148. Drarry: Harry/Draco - Fenice

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La giornata era stata veramente pesante per Draco, mancavano ancora 2 ore alla fine del suo turno al San Mungo e la prospettiva di tornare nella sua vuota casa, non lo confortava per niente.

Aveva da poco compiuto trent'anni, la sua vita dipendeva quasi totalmente dal lavoro, non aveva mai avuto spazio per relazioni a lungo termine, preferendo rapporti da una notte.
I suoi due  migliori amici, continuavano a ripetergli che buttava via la sua vita nella convinzione di non meritare di meglio.

Forse aveva ragione... Dopo la scuola, dopo la guerra, aveva iniziato a pensare che uno come lui non poteva meritare niente di buono. 
Aveva deciso di fare il Medimago per aiutare le altre persone, per dare una speranza a chi stava male e per darne una a chi attendeva la guarigione dei propri cari.
Il suo tirocinio non era stato semplice da affrontare, era da tutti considerato l'ex mangiamorte indegno di stare li e lui non poteva dargli torto.

Aveva deciso di dedicare anima e corpo al lavoro privandosi quasi totalmente di una sua vita privata, era stata una sua personale punizione per i suoi trascorsi e per quelli della sua famiglia.
Inizialmente lo aveva fatto in modo automatico, non se ne era neanche reso conto, poi una sera aveva discusso con Pansy, l'ennesima discussione causata dal suo rifiuto di uscire con lei e Blaise a divertirsi.

Draco le aveva detto non aveva tempo, che aveva un caso difficile in ospedale e doveva trovare una soluzione anche se il suo turno era finito. Pansy aveva risposto che doveva staccare un po' dal lavoro o avrebbe presto dato di matto, poi la cosa era degenerata, non sapeva neanche dire come, erano finiti per urlarsi addosso e la sua migliore amica gli aveva detto :"Non puoi continuare a punirti per degli errori che hai commesso da ragazzo e soprattutto non puoi punirti per errori che non hai commesso. Smettila di escluderci dalla tua vita, così facendo punisci anche noi."

Draco doveva ammetterlo, la sua amica sapeva che tasti toccare con lui e il senso di colpa aveva funzionato. Aveva iniziato ad uscire con loro ogni settimana ma per il resto, aveva una vita sociale inesistente e questo a lui andava bene. Non era interessato ad avere un erede Malfoy, a sposarsi con una purosangue o con chiunque altro a dir la verità.

Passava a trovare i suoi genitori tutti i Venerdì sera e il Sabato usciva con Blaise e Pansy, tal volte organizzavano delle cane a casa di uno di loro, poi tornava nella sua piccola casa indipendente  nel centro di Londra.
Si era allontanato molto dal mondo magico se non per il suo lavoro, l'unica cosa che lo teneva ancorato a quel mondo.

Era nel bel mezzo di una pausa, un caffè in mano, seduto con l'aria stanca su una sedia quando, uno specializzando lo riscosse dai suoi pensieri :"Dottor Malfoy? C'è un paziente grave in sala 6."

Malfoy non perse tempo, buttò il bicchiere ancora mezzo pieno di caffè e dirigendosi alla sala 6 chiese al suo specializzando :"Cosa sappiamo del paziente?"

"Ha un trauma alla testa, probabilmente dovuto da un incantesimo di difesa o da una fattura andata male. Non sappiamo ancora l'entità dei danni ma ha perso molto sangue e ha una ferita profonda sull'addome che non si cicatrizza, quella ci preoccupa di più, non sembra stata inferta con la magia ma non capiamo perchè non smette di sanguinare. Il paziente è Harry Potter...L'auror."

Draco si bloccò all'istante e con stupore misto a paura guardò lo specializzando e disse :"Chiama la famiglia Weasley e il vice ministro Granger, informali sulle sue condizioni e digli che faremo il possibile."

"Ma... non sono suoi parenti"

Draco :"E' come se lo fossero, fa come ho detto e non discutere."

Dopo quelle parole Draco entrò nella sala 6 e per ore nessuno ebbe notizie di Harry Potter. durante quel lasso di tempo al San mungo arrivò la famiglia Weasley al completo, Hermione Granger e da li molti altri amici dei tempi della scuola.

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