Tinkerbell. Capitolo 59

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Un ronzio mi sveglia, apro gli occhi e ho il libro ancora aperto sul petto e la luce accesa. Il ronzio continua incessante e mi volto a prendere il cellulare, sorrido. 《Ciao.》Sussurro rauca. 《Amore mio.》L'urgenza di quel vezzeggiativo mi rianima dal sonno. 《Dormivi?》Guardo la sveglia, sono le tre e mezza. 《Sì.》Ammetto ridendo. 《Ti secca scendere ad aprirmi?》Mi scopro all'istante e scendo dal letto scaraventando il libro a terra. 《Sei qui?!》Strillo in un sussurro. 《Sì. Davanti al cancello. Sono corso immediatamente da te.》Ho le lacrime agli occhi mentre mi precipito dalle scale e premo il pulsante di apertura del cancello, apro la porta d'ingresso e vedo la sua Velar varcare lo spiazzale. Sorrido perché ha già preso la macchina familiare. Ma quando lo vedo scendere di corsa, con lo sguardo impaziente, porto le mani congiunte al viso e piango. Porta un completo, ma ha la cravatta sciolta che gli penzola dal collo e due bottoni sbottonati, i capelli stravolti, ha fatto il diavolo a quattro per essere qui domani. Mi stringe forte al suo corpo e lo faccio anch'io tra le lacrime. Si sposta per portare il suo viso a toccare al mio e sento il forte profumo virile, di alcol e fumo. 《Sono qui amore mio, con te.》Mi bacia con foga e io ricambio afferrandolo per i capelli. Mentre ci baciamo entriamo dentro chiudendo la porta, tra ansimi e toccatine. Mi stacco per chiudere il cancello. 《Mi sei mancato terribilmente.》Dico piagniucolando. Mi guarda commosso e disperato, mentre mi prende in braccio e sale le scale. Lo stringo per il collo e gli indico la mia stanza. Fa piano e quando entra chiude piano la porta e poi riprende a baciarmi con foga. Ansima, le sue labbra premono con forza per il possesso, la sua lingua è frenetica sulla mia, morde le labbra, succhia e grugnisce, mentre mi tocca i capelli, e il corpo attraverso il pigiama di flanella. Io ricambio con la stessa urgenza, aiutandolo a togliersi il cappotto, la giacca, e poi lancia via la cravatta prendendomi in braccio e gli cingo la vita con le gambe, le nostre bocche non smettono di premere, mordere, sento la sua barba pungermi il viso e ansimo felice, tirandogli i capelli. 《Cazzo quanto mi sei mancata. Stavo impazzendo.》Bisbiglia sulle mie labbra accalorato. 《Lo so. Per me è stato lo stesso.》Mormoro ancora un pò piagnucolante. Mi fissa come se fossi l'ossigeno che gli è mancato in questi giorni, un'espressione bellissima, da togliere il respiro. 《La prossima volta verrai con me in Canada.》È serissimo e gli accarezzo con entrambe le mani il viso ispido. 《Non sopporto la lontananza da te.》Sorrido tra le lacrime e lo bacio appassionatamente con il cuore in tumulto, non voglio più lasciarlo e neanche lui lo vuole, lo amo disperatamente. Ci stacchiamo affannati. 《Verrai con me?》Chiede con il cipiglio speranzoso. 《E Azzurra?》Non posso dimenticare che ho una figlia. 《Qualche volta la portiamo, altre la terrà Clara. O no?》Questo fa parte degli spazi che vuole solo con me, ed è giusto, non voglio sbagliare come Alexa. Carter è come Richard: un uomo passionale, carnale, ha bisogno di avere delle libertà con me e io le voglio, anch'io ho bisogno di stare da sola con lui. 《Sì.》Sussurro fissandolo intensamente. Mi sorride con gli occhi che gli brillano, poi mi mette giù e mi fisso con fastidio. Ho uno stupido pigiama con le farfalle colorate. Che figuraccia! Mi sorride tenero. 《È carino.》Dice con la fronte corrugata e un ghigno divertito. Piego la testa di lato e alzo un sopracciglio. 《Piantala.》Ride, quel magnifico suono caldo, di gola, che mi fa palpitare e bagnare. Prendo il cappotto, la giacca e la sua cravatta e li sistemo nel porta abiti che un tempo usava Arthur. Liscio il bavero della giacca e per un momento mi sento strana. Averlo qui... mi abbraccia da dietro e mi bacia il collo scoperto dallo chignon. 《Va tutto bene. Non dobbiamo per forza...》Mi volto e incontro i suoi occhi comprensivi. 《Non m'importa più niente di Arthur. È solo strano essere qui insieme. Niente a che fare con sentimentalismi.》Sorride rincuorato. 《Tu sei ...》Non riesco ancora ad esprimermi, m'imbarazzo, torreggia di fronte a me, così bello e innamorato pazzo e non mi sembra vero. 《Non posso più vivere senza di te. Sono stati i due giorni più lunghi della mia vita.》La mia ansia si specchia identica sul suo volto. 《Ti amo Bell. Ti ho amato ogni singolo giorno da quando sei entrata nella mia vita. Non ho mai perso la speranza.》Mi avvicino al suo viso e porto le mie mani sul suo petto e sento il suo cuore scalciare imbizzarrito. Lo fisso, mi limito solo a questo, parlargli con i miei occhi traboccanti d'amore e lo vedo ricambiare l'intensità deglutendo piano. 《Chi ha detto che l'amore si fa soltanto con il corpo, non ha mai conosciuto l'amore vero.》Sospiro con una fitta al cuore e gli occhi mi pizzicano per le lacrime che trattengo. Ne scende una, scorre veloce verso le labbra e piano piano gli sbottono il gilè e la camicia, deglutendo a fatica, sentendolo tremare al mio tocco. Con calma la esco dai pantaloni e vedo il suo bel torace cesellato, poi mi sposto ai polsini e sbottono i gemelli, mi sposto per posarli sul comò dove ho tolto il portafoto con la foto del matrimonio, e mi raggiunge ad un passo lento. Con una mano lo spingo dolcemente a sedersi sul materasso e gli faccio scivolare la camicia dalle spalle muscolose insieme al gilè, per portarli nel porta abiti, tornando verso di lui ci fissiamo come avvolti dalle fiamme, leggo che è trattenuto per lasciarmi fare e subito salgo sul materasso, dietro di lui e piano piano, con amore, inizio a massaggiargli le ampie spalle muscolose, anche la schiena è perfettamente cesellata e appetibile. Lo sento rilassarsi e ansimare, nel frattempo gli bacio il collo, piano, annusandolo e mettendo un pò di lingua. 《Cristo è paradisiaco.》《Immagino che sei distrutto.》Bisbiglio sulla sua pelle. 《Non sono stanco.》Mormora scuotendo il capo e rido come una bambina divertita, riesco a vedere alle sue spalle il rigonfiamento nelle parti intime e continuo a massaggiarlo tra un bacio, un morsetto, succhiotto. 《Muoio dalla voglia di fare l'amore. Di colmare subito il doloroso distacco che ci ha tenuti separati.》Il suono caldo della sua voce sembra disperato e mi fa aggrovigliare le viscere. Mi afferra subito un braccio e mi fermo con le labbra ancora premute sulla sua schiena. Sento il suo respiro farsi più forte, sento una fortissima elettricità, è in agguato e so già che è questione di attimi, prima che sferri il suo attacco. Del resto l'altra sera mi ha lasciata fare e scommetto che ora è arrivato il suo momento. Tremo perché so che ora mostrerà la SUA, vera natura.

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