48. Ryan/Strawberry - Panna

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Erano passati anni dall'ultima volta che li aveva visti. Pensava spesso alle mew mew, al mew café, a Ryan, Kyle e agli alieni.
Ogni anno riceveva per email l'invito di Lory per la reunion, i primi anni ci era andata, poi si era trasferita a New York per l'università.
Aveva poi trovato un lavoro ben pagato a New York ed era rimasta li. Tornava una volta all'anno per vedere i suoi genitori, suo padre si lamentava che lei fosse così lontana e che non tornasse abbastanza a casa, sua madre era felice per lei e per il suo sentirsi realizzata.
Quando anni prima aveva rotto con Mark suo padre era andato su tutte le furie, ci aveva messo anni ad accettarlo, era sempre stato troppo geloso e protettivo nei confronti della figlia. Mark non era un cattivo ragazzo, ma crescendo aveva capito che non era il ragazzo per lei.
Quando decise di partire per New York, Mark non volle andare con lei, le disse che il loro posto era li, in giappone e che non avrebbe dovuto partire, stessa cosa le disse suo padre.
Alla fine i due cercarono insieme di convincerla a rimanere e lei arrabbiata si allontano da entrambi, lasciò Mark dopo una scenata in aeroporto e con suo padre per un po' ci furono delle discussioni. Come ogni cosa suo padre ci mise tempo ad accettare che sua figlia aveva deciso di vivere via, ma dopotutto era felice per lei.
Quelle poche volte che tornava non diceva niente a nessuno, passava due giorni a casa con la sua famiglia e poi tornava in America. Dopo la parentesi Mew mew, Strawberry aveva capito che le piaceva aiutare le persone e aveva deciso di entrare nell'FBI.
Il lavoro era un'altra fonte di discussione tra lei e suo padre, lui diceva sempre che era troppo pericoloso, che avrebbe dovuto fare un lavoro più femminile. Ecco perché, quando il suo collega Aiden morì durante una missione, lei non disse niente...quell'anno non tornó neanche a casa.

La mail di Lory le riportò alla mente tanti bei ricordi e la paura di incontrarli di nuovo, perché sapeva di essere diversa da quella ragazza solare che loro ricordavano. Strawberry aveva paura dello sguardo dei suoi vecchi amici, quando avrebbero capito che era così diversa e allo stesso tempo, aveva paura di trovare loro così diversi, da non andare più d'accordo.

Strawberry stava ancora leggendo la mail quando ricevette una chiamata da sua madre. :"Berry, devi tornare a casa, papà sta male."

Aveva parlato subito con l'FBI, aveva preparato una valigia ed era tornata in giappone, sua madre la attendeva all'aeroporto.
Erano andate subito in ospedale, suo padre era in un letto sveglio, ma sembrava invecchiato all'improvviso.

Strawberry :"Che dicono i medici?"

Shintaro :"Che ho avuto un infarto e che mi è andata bene. Alla mia età è normale avere questi problemi"

Strawberry :"Hai solo sessant'anni e parli come se ne avessi ottanta."

Per fortuna suo padre si sarebbe rimesso, nel frattempo lei sarebbe rimasta li ad aiutare sua madre. La sera a casa, parlò molto con sua madre e ovviamente arrivò quel discorso... Arrivava sempre.

Sakura :"Li hai più visti?"

Strawberry :"No mamma."

Sakura :"Dovresti incontrarli. La vita è breve e non puoi farti condizionare dalla paura o te ne pentirai per tutta la vita."

Strawberry :"Avevo 19 anni quando sono andata via dal giappone... Ora ne ho 28. Non saprei neanche di cosa parlare."

Sakura :"Di te, del tuo lavoro, dei bei vecchi tempi." disse, mettendo una mano su quella della figlia che stava ancora cenando. :"Berry... Non puoi farti condizionare da questa paura, non saprai mai come va se non ci provi. Andiamo, fai un lavoro dove ti sparano addosso e hai paura di vedere un vecchio gruppo di amici dopo anni?"

Strawberry :"Ci penseró mamma."

Nei giorni a seguire, ci pensò davvero, continuava a guardare quell'email:

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