Carter. Capitolo 42

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Sono stanco di rivedere progetti ridicoli, tipo una mucca parlante per sponsorizzare il latte, ma fanno sul serio? Sbuffo nervoso. 《Sii paziente.》La piccola voce di Azzurra ripete il consiglio che ho dato a lei qualche ora fa e sorride compiaciuta. Aggrotto le sopracciglia facendo un finto sguardo di avviso. 《Non prendermi in giro signorina.》Ride più divertita che mai, così torno a fissare quelle robacce, ma invano. I miei pensieri sono tutti rivolti alla libertà di Baker. Sono molto preoccupato, devo assolutamente sposare al più presto Tinkerbell, perché dobbiamo stare sotto lo stesso tetto, non mi sento sicuro così. Bussano alla porta, che strano, Sara non mi ha annunciato nessuno. 《Avanti.》Alzo il tono. La porta si apre appena e vedo sbucare la mia bellissima fatina. Subito il cuore prende a martellare. 《Posso?》 Chiede incerta. 《Mamma!》Urla felice Azzurra saltando dalla sedia vicina alla mia. 《Entra.》Esclamo con fare ovvio. 《Non devi mai chiedere il permesso per entrare, sei sempre la benvenuta qui.》Ecco perché Sara non l'ha anticipata, sa che per lei non vale. Mi avvicino subito a loro e quando va incontro ad Azzurra per abbracciarla, non posso fare a meno di studiare il suo look. Indossa un jeans chiaro, una camicia bianca con una giacca blu e delle converse rosa. I suoi capelli sono una morbida massa mossa e seducente, e ha sostituito il suo profumo con uno al gelsomino che le dona particolarmente e manda me KO. Gesù Cristo! La verga tira e cerco subito di ricompormi, c'è Azzurra. Ma non mi sfugge che ha perso più tempo davanti lo specchio e ha aggiunto un altro pò di trucco. Lo ha fatto per me, il cuore mi salta in gola. 《Hai finito i compiti?》《Sì.》《Perfetto. Da quando studi con tuo zio sei una macchina da guerra.》Commenta piacevolmente entusiasta. Poi mi guarda e mi sorride, ma mi sorride in modo nuovo, diverso, è... amore. 《Ciao.》Mormora sempre con quel sorriso che contagia il mio speciale per lei. 《Ciao.》La voce mi esce più profonda che mai, sarà per l'emozione. Non smettiamo di fissarci come due adolescenti alla prima cotta. 《Vado da Sara, voglio le patatine della macchinetta.》Ci informa allegra Azzurra. Ma sappiamo entrambi lo scopo della sua uscita, che non è di sicuro per le patatine. 《Ti verrà il mal di pancia.》La richiama Tinkerbell. Azzurra mette le mani congiunte e ci prega entrambi con il suo adorabile broncio. Faccio un cenno di assenso a Tinkerbell e lei cede. 《Okay, ma non abusare.》Subito allarga un sorriso verso di me, mi piace il fatto che ha lasciato prendere me la decisione, proprio come se fossi il padre, suo marito. 《Grazie, grazie.》Urla e corre verso l'uscita, così che io e Tinkerbell ci perdiamo nuovamente in sguardi intensi. 《Non immaginavo che saresti passata.》Ammetto felicemente sorpreso. 《Avevo voglia di vederti.》Confessa con un lieve imbarazzo e sorrido felice. Sì, si è presa cura di sé stessa per me. Posso essere più felice? 《Sono felice. Anch'io morivo dalla voglia di vederti.》Porta le labbra verso l'interno e non smette di avere quello sguardo luminoso. 《Non sei passato da casa a cambiarti?》《Non mi andava. Sul cardigan c'è ancora il tuo profumo.》Le confido emozionato e vedo i suoi occhi allargarsi per lo stupore, poi arrossisce. Con gli occhi le dico che l'amo da morire e il suo sorriso emozionato che mi fa, mi chiarisce che ha colto il mio messaggio. 《Ho portato uno schizzo del progetto sull'AIRC. - Fruga nella borsa. - Oggi in ufficio mi annoiavo e ho iniziato a scrivere qualche idea, dimmi se ti piace, in caso lo modifico.》Mi porge il foglio e lo spiego per guardarlo. 