Carter. Capitolo 39

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Noto che a momenti albeggia, così sistemo la camera e mi preparo, mi spruzzo il profumo e uso anche quello per le mani e poi porto il borsone di sotto. Sospiro giù di tono, non voglio andar via, sono stato da Dio con i miei tesori. Ci rifaremo il prossimo weekend. Vado in salone e la trovo per come l'ho lasciata. È incantevole. Sono pervaso dall'amore, sento le briglie sciogliersi facendomelo diventare di pietra, ma è dettato dall'amore smisurato che ho per lei. Desidero ardentemente amarla. Mi siedo sul divano e delicatamente la riporto sul mio corpo. Si muove e la vedo annusare l'aria come una piccola cerbiatta e sorrido, le piace il mio profumo. Dopo qualche istante apre piano gli occhi e mi fissa attenta. 《Uhm... Sei pettinato e vestito. E hai anche un buon odore.》Rido emozionato. 《Dobbiamo andare?》È ancora addormentata. 《Non ancora. Abbiamo ancora un'ora.》《Uhm...》Si raggomitola su di me appoggiando il viso sul mio petto, mi metto comodo e prendo ad accarezzarle i capelli. 《Adoro quando mi coccoli.》Mormora beata. Figuriamoci se il minchione lo faceva. 《Più tardi vieni a cena?》La sua richiesta mi rende felice, anche lei soffre il distacco e non ce ne siamo ancora andati. 《Certo, se mi vuoi tra i piedi...》Solleva il viso, il suo sguardo oltre che assonnato è anche desideroso. Si avvicina al mio viso, ha le pupille dilatate e la cosa mi fa esultare, mi desidera. Mi accarezza piano una guancia e credo che le briglie più che sciolte stiano esplodendo, la verga duole e scalpita impazzita. 《Non ti sei accorciato la barba.》Nota con attenzione. 《Non mi andava.》Ammetto, non dormo da due notti, non ho proprio voglia di accorciarla. Ci fissiamo a lungo, continua a fissarmi le labbra, so che mi vuole assaporare, e sa Iddio quanto lo desiderio anch'io. Si morde il labbro e confonde il suo respiro con il mio. Ansimiamo piano, bramosi, questa cosa mi porterà all'esaurimento. Siamo troppo vicini, ho il cuore impazzito e la verga inferocita. 《Quanto mi desideri?》Bisbiglia piano improvvisamente e mi lascia senza parole per l'approccio che sta avendo. Rido e inarco la testa poggiandola sul divano. Se la desidero? Credo che le briglie si stiano spezzando a furia di tirarle. 《Ti faccio ridere?》Cazzo sembra offesa. Recupero la distanza riportando il mio viso a toccare al suo. 《Ricordi la nostra prima notte Tinkerbell?》Mi faccio serio. Corruga la fronte. 《Certo. Ma che c'entra?》Respiro rumorosamente. 《Quella notte l'ho desiderata più di ogni altra cosa.》Mi fissa attenta, come se non capisse il mio ragionamento. 《Adesso quel desiderio in confronto è una sciocchezza. Dovrò mantenere molto controllo quando faremo l'amore, perché quello che ho dentro temo non mi farà essere delicato. Ho fame di te. E non è per dire.》Mi guarda assorta e temo di averla spaventata. Ma è stata lei a provocarmi. Poi piano piano mi fa un sorrisetto malizioso, le piace. Ecco il mio piccolo vulcano. 《Vado a prepararmi.》Sussurra, mi bacia piano una guancia e poi si alza lentamente con addosso la coperta che nasconde il suo corpo perfetto. Sicuramente la mia risposta l'ha compiaciuta. Mentre cammina si volta e mi sorride. Sì, le è piaciuta. Sospiro rilassandomi sul divano.

Dopo un'ora siamo in macchina, con Azzurra che lamentosamente si sdraia sul sedile e riprende a dormire. 《Perché una di queste sere non vieni a cena da me?》Le chiedo con il cuore impazzito per paura di un suo rifiuto, soprattutto perché sto per farle una proposta. 《Oppure ti porto a cena fuori. - Deglutisco agitato a quello che sto per dirle. - Senza Azzurra. Solo noi due.》Ora mi manda a fanculo. Sposto un attimo l'attenzione dalla strada a lei e la vedo arrossire sorridente. Sì! Dimmi di sì! Si morde il labbro, forse l'idea di stare senza Azzurra la imbarazza. Ma se dobbiamo concretizzare, è giusto che iniziamo a stare da soli. 《L'idea mi piace. - Sussurra sorridente. - Clara si occupa sempre di Azzurra quando sono impegnata. Okay.》Okay. Chiudo un attimo gli occhi e sospiro soddisfatto, finalmente posso corteggiarla. 《Vorresti fare la ruota.》Mormora ridendo, facendo ridere anche a me, ha ragione, era una cosa che facevo da ragazzo quando ero felice, mi fa piacere che se ne ricorda ancora. 《Sono felice che ti ricordi il modo in cui mostravo la mia gioia.》《Non ho dimenticato nulla di te.》Improvvisamente è più seria e sento i battiti del cuore nelle orecchie, tanto sono forti. 《Come io di te.》Sposto lo sguardo dalla guida per fissarla e intensificare le mie parole, mi guarda con occhi luminosi e le gote scarlatte. Gesù Cristo quant'è incantevole. 《Ho notato.》Sussurra quasi con imbarazzo. Sento la verga tirare e cerco di controllarmi. 《Immagina se ti avessi sposata.》Le dico con schiettezza, senza riuscire a trattenermi. La sento sorridere. 《Non avrei sofferto in silenzio per otto anni.》È come se ricevessi una pugnalata al cuore. Vedo il suo volto diventare improvvisamente triste e subito le prendo la mano e la stringo sulla mia coscia. 《Noi ne vivremo di più. E ogni singolo giorno sarà speciale e felice.》Le prometto con il cuore. 《Dai per scontato che ti sposi?》Sorrido sicuro di me. 《Ovvio. Non permetterò più a nessuno di rubarti a me.》Le stringo ancora un pò la mano delicata. 《Sei mia.》Nelle ultime parole metto maggiore enfasi e la voce si fa più profonda. Improvvisamente la sento contraccambiare la stretta e ancora una volta il mio cuore e la mia verga fanno a gara a chi attira di più l'attenzione. Mi fa uno sguardo ricco di promesse e non vedo l'ora di restare da soli.

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