Carter. Capitolo 40

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Arrivo in azienda giusto in tempo, ma appena varco la soglia del mio ufficio sussulto appena, alla vista di Megan seduta sulla mia poltrona. Sta marcando il territorio? Mi fermo un attimo e la fisso con la fronte corrugata. Alza lo sguardo e quando i nostri occhi s'incontrano mi sorride maliziosa. 《Buon giorno mio caro.》Si alza dalla poltrona mentre io le vado incontro. Non mi sfuggono i suoi occhi percorrermi tutto il corpo. Poi mi bacia calorosamente una guancia, tenendo il palmo della mano premuto contro l'altra. 《Megan.》La saluto, poi mi accomodo e accendo il computer. 《Mi stavi aspettando?》Questa cosa mi lascia interdetto, non ha mai fatto così. 《Sì, mi sei mancato.》Sorride sbattendo le ciglia e muovendo il corpo esile, fino ad appoggiarsi sulla mia scrivania. 《Non hai accorciato la barba e non indossi il completo. Che succede?》Ma cos'è tutto questo interrogatorio? Sbatto le palpebre e la scruto con attenzione. 《Avevo fretta stamattina.》Sintetizzo. Assottiglia gli occhi e sporge le labbra rosa in fuori. 《Uhm... stai bene anche così.》Conclude con un sorriso civettuolo. Sorrido incredulo. 《Stai bene anche tu.》Replico con educazione. Arriccia il piccolo naso e sorride compiaciuta. Si è spruzzata una quantità di profumo che mi sta dando il mal di testa. Apro alcune pagine con i conti che devo controllare, quando la sento avvicinarsi di più. 《Dove sei stato questo weekend? Sono passata da casa tua.》Il tono di voce è sospettoso, ma non devo sicuramente rendere conto della mia vita a lei. 《Sono stato fuori.》Dico sbrigativamente attenzionando alcuni documenti. 《Perché non mi hai chiesto di farti compagnia? Avremmo passato un pò di tempo insieme.》Aggrotto la fronte. Se l'avessi voluta non avrei perso tempo, ma evidentemente Megan non è una donna che si arrende tanto facilmente. Mi volto a guardarla con indulgenza. 《Megan... tra noi c'è solo un buon rapporto di lavoro e rispetto. Nient'altro.》Le sorrido per addolcire la pillola e mi fa un sorriso forzato, l'ho colpita nell'orgoglio. Sono sempre stato chiaro negli atteggiamenti, ma lei non vuole proprio arrendersi. Si stacca dalla scrivania e mette le braccia conserte, facendo sporgere di più le piccole tette che sporgono dalla profonda scollatura. Mi viene da ridere. 《Ottengo sempre quello che voglio Scott!》Fa una smorfia di sfida e io rido divertito. Anch'io ottengo sempre quello che voglio, ma lei non rientra nel mio progetto. 《Okay Megan.》Dico canzonatorio e nel frattempo entra Sara. Ha in mano il mio caffè e un fascicolo. 《Mr Scott. Miss Roberts.》Megan assume subito una postura di superiorità e Sara sembra che sia stata appena lisciata contro pelo. 《Buon giorno Sara, spero che oggi siamo produttivi.》《Come sempre Mr Scott.》Noto che mi risponde con un certo fastidio e capisco che è la presenza di Megan a farle quest'effetto. L'altra continua a fissarla quasi con saccenza e mi infastidisce, Sara è una gran lavoratrice e mi aiuta sempre quando ho bisogno. L'aria improvvisamente diventa pesante, Sara poggia il mio caffè e i fascicoli e Megan la scruta con le braccia conserte. Le fisso entrambe, poi: 《Se ho bisogno di te ti faccio chiamare.》Avviso Megan e leggo il fastidio che le dà il mio ben servito. Poi accenna un breve sorriso. 《Quando vuoi caro.》E va via sculettando nelle sue altissime Louboutin, scorgo Sara fare una smorfia nauseata. 《Un giorno mi spiegherai perché ti sta sul cazzo.》Ride. 