguardo si fece rabbioso e la sua voce fredda disse :"Mi avete fatto chiamare padre?"


Odino :"Si... Sai cosa significa compiere diciotto anni?"


Loki lo guardó stranito, ma rispose con lo stesso tono freddo di prima :"significa che ho raggiunto la maggiore età, ora sono un adulto."


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