184. Wolfstar: Sirius/Remus - Pensiero

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SIRIUS POV. 

Era colpa sua, li aveva uccisi lui...
Era questo che si era ripetuto per anni, nella sua tetra cella ad Azkaban.
James e Lily si fidavano di lui, avevano scelto lui come custode segreto, ma lui aveva affidato a sua volta il compito a Peter, che li aveva venduti al signore oscuro e di conseguenza, era come se fosse stato lui a venderli... Era colpa sua.

Ci sono molti modi di reagire al dolore e alla perdita, quando aveva scoperto ciò che aveva fatto Peter, la sua prima reazione era stata la rabbia, il senso di tradimento che gli aveva invaso il petto lo aveva portato a compiere la scelta più irrazionale, andare da Peter e fargliela pagare.
Sebbene volesse solo urlargli addosso e farlo marcire ad Azkaban e si, forse dargli anche un paio di pugni, dovette ammettere di non aver pensato che Peter potesse avere un piano per sfuggirgli. Quando si era ritrovato in quella piazza, davanti a tutta quella gente che lo accerchiava, con davanti a se un mignolo e un topo codardo che se la dava a gambe, aveva capito di aver commesso un altro errore e l'amaro che lo colpì alla bocca dello stomaco, lo aveva paralizzato sul posto, tanto che non reagì agli Auror che lo incatenarono e lo portarono ad Azkaban.
Si era sentito perso, svuotato e solo, in un solo giorno aveva perso due delle persone che amava di più al mondo, aveva perso un fratello e si era sentito tradito da un altro e l'unico PENSIERO che lo aveva mantenuto lucido per i dodici anni a venire, era che l'unica persona che gli era rimasta doveva sapere la verità, Remus doveva sapere che non era stato lui a consegnare James e Lily, o almeno non volutamente.

REMUS POV.

Non poteva credere alle sue orecchie, non poteva essere vero, forse avevano capito male, forse c'era stato un errore, non poteva essere stato Sirius. 
Era tutto quello che riusciva a pensare mentre davano la notizia della morte di James, Lily, Peter e dell'arresto di Sirius all'ordine della fenice. 
Sentì le sue gambe tremare e cedere sotto al suo peso, le ginocchia toccare il suolo con un tonfo e le mani di Albus Silente sulle sue spalle. 
Registrò vagamente l'espressione preoccupata dell'uomo, vide le sue labbra muoversi, ma non sentì alcun suono.

Improvvisamente si sentì addosso molti più anni di quelli che aveva, sentì il peso della vita, della perdita e della guerra che li aveva consumati, uno dopo l'altro.
Si chiedeva come sarebbe andato avanti dopo tutto quello, dove avrebbe trovato la forza di reagire, in una notte aveva perso tutto quello che aveva, i suoi amici e la persone che amava. Era solo, il suo cuore era in frantumi e si sentiva distrutto, la sua vita era ridotta a milioni di piccoli cocci da dover aggiustare e continuava a chiedersi se avrebbe mai potuto aggiustarli, almeno in parte. 

Poi gli anni erano passati e sotto richiesta di Albus, Remus era diventato il professore di difesa contro le arti oscure ad Hogwarts, aveva conosciuto Harry e per un attimo, gli era parso di rivedere James e Lily. C'era un motivo se in quegli anni non era mai andato a presentarsi al ragazzo, ed era che, se da un lato vedere quella somiglianza con i suoi vecchi amici lo faceva sentire felice e gli dava la certezza che una parte di loro, non era mai andata via, dall'altra gli occhiali e gli occhi verdi, aveva buttato addosso a Remus tutto il dolore di quello che, anni prima, era accaduto.
La perdita dell'unica famiglia che aveva mai avuto, la perdita dell'unica persona che aveva amato e il tradimento di quest'ultima, il tradimento di Sirius, lo facevano ancora sentire a pezzi.
Non aveva mai colmato quel terribile vuoto che lo aveva invaso dodici anni prima e a quel punto, era certo che non sarebbe mai riuscito a ricucire i pezzi del suo cuore.

Tuttavia la vita sa essere particolarmente strana e spesso solo l'autore delle nostre grandi ferite riesce a risanarle, a volte volontariamente, altre volte per caso, senza neanche saperlo.

Quando Harry gli aveva detto che sulla mappa del malandrino aveva letto il nome di Peter Minus, per un breve istante, Remus aveva di nuovo sentito quel tremolio alle gambe.

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