147. Batjokes: Batman/Joker - Italia

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Nella sua vita J aveva fatto molte cose cattive. Aveva ucciso tutti quello che riteneva colpevole, anche solo in parte, della morte della sua famiglia. Con il senno di poi, doveva ammettere che nessuno di loro era davvero colpevole.Quando stai male, quando il tuo cuore è profondamente ferito, non ragioni correttamente. Allontani le persone che ti stanno davvero vicine, incolpi chiunque del tuo dolore e ti lasci sprofondare in pozzo buio, colmo di rabbia e lacrime.

J lo aveva fatto per anni, si era lasciato sprofondare e aveva buttato via tutto ciò che poteva avere in futuro, aveva distrutto il ricordo pure di sua moglie con dei gesti terribili. Aveva trasformato la gioia di diventare padre con atti molto più che discutibili.La vendetta ci sembra la giusta soluzione, ci sembra l'unica cosa che può farci stare meglio. La verità è che la vendetta porta via tutto ciò che di buono ci è rimasto.

Dal dolore, era scaturita in lui la voglia di far soffrire tutti quelli che sulle labbra avevano un vero sorriso. Niente sembrava farlo sentire vivo, il viso spaventato di qualcuno, uomo o donna che fosse... Si sentiva vuoto e spento, come se non fosse umano.

Con il tempo i momenti più impensabili gli avevano provocato qualcosa, come una scintilla sconosciuta dentro al cuore. Ogni volta che combatteva con Batman, si sentiva vivo.L'uomo in nero voleva distruggerlo e ogni volta che si trovava sull'orlo della distruzione, si sentiva umano. Sapere che c'era ancora qualcosa da spezzare in lui, gli faceva credere che forse non era troppo tardi per risalire.

Quando Batman lo catturó e lo portó all' Arkham Asylum, ospedale psichiatrico per criminali, lui si sentì morire una seconda volta. I medici credevano che il suo stato dipendesse, come per molti criminali, dall'essere rinchiuso e dal non poter più girovagare come un pazzo per Gotham.La realtà per J, era che gli mancava Batman, tutto ciò che voleva disperatamente era parlarci ancora.

Durante le sedute J non parlava mai, solo una volta, dopo diverse settimane disse una frase :"Voglio parlare con lui"

La dottoressa che seguiva il suo caso gli chiese :"Lui chi?"

J :"Batman"

Se la dottoressa pensava che J iniziasse ad aprirsi si sbagliava, lui aveva smesso nuovamente di parlare e nel corso dei giorni, si era limitato a ripetere la sua richiesta.

Alla fine i medici reputarono utile provare davvero a farlo parlare con Batman e con l'aiuto della polizia lo fecero entrare ad Arkham come visitatore.

Quando Joker vide Batman tutti si aspettavano che reagisse con odio e rabbia, che gli saltasse addosso provando ad aggredirlo ma J si limitò a sorridere.

J :"Sei venuto"

Batman :"Cosa vuoi da me?" disse con tono neutro.

J :"Ci sono stati momenti in cui avrei voluto ucciderti, perché mi facevi sentire debole, umano. Ma in altre occasioni gli scontri con te mi facevano sentire vivo, come se avessi ancora qualcosa da perdere e questo in qualche modo è liberatorio."

Batman :"Arriva al punto Joker"

J :"Voglio solo parlarti... Non mi piacciono i medici, non riesco a parlare con loro. Non voglio smettere di sentirmi vivo, voglio continuare a vederti e a parlare con te."

Dopo la sua visita, la dottoressa che seguiva J, disse a Batman che tornare a trovarlo poteva aiutarli nel capire meglio il suo caso.Sebbene l'uomo pipistrello non fù inizialmente d'accordo, alla fine accettó e tornó ogni settimana.

Quando c'era lui J parlava, raccontava qualcosa di suo, degli scontri con Batman e di tanto in tanto rispondeva anche alle domande dei dottori. Sembrava molto collaborativo e con i mesi, sembrava divenire ssmpre più stabile, tanto da togliergli la camicia di forza e da permettergli di disegnare liberamente o di prendere parte ad altri piccoli progetti organizzati dall'ospedale.

I mesi passarono e gioeno dopo giorno J sembrava essere quasi, normale. Fino a che i medici non lo trovarono più nella sua cella, era fuggito. Dato l'allarme Batman si miss subito alla sua ricerca, visito ogni singolo luogo che un tempo l'uomo frequentava. I mesi passavano ma di J non vi era traccia.I disegni e le piccole costruzioni che Joker aveva fatto in ospedale, mostravano tutti sculture Italiane e a Batman venne un' idea forse folle in testa.

Joker era scappato da 9 mesi e in quel lasso di tempo non c'era stata traccia di lui, l'unica opzione che aveva Batman, era di seguire le briciole che involontariamente l'uomo gli aveva lasciato.