《È indubbiamente perfetto.》Vedo che si muove e cammina verso la mia scrivania, la osservo emozionato e i suoi movimenti sinuosi fanno sobbalzare la mia verga come uno dei puffi al villaggio. Questi jeans le fasciano il culo perfettamente rotondo in modo molto appetitoso, cerco ancora una volta di tirare le briglie. Una mano liscia il tavolo di legno lucido e poi gira fino alla mia poltrona e lì mi salta all'occhio che ha tolto la fede. Il cuore mi balza in gola togliendomi il respiro. Questo ha un solo significato, mi sta dando l'accesso, Arthur è fuori. Farei una tripla ruota per quanto sono felice. 《È di tuo gradimento?》Le chiedo facendomi ad un passo da lei, molto emozionato. 《È il tuo stile. Caldo, confortevole, rassicurante...》Sorride soddisfatta e ignorando i nudi. 《Mi piace le parole che hai appena usato per descrivermi. - Torno serio. - Sono davvero tutte queste cose con te.》Siamo molto vicini, poso il foglio sulla scrivania, senza toglierle gli occhi di dosso e lei fa lo stesso. 《Domani sera voglio portarti fuori a cena.》Deglutisco piano. Sorride felice. 《Non vedo l'ora.》Ammette con voce appena udibile. Sta succedendo davvero? Sono così felice che ho voglia di fare la ruota. 《Siediti.》Dico invece, invitandola con un gesto della mano verso la mia poltrona in pelle, notando che trema e lo nota anche lei trattenendo un sorriso. 《No, sto bene così.》La sua voce sembra essere più calda e mi siedo io per ricomporre la situazione giù a sud. 《Siediti.》Insisto indicando la sedia in pelle vicino alla mia, quella dove si siede Azzurra. Ride. 《Dai, così mi fai sentire a disagio.》La informo, visto che io sono seduto, ma lei schiaccia il suo sedere perfetto sul mio tavolo e mi fissa con fare civettuolo. È la fine. Pensieri di me che la posseggo su questo tavolo confortevole mi tormentano. Noto che abbiamo fatto passi da gigante nel weekend passato. 《Perché? Ti fa sentire in una posizione di potere?》Solleva un angolo delle sue labbra carnose. Credo che sto perdendo la bussola. 《Non tirare la corda. - Le ricordo profondo. - Io non sono un uomo freddo, ma tu lo ricordi bene.》Subito si morde il labbro con imbarazzo. Capisco che è una vita che non ha un rapporto come si deve e che la faccia godere, ci penserò io a farla urlare, liberandola da questa frustrazione che si porta ancora dietro. Si muove avvicinandosi, le sue gambe sfiorano i braccioli della mia poltrona e mi guarda intensamente. Gesù Cristo! Freno l'istinto carnale di baciarla e rovesciarla sul tavolo. Mi sta dando il permesso, a modo suo mi sta facendo capire che vuole che la baci. I nostri occhi si mandano ancora dei messaggi silenziosi e comprendo maggiormente che Arthur è fuori, sotto terra. Prendo un sospiro e sono pronto ad alzarmi dalla poltrona quando improvvisamente si apre la porta e sobbalzo vedendo entrare Megan con dei fogli. 《Megan?》Sono accigliato, mentre lei avanza ancheggiando sul suo abbigliamento succinto. 《Sara non era alla sua scrivania e io ho pensato di passare a farti vedere questi.》La sua voce scema nel vedere Tinkerbell, la studia dall'alto in basso con sconcertata arroganza e noto Tinkerbell rimanere perfettamente nella sua posizione, di fianco a me. 《Preferisco che la prossima volta bussi.》L'avviso mostrando fastidio e noto che se ne accorge. 《Scusa, non volevo disturbarti.》Esclama mortificata, ma con una certa irritazione, perché con me c'è Tinkerbell. Prendo i documenti di Megan e noto che Tinkerbell la studia attentamente, non voglio che sia gelosa, spero abbia capito che è solo una mia collaboratrice. Quindi vedo di mettere in chiaro la situazione. 《Tu devi essere Tinkerbell Scott? La moglie di Arthur?》Le chiede con sfacciataggine irritandomi. 《Sì.》Annuisce Tinkerbell. 《Oh... immagino che dolore quando è morto. Mi diceva sempre quanto eravate innamorati.》Inizio ad essere irrequieto sulla poltrona e lancio a Megan uno sguardo di fuoco, al contrario di Tinkerbell che rimane ancora immobile al mio fianco. 《Non dev'essere facile.》La sua voce falsamente melliflua mi irrita. Dove vuole arrivare? Tinkerbell non poteva amare Arthur più di me. 《Megan!》La richiamo con un certo nervosismo nella voce. 《Come ti permetti?》Colgo il dispiacere nel suo volto ricoperto di trucco.  Non si aspettava un mio rimprovero. 《Ah tranquilla, sono passati due anni.》Interviene Tinkerbell a smorzare i toni. 《È più che superata.》Risponde con una tale determinazione, tanto da lasciarmi colpito. È gelosa. 《Adesso sono più che serena.》Incontro i suoi occhi sorridenti e questa è la conferma che aspettavo. 《Cos'è?》Megan riporta la mia attenzione su di lei che indica la bozza di Tinkerbell, subito volto il foglio. 《Non sono affari tuoi.》Dico assumendo un tono che mette in chiaro la sua posizione qui, cioè solo da dipendente e adesso vorrei veramente cacciarla fuori, ha interrotto un momento privato e vuole destabilizzare Tinkerbell. Alza le mani. 《Okay.》Esclama contrariata. 《Guardarò questi progetti con calma. Ti faccio sapere.》La liquido. 《Ah no, tranquilli, fate con calma. - Interviene Tinkerbell. - Stavo andando via, non voglio disturbare il tuo lavoro.》Mi acciglio, non voglio che va via. Ma si è staccata dalla scrivania con un sorrisetto. 《Non dire stronzate. Qui sei a casa tua. Tu sei una Scott! E continuerai ad esserlo.》Dico grave. Megan fa una smorfia nervosa perché sono stato molto più che chiaro e Tinkerbell mi sorride dolcemente. Questa è davvero casa sua, lei è una Scott e presto sarà mia moglie, rafforzando il nostro cognome. Si avvicina e sento il cuore ripartire impazzito, si abbassa per baciarmi calorosamente la guancia e chiudo gli occhi beandomi di questo gesto amorevole e del suo profumo delicato. Ha marcato il territorio. Questa cosa mi accende. 《Calmati iena. Ci vediamo più tardi.》Fa il giro lasciandomi stordito. Iena? Ma non ero caldo, confortevole, rassicurante? 《Arrivederci.》Saluta tranquillamente Megan che le sorride stizzita e poi mi fa l'occhiolino, porta con una mano una ciocca ribelle da una parte in un gesto sexy, ed esce muovendo quel culo in modo da farmelo diventare ancora più duro. Ha acquisito sicurezza e marcato il territorio. Sono felice di questa cosa. Fisso ancora la porta dopo che lei l'ha chiusa. 《Oddio... ti piace quella cerva? La vedova ti tuo fratello?》La voce derisoria e nervosa di Megan me lo fa ammosciare di colpo e cerco di controllare i miei nervi. 《Megan non esagerare.》《Okay, okay... pensavo che ti piacesse un altro genere di donna. Visto che poi le iene possono essere pericolose per i cervi.》La fisso in silenzio con le mascelle contratte e si zittisce all'istante. 《Stai attenta a come parli. Ho già ampiamente chiarito che tra te e me c'è solo un rapporto lavorativo, niente di più. E spero che ti sia chiaro perché sono un uomo molto devoto e se non mi prendi in parola sarò costretto a prendere provvedimenti e chiudere anche con il rapporto lavorativo.》I suoi occhi dardeggiano. 《Vorresti sbattermi fuori?!》Alza la voce. Mi alzo dalla poltrona accigliato. 《Se non mollerai la presa sì. Lo farò.》Fa una smorfia dolorosa e trattiene le lacrime che vogliono sgorgare per l'umiliazione, poi dilata le narici e alza il mento. 《Okay, starò al mio posto.》Dice tra i denti e noto che è trattenuta dal dirmi altro, quindi non credo proprio nelle sue buone intenzioni, ma la terrò d'occhio e se sbaglia sarà peggio per lei.

𝑺𝒕𝒂𝒓𝒕 𝑶𝒗𝒆𝒓🧚🏼‍♀️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora