Tinkerbell. Capitolo 1

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"Non esiste l'amore a puntate, l'amore a porzioni.
L'amore è totale e quando si ama si fa fino all'estremo."
                                         Papa Francesco.

                          𝑺𝒕𝒂𝒓𝒕 𝑶𝒗𝒆𝒓🧚🏼‍♀️

Guardo la pioggia scendere piano dalle vetrate della mia imponente villa a Long Island, un'isola della costa orientale degli Stati Uniti. Mio marito la comprò dieci anni fa, un mese prima di condurmi all'altare. Arthur Scott. Un uomo apparentemente perfetto. Esteticamente sembrava un angelo. La folta capigliatura bionda, gli occhi azzurri, naso perfetto e le labbra più carnose che avessi mai avuto il piacere di baciare. Era 1,96 di perfezione fisica, non esageratamente muscoloso, ma quanto bastava per farmi impazzire. Fiancheggiava il fratello Carter che è a capo di una grossa casa pubblicitaria. L'Advertising Scott. I due non si parlavano da anni, non si frequentavano neanche, tant'è che non era stato presente il giorno delle nostre nozze. Non ho mai avuto "l'onore" di fare la sua conoscenza, non che morissi dalla voglia di farlo, dai racconti di mio marito non c'è nulla di buono in quell'uomo. Ma condividevano l'azienda di famiglia che i genitori prima di morire gli donarono. Arthur mi diceva sempre che era fondamentale per l'azienda e che era grazie a lui che ha avuto grande trionfo. Sicuramente Carter è un uomo di successo, visto che risiede a capo dell'azienda, e questa va a gonfie vele. Non sono mai riuscita a capire come fossero riusciti a mandare avanti il tutto, evitandosi. La pioggia continua con qualche lampo in lontananza, illuminando la zona giorno in cui mi trovo. Sono le nove e non riesco a smettere di fissare le goccioline che scorrono piano sulla vetrata. Ho mangiato appena un pò di stufato di verdure, giusto per far compagnia ad Azzurra. Sospiro con un forte nodo alla gola al pensiero di mia figlia. Ha otto anni e ha già perso il padre. Cerco di trattenere l'impulso di piangere in contemporanea di allontanare il ricordo di quel terribile giorno. Il giorno in cui ho ricevuto la telefonata che mio marito, il mio Arthur aveva avuto uno scontro mortale con la nostra Db11. Stringo forte gli occhi e premo forte il palmo della mano sul vetro freddo. A distanza di due anni, ancora non riesco a farmene una ragione. Avevamo una bella vita, anche se il nostro amore era complicato. Ci eravamo conosciuti per caso, nella mia agenzia d'incontri. Era venuto per pubblicizzare il mio lavoro che con fortuna è con l'aiuto di altre due fantastiche ragazze, svolgo alla grande. È stato un colpo di fulmine e dopo quel giorno si è presentato con scuse varie, solo per rivedermi. La nostra collaborazione non era ancora giunta al termine, che noi eravamo già stretti uno nelle braccia dell'altro. Era un uomo che alternava momenti di gentilezza ad altri di prepotenza, apparentemente amorevole, galante e di tanto in tanto romantico. In principio sono sempre stata così incredula nell'aver avuto così tanta fortuna, nell'aver sposato un uomo simile. Infatti la mia fortuna si è spezzata due anni fa. Sono stati giorni bui, Azzurra aveva sei anni e non c'era nessuno ad aiutarmi, i miei sono morti entrambi anni fa, gli unici aiuti sono stati da parte della governante e le mie amiche e colleghe Asla e Thish. Ma fortunatamente Azzurra è molto saggia, non sembra che ha otto anni e non so da chi abbia ereditato questo carattere forte. Ha capito e ha cercato di andare avanti, a differenza mia che mi svegliavo ogni giorno sempre più distrutta e con poca vitalità. Ricordo quei giorni come un incubo, dove da giovane donna bella e curata, ridurmi a trasandata e trascurata. 《Mamma perché non ti trucchi più come una volta?》 Di tanto in tanto mi chiedeva Azzurra. 《Non ne ho voglia.》Le rispondevo stancamente. Per il lavoro indosso dei semplici abiti informi e coprenti e rigorosamente neri, con delle semplici ballerine. I miei lunghi capelli castani li tengo legati in una bassa coda morbida e ho accantonato tutta la mia biancheria sexy nell'enorme cabina armadio, ricca di abiti e accessori importanti di cui io non faccio più uso. Riapro gli occhi e porto le mani sul viso, asciugando le lacrime e tirando su con il naso. Mi muovo alla ricerca di un fazzoletto. Ancora una volta ho l'umore sotto ai piedi, recupero un fazzoletto e mi dirigo verso la cameretta di Azzurra. 《Mrs Scott?》Sento la voce di Clara, la mia governante. 《Sì.》Vedo che tiene in mano una busta. Mi acciglio un attimo per capire di che si tratta. 《Oggi è arrivata questa per voi.》Mi porge la busta e sul retro riconosco l'indirizzo della casa pubblicitaria e sento le budella contorcersi. Stringo con più forza la carta dura e stringo forte i denti. 《Non ho voluto dargliela prima perché non ho voluto turbarla.》Continua Clara. Ovviamente vedendo chi è il mittente, ha pensato bene di scegliere un momento migliore per darmela. 《Grazie Clara.》Faccio marcia indietro e ritorno in zona giorno. Accendo la piantana di cristallo e rileggo il mittente. Come se potesse parlarmi senza che io ancora la apri. Ma immagino già chi, ha inviato questa missiva. Colui che non è stato presente al mio matrimonio, e neanche al funerale. Le mani mi tremano e non so ancora se aprirla o meno. Che diavolo vuole? Chiudo gli occhi e ripenso a mio marito, ai nostri sorrisi, baci... quando riapro gli occhi mi avvicino al camino, strappo la missiva e la butto nelle fiamme.

Faccio piano quando apro la porta della cameretta di Azzurra, una piccola luce luminosa nell'angolo della camera illumina in modo tenue la stanza e la vedo dormire tranquilla. Mi conforta e un'onda d'amore mi riscalda. Somiglia molto ad Arthur. È bionda, ha gli occhi azzurri, il nasino piccolo all'insù proprio come Arthur e le labbra carnose. Tutte le volte che la guardo, rivedo lui e la amo infinitamente. Mi avvicino piano a passi felpati e leggermente le scosto una ciocca di capelli dalla fronte, sfiorandola delicatamente con le labbra. Sorrido mentre la guardo con amore. Quante cose vorrei dirle... ma è ancora troppo piccola. Mi giro per andare in camera, quando... 《Mamma?》Mi blocco e mi volto a guardarla. Si solleva appena con il corpo. 《Mamma stai bene?》Mi chiede con la piccola vocina addormentata e mi si stringe il cuore per averla svegliata e preoccupata. 《Ma certo amore mio.》Rispondo con un dolce sorriso, mentre mi avvicino per abbracciarla e baciarla. 《Dormi. Sono solo venuta a darti il bacio della buona notte.》Mi sorride in quel suo modo tenero e speciale, che mi riscalda sempre di più. 《Ti voglio bene mamma.》Dice con quell'espressione affettuosa che mi fa stare bene. 《E io ti amo fino alla luna e ritorno.》 Le dico posandole la mano sul suo cuoricino e dandole un altro bacio sulla guancia.

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