Carter. Capitolo 66

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Ho caricato la macchina, e sto scendendo un'altra borsa che contiene parte parte del guardaroba invernale di Azzurra, quando suonano al citofono. Lascio la borsa nell'ingresso e mi dirigo verso l'entrata dove Clara sta aprendo ad una Volvo V60 blu. 《Chi è?》Chiedo con la fronte aggrottata. 《Mr Evans, Mr Scott.》Metto il cipiglio. 《Adesso ha superato il confine.》Farfuglio nervoso. Noto il leggero timore nel suo sguardo. 《Chi è?》Chiede Bell venendo verso di noi e rimango senza fiato. Stamattina è ancora più stupenda. Porta una camicetta di seta color champagne, con due bottoni aperti, tanto da mostrare le perfette rotondