52. Tomarry: Harry/Tom Riddle - Diario

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Tom era sempre stato un ragazzo singolare, già a scuola aveva mostrato un gran talento per gli incantesimi più complessi.

Crescendo, aveva sviluppato un ossessione per il potere e un odio profondo nei confronti della sua famiglia.

Niente era in grado di sciogliere il cuore di ghiaccio che sembrava non riuscire più a battere.

Rinnegando il nome, la sua famiglia e la natura non completamente magica del suo sangue, Tom decise di farsi chiamare: Voldemort.

Un giorno,  la vita lo portò sulla strada di un ragazzo che, secondo un antica profezia, sarebbe stato il suo più grande rivale; ma solo uno dei due sarebbe sopravvissuto.

Tom aveva ideato un piano perfetto per avvicinarsi al ragazzo: conquistare la sua fiducia e prenderne poi il sopravvento.

Spesso però, gli obbiettivi che ci prefissiamo vengono stravolti dagli eventi della vita e Tom lo avrebbe scoperto presto.

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Tom aveva 35 anni, era un giovane uomo dotato di grande bellezza, alto e magro, gli occhi di chi non teme nulla.
Voleva ribaltare il mondo ed essere forte e rispettato, se necessario temuto.
Molti maghi seguivano le sue idee e ben presto, Tom si circondo di persone a lui fedeli, disposte a tutto per lui.

Quando uno dei suoi gli rivelò l'antica profezia, Tom tremò leggermente; per un secondo si sentì di nuovo bambino, in orfanotrofio a temere i soprusi degli altri bambini.

Poi si ricordó di essere un adulto forte e capace e sorrise, pensando al povero sfortunato che voleva mettersi contro di lui.

Non ci mise molto a scoprire chi era il ragazzo: un giovane diciottenne di nome Harry Potter, lavorava in un piccolo locale babbano nella periferia di Londra.

Un mago che si abbassa a lavorare per dei babbani.. Patetico, pensó l'uomo.

Tom iniziò a frequentare quel locale ogni giorno, sempre alla stessa ora per la colazione.
Sempre lo stesso ordine: un caffè e un cornetto al pistacchio.

Inizialmente non provó a parlare con il ragazzo, se ne stava in disparte e si limitava a ringraziare ogni volta che l'altro gli portava il suo ordine al tavolo.

Dopo un paio di settimane, con una gentilezza innaturale, iniziò a parlare con il ragazzo. I discorsi erano leggeri: parlavano del tempo, del locale, della clientela. Con il passare dei giorni Tom decise di fare un altro passo avanti:
Instaurare un legame con il  ragazzo e ogni legame inizia da un nome, così si presentò.

Tom :"Ad ogni modo... Mi chiamo Tom e un piacere conoscerti "

Il ragazzo sorrise e disse :"Harry, piacere mio."

Da quel giorno i loro discorsi iniziarono a prendere una piega più personale.
Iniziarono a parlare della famiglia, del lavoro di Tom, degli amici di Harry ecc...

Tom fingeva con molta abilità di non sapere che anche il ragazzo era un mago, così ad ogni domanda restava sul vago.

Harry :"Vivi qui vicino?"

Tom :"Vivo in un posto tranquillo nei pressi di Londra."

Harry :"E la tua famiglia?"

Tom :"Non ne ho una... Per così dire."

Harry :"Già... Neanche io... Per così dire. Che lavoro fai?"

Tom :" Gestisco una piccola impresa"

Harry non gli chiedeva mai troppi particolari, e lui aveva scoperto tanto del ragazzo.
Tom pensava che fosse molto facile avvicinarsi a lui, il ragazzo era anche troppo socievole. Così il passo successivo fù mostrare a Harry che era un mago.
Alla fine del turno di Harry, Tom fece finta di essere stato aggredito da un uomo in un vicolo. Harry ovviamente estrasse la bacchetta e si avvicinò al vicolo per aiutare l'uomo. Una volta affacciatosi però, si trovo davanti Tom che combatteva abilmente con un uomo incappucciato, che poi fuggì.

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