Partì per l'ITALIA nel tentativo quasi disperato di trovare un uomo pericoloso, ma dopo giorni, quello che trovó lo lasció a bocca aperta.

Aveva mostrato le foto di Joker con e senza trucco, aveva visitato i luoghi disegnati da J e alla fine era giusto in un bar.Abbandonando il suo costume era entrato per studiare l'ambiente e di fronte si era trovato un uomo che, abbandonato trucco e capelli verdi, pareva una persona qualunque.I capelli erano un po' più lunghi di come li ricordava ed erano tinti di nero.L'uomo aveva un vero sorriso sulle labbra e lo aveva accolto con un buongiorno.

Il locale era decorato con molti Gadget di Batman e sebbene la maggior parte di essi fosse nero, il posto risultava vivace e luminoso.

Si sedette chiedendo un semplice cappuccino e quando l'uomo glielo portó, non si trattenne dal chiedergli :"Perché tutti questi pipistrelli?"

J lo guardó sorridendo e disse :"Sa, sono animali sottovalutati. Forti e giusti, vederli mi fa ricordare perché sono venuto qui e mi permette di sentire meno la nostalgia del passato."

Bruce :"Perché è qui? Se prova nostalgia deve aver lasciato qualcosa di bello."

J :"In realtà no. Tutto ciò che avevo era una vita a pezzi, ma si può dire che la persona più impensabile di tutte mi abbia fatto capire che anche io posso rinascere. I pipistrelli sono per quella persona ed è l'unica cosa che mi manca della mia vecchia vita. Tutto il resto è passato e mi va più che bene. Sono venuto qui per ricominciare e questa volta, voglio farlo nel modo giusto. "

Bruce lo guardó a bocca aperta, quello non poteva essere Joker. L'uomo che aveva di fronte sembrava essere... Vivo e buono, sembrava onesto e gentile e dal locale pareva quasi essere grato a Batman, come se lo avesse salvato da qualcosa di terribile.

Mentre si beveva il suo cappuccino, nel locale entró una ragazza che gli chiese il solito. La ragazza si riveló essere una cliente abituale, che beveva sempre un cappuccino di soia con cacao e cannella.

"Allora Arthur, stasera sei libero?"

J :" Lo sai che non lo sono."

Arthur? Bruce non credeva alle sue orecchie, J era tornato ad usare il suo nome originale, aveva ripreso la sua vecchia identità e non sembrava neanche un po' infastidito dall'uso dsl suo vero nome.

" Oh andiamo, lavori sempre e penso che un po' di compagnia ti farebbe bene. Sono mesi che cerco di invitarti ad uscire"

J:"Ne abbiamo già parlato Laura, sei una ragazza stupenda, sei bella e intelligente. Non dovresti buttarti via così, non dovresti sprecare il tuo tempo con uomini poco raccomandabili. Puoi avere di più dalla vita."

Laura :"Quindi sei un ragazzo cattivo?"

J :"Lo sono stato per molti anni e come ben sai non sono interessato ad avere una relazione." 

Laura :"Giusto... Certo se fosse Batman a chiederti di uscire non diresti di no."

Lo sguardo di Joker sembrò diventare triste e disse :"lui è... Diverso. È una situazione diversa. Mi piacerebbe rivederlo ma non è come pensi."

Laura :"Davvero? Non c'era nulla con il grande eroe di Gotham city? Nessuna fuga romantica?" rise la ragazza

J :"No direi di no."

Laura :"Ma tu lo vorresti"

J :"Sai, ti voglio bene ma a volte sei asfissiante."

Laura :"Dai... So che conosci la sua vera identità, anche se ti rifiuti di dirmela ed è evidente che provi qualcosa di profondo per lui."

J :"È un brav'uomo e probabilmente è anche affascinante... Ma non so chi sia e non so dire cosa provo per lui, non credo sia di origine romantica, penso più che altro... Gratitudine. "

Laura :" Si certo... Beh quando cambi idea fammelo sapere. " Disse, finendo di bere il suo caffè e poi uscendo.

Dopo un po' anche Bruce se ne andó, deciso a tornare come Batman quella sera.

****

J aveva appena chiuso il locale, la porta sul retro era aperta mentre lui si occupava di chiudere i sacchi dei rifiuti e di gettarli fuori.

Batman :"Joker un barista... Pensavo tornassi a fare il delinquente, non il buon cittadino che paga le tasse."

Per un momento J si bloccó a quella voce, poi sorrise e senza girarsi disse :" Beh, nuovo paese, nuova vita. Non è male gestire un bar." chiuse l'ultimo sacco dei rifiuti e lo portó fuori.

Batman osservó la scena stupito, pronti a scattare nel caso l'uomo avesse tentato di scappare.Tuttavia l'uomo non sembrava minimamente intenzionato a scappare, anzi, dopo aver sistemato i rifiuti negli appositi bidoni, rientro tranquillamente nel locale e si preparó a lavare i pavimenti.

Batman :"Sembri un uomo qualunque, se non ti conoscessi bene, direi che sei un uomo onesto."

J :"Quello che ero e quello che sono, fanno parte di due vite differenti. Niente di ció che farò potrà pulire la mia anima, ma almeno posso provare a redimermi e quando un giorno moriró, forse verrò ricordato anche per altre cose."

Batman :"Lo sai che non puoi stare qui Joker..."

J :"Arthur... Il mio nome è Arthur. Non... Ti prego non chiamarmi in quel modo." disse sedendosi esausto su una sedia.

Batman :"Pensi che solo perché sembri una persona qualunque ti lasceró in pace?"

J sorrise e rispose :"No. Tecnicamente non hai autorità qui in Italia, quindi sarà più difficile portarmi indietro. Conto su quel tempo che ho a disposizione per fare più cose possibili."

Batman :" Basterà mostrarmi alle autorità e dire chi sei"

J :" Fa pure. Sai dove trovarmi quando li avrai convinti." Guardó rapidamente l'ora e disse :"Maledizione sono in ritardo. Mi dai uno strappo Batsy? Così potrai tenermi d'occhio e sapere i luoghi che frequento."

Batman :"Scordatelo, non mi fido di te."

J :"Appunto... Sarà un bel vantaggio vedere dove vado la sera e dove abito."

Batman ci pensó attimo, poi decise che aveva ragione e che certo non poteva semplicemente prendere J e portarlo via, poiché non aveva autorità in quel posto. 

Con sua gran sorpresa, J si fece portare in una struttura per senza tetto, dove ogni sera faceva volontariato.Dopo diverse ore, Batman lo portó a casa, in una piccola casetta indipendente non molto lontano da li.

Lo seguì fin dentro e studió l'ambiente, non c'era nulla di neanche lontanamente vicino alla vecchia vita di Joker.

J :"Suppongo tu abbia un posto dove dormire, ma se ne hai bisogno in fondo al corridoio c'è una camera per gli ospiti." poi gli porse un paio di chiavi e gli disse che erano della casa.

Batman non rimase, ma tenne sotto controllo J per settimane. Di tanto in tanto si faceva trovare in casa sua a frugare tra le sue cose, in cerca di una qualunque dimostrazioni dell'esistenza del vecchio J.A volte lo aspettava seduto su una sedia e quando J entrava e lo trovava li, faceva un salto dallo spavento, accompagnato da un urletto decisamente poco virile.

Batman :"Non posso credere che il temibile Joker sia tu."

J :"Ero... E comunque chiunque si spaventerebbe se trovasse qualcuno in casa sua al buio. Almeno aspettami con la luce accesa." disse quasi offeso.

Batman :"Sei imbarazzante... Sei così... Diverso da prima"

J posó il suo zaino su una sedie e guardandolo disse :"Grazie. Ordiniamo una pizza? Muoio di fame. Oggi è venuto un nuovo tizio alla struttura." con nonchalance prese a raccontare della vita difficile che aveva affrontato quel ragazzo e di come sembrava essere solo.

Quando arrivó la pizza, J aprì con un gran sorriso e pagato il fattorino, porse una delle due scatole d'asporto a Batman.

Batman guardó la sua scatola e poi l'uomo che aveva di fronte a se, seduto in modo scomposto, mangiava affamato la sua pizza.

Batman :"Credo che questo sia per te" gli indicó un numero scritto a penna sulla scatola della pizza.

J lo osservó e disse :"Si è del fattorino, lo fa ogni volta."

Batman :"Però.... Nella tua nuova vita fai strage di cuori"

J rise e disse :"Forse... Ma tranquillo, nel mio cuore ci sei solo tu, il mio grande eroe Batsy."

Sotto alla maschera Batman arrossì e forse, anche se non lo avrebbe mai ammesso, un piccolo sorriso spuntó fuori.

Cosa ci fosse davvero tra loro ancora non era chiaro, ma di certo non era niente di negativo. Sebbene il nuovo J lo stupisse e a volte davvero lo trovava imbarazzante, Batman pensava che dopo tutto gli piaceva. Ogni volta che gli sorrideva lui si sentiva strano e per qualche ragione questo gli faceva rimandare il suo ritorno a casa, anche se avrebbe sempre usato la scusa della mancata fiducia.

Ci vuole tempo per dare fiducia e tanto ce ne vuole anche per cambiare. Ma se lo desiderate davvero, potere farlo...


SPAZIO AUTRICE:

NON BETATA

Eccomiiiiiiii nuova storia, spero vi piaccia.

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