《Perché è una sgualdrina che vuole affondare i suoi artigli su di te. E tu sei un uomo per bene, non mi piace per te.》Rido divertito e sorseggio il mio caffè alla nocciola. Non ho mai capito se a Sara piaccio in quel senso, ha sette anni più di me, ma mi ha sempre mostrato affetto, forse è solo più brava a nasconderlo, ma non cambierebbe nulla, io amo Tinkerbell e lei lo sa da sempre. Tra l'altro ha ampiamente fatto intendere che le piace. 《E Tinkerbell?》Le chiedo diretto facendola ridere. 《Non c'è bisogno che me lo chiedi, lo sai. E poi lei è l'amore della tua vita. È dolce e di buoni sentimenti. È perfetta per te.》Sorrido felice. 《Non hai accorciato la barba e sei sportivo, immagino che sei stato molto impegnato per dargli importanza.》Ma che hanno tutti con la mia barba? 《Onestamente sì.》《Suppongo che quindi il weekend sia andato bene.》Fa un sorrisetto malizioso. 《Più di quanto mi aspettassi.》Ammetto con un sorrisetto sciocco. 《Sono contenta.》Sorseggio ancora, poi vedo il suo volto mutare di colpo e farsi teso, poso la tazza. 《Che succede?》Mi faccio serio e aspetto con attenzione. 《Hanno rilasciato Baker.》Mi acciglio e una rabbia cocente m'investe fino a farmi serrare pugni e mascelle. 《Che cazzo dici?》《La verità Carter. Qualcuno ha pagato la cauzione.》Non è vero! Chi cazzo ha potuto fare una pazzia simile?! Mi porto le mani ai capelli e li tiro. 《Quel figlio di puttana non sarebbe mai dovuto uscire!》Sbraito prendendo il mio cellulare per contattare il mio avvocato. Sara sta ancora in piedi di fronte a me, con l'aria mortificata. 《Non posso crederci neanche io.》Mormora appena. Dopo qualche squillo mi risponde. 《Ryan! Ho saputo di Baker! Com'è possibile?!》Non riesco a smettere di urlare e mi sbottono i bottoni del colletto della camicia, spostando appena quello del cardigan. 《Carter lo so perfettamente. Quel figlio di puttana è riuscito a svignarsela.》《La sua condanna era appena incominciata! Doveva marcire in quel carcere!》《Hai pienamente ragione. Ma chi poteva immaginare che venisse pagata una cifra del genere? Soprattutto per dopo ciò che ha fatto.》《Se scopro chi è stato... ha finito di vivere!》Mormoro sinistro e vedo il volto di Sara farsi più preoccupato. 《Mi dispiace Carter. Ma non possiamo fare niente. Dovrebbe ricomettere un reato, in caso contrario è libero.》Stringo i denti e la voglia di spaccare qualcosa si fa strada dentro di me. 《È uno schifoso, ripeterà l'errore e a quel punto sarà finito!》Esplodo mettendo fine alla chiamata. Sara è in difficoltà. 《Mi dispiace molto Carter, davvero. Posso fare qualcosa?》La sua voce appena udibile, è piena d'affetto e lo apprezzo, ma io sono nero. Mi porto le mani a coprire il viso e butto l'aria pesantemente. 《No. Ma grazie lo stesso.》Riesco a rispondere infine, cercando di controllarmi. 《Sei riuscito a parlare con Tinkerbell della situazione?》La fisso inquieto. 《Impossibile. È troppo presto. Quando lo farò dovrà essere mia, in modo che possa confortarla nella maniera giusta.》Fa una smorfia che fa capire quanto questa situazione sia spiacevole. 《Come farai? Come glielo dirai?》La preoccupazione nella sua voce mi mette maggiore ansia. 《Ancora non lo so. È una domanda che mi tormenta da anni. Ma prima non potevo perché c'era Arthur, ora l'idea di vederla soffrire mi uccide.》《Sono sicura che lo farai delicatamente. Ti ama. L'ho vista. E dopo che saprà... ti amerà di più. Te lo garantisco.》La fisso con speranza, perché temo quel giorno. Tutte le volte mi si forma un nodo allo stomaco.

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