155. Bill/Pennywise - Braccio

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Bill era sempre stato un ragazzo introverso, non amava troppo fare nuove conoscenze, aveva poche amicizie ma a lui bastavano.

Ricordava che quando era piccolo, una famiglia era venuta in visita a Derry, il bambino di quella famiglia era vivace e fin troppo estroverso.Ricordava che quel bambino non riusciva proprio a stare fermo, si arrampicava ovunque e cercava di essere amico di tutti.Gli piaceva far ridere le persone, faceva sempre il pagliaccio per far divertire tutti e anche lui e i suoi amici lo avevano accolto nel loro gruppo.Beh forse più i suoi amici di lui, Bill non amava le persone nuove e quel bambino gli sembrava fin troppo felice.

Anni dopo, molti dei ragazzi che vivevano a Derry, si erano trasferiti altrove a rincorrere i loro sogni.Bill era uno di quelli, aveva vent'anni e voleva fare lo scrittore, ma per il momento si accontentava di lavorare a stretto contatto con i suoi tanto amati libri: in biblioteca.

Pur essendosi trasferito in una città molto grande e caotica, quando le persone mettevano piede in biblioteca, cadevano in un religioso silenzio.

Non c'era niente di meglio che il silenzio per Bill, odiava avere a che fare con persone dalla grande parlantina.

Poco dopo aver finito di formulare quel pensiero, una voce lo estrasse dai suoi pensieri.

"Bill? Sei tu vero? Bill Denbrough"

Bill si girò verso la voce che, aveva parlato senza curarsi minimamente della presenza silenziosa di altre persone. Con tono basso, Bill disse :"Sono io, che posso fare per lei?"

"Sono Penny. Non ti ricordi di me? Io e la mia famiglia eravamo venuti per un po' a Derry, sei cresciuto ma il tuo viso è sempre lo stesso."

Bill non prese la sua frase come un complimento, dire a un ventenne che era identico al ragazzino sfigato di un tempo, non avrebbe fatto piacere a nessuno. Se poi si contava che la persona che aveva parlato era, proprio quel bambino che lui considerava fin troppo felice, era anche peggio.

Guardó bene Penny e notó come fosse cambiato negli anni, forse una sola cosa era rimasta immutata, il suo sorriso. Era così allegro e frizzante che Bill lo trovava fastidioso e quasi inquietante.

Bill :"Abbassa la voce, qui la gente viene per stars tranquilli. Non siamo mica al bar"

Penny :"Oh giusto" disse abbassando immediatamente il tono :" Potremmo andare davvero al bar, vorrei tanto parlare con te. Ci sono un sacco di cose che dovremmo dirci" nell'enfasi Penny aveva nuovamente alzato la voce.

Bill non capiva davvero cosa avrebbero dovuto raccontarsi, non erano mai stati grandi amici, non per lui almeno. Ricordava che Penny cercava sempre di instaurare un rapporto con lui, ma Bill si tirava sempre indietro.

Bill :"Mi dispiace ora ho da fare. Lavoro qui tutti i giorni fino a sera." si dileguó senza dire altro, convinto che il ragazzo se ne sarebbe andato.

Ovviamente Bill si sbagliava, Penny era sempre stato determinato, fin da bambino se si metteva qualcosa in testa la portava a termine e ora pareva che nella sua testa ci fosse finito proprio lui.

Quando la biblioteca era ormai vuota e Bill ebbe finito di risistemare alcuni scaffali, notó Penny sulla soglia della porta, il solito grande sorriso sulle labbra.

Bill :"Sto chiudendo"

Penny :"Lo so, prendiamo un caffè? Sembri stanco"

Bill :"In effetti lo sono e credo che andró a casa.. Mi dispiace."

Penny sorrise per nulla demoralizzato e per i giorni successivi si presentó sempre alla biblioteca, lo aspettava fino alla chiusura e al rifiuto di Bill, se ne andava per tornare il giorno dopo.

La cosa andó avanti per settimane e ogni giorno Penny gli parlava di ogni cosa mentre lui lavorava, infastidendolo con chiacchiere a volume troppo alto. Finché una sera non cedette.

Bill :"E va bene.. Vengo con te, ma ti prego smettila di venire qui ad infastidire i clienti..."

Penny sorrise vittorioso e disse:" Ottimo allora, andiamo da Brice qua vicino, fa il miglior caffè della storia e i suoi pasticcini sono fantastici."

Bill Sospirò e disse :" Sarà la prima e ultima volta.. "

Senza ascoltare minimamente cosa avesse da dire, Penny lo afferró per un BRACCIO e lo trascinó via.

Arrivati alla caffetteria, Penny straparlava come sempre, poi si bloccó all'improvviso, sorrise e disse :"Sei sempre il solito, freddo e introverso."

Bill :"Non sono freddo... Mi piacciono le persone silenziose."

Penny rise e pensó che se il bambino di anni prima era interessante, il ragazzo di vent'anni che aveva di fronte lo era ancora di più. Possibile che Bill non ridesse mai?

Cercò in ogni modo di farlo ridere, ma barzellette e battute scadenti non sembravano funzionare con Bill. Fino a che Penny non si sbrodoló con il caffè, si alzó per pulirsi e accidentalmente spinse una cameriera, che portava un vassoio di milk shake a un tavolo vicino.

Il vassoio volò in aria, spargendo il contenuto dei milkshake in testa ad alcuni clienti.

Penny divenne rosso come un peperone e imbarazzano inizió a chiedere scusa a tutti, offrendo di ripagare non solo i quattro milkshake ma anche le bevande di chi aveva accidentalmente sporcato.

In tutto quel macello, la risata di Bill suonava quasi stonata eppure a Penny, sembró la cosa più bella del mondo.

Bill :"Non pensavo fossi così goffo." disse tenendosi la pancia.

Penny si risedette e sorridendo a Bill disse :"Provo a farti ridere da tutta la sera e ci riesco solo rendendomi ridicolo?"

Bill :"Beh.. Ho sempre pensato che non avessi difetti, troppo allegro e perfetto. Quasi irritante. E adesso... Cavolo non ho mai visto nessuno fare un tale disastro in meno di dieci secondi. Questo ti rende più umano"

Penny sorrise, neanche fosse il complimento più bello del mondo e d'istinto disse :"Dovresti sorridere di più, sei molto bello quando sorridi. Potrei anche decide di rovesciare qualche altro milkshake se poi ci guadagno quel sorriso."

Bill lo guardó imbarazzato e sorrise ancora :"Meglio di no.. O ci cacceranno dal locale. Magari la prossima volta."

Penny :"La prossima volta? Uscirai ancora con me?" chiese speranzoso.

Bill :"Si se mi farai ridere ancora."

Bill era sempre stato un ragazzo introverso, non amava conoscere nuove persone, non amava chi sorrideva sempre... Eppure per la prima volta sembró notare il sorriso di Penny e pensó che forse non era poi così irritante, forse valeva la pena di vederlo di nuovo.

Tendiamo a pensare che i nostri difetti siano terribili e a volte imbarazzanti, ma ci sono persone che riescono a guardare oltre e trovarli anche adorabili. Infondo anche i difetti definiscono chi siamo, basta accettarli.


SPAZIO AUTRICE:

NON BETATA

Si non è granchè...ma andiamo oltre....
Il Natale si avvicina, ho 25 anni e mi sento una bambina in trepidazione xD che posso farci...

Preparatevi, il 25 voglio sapere tutto quello che avete ricevuto <3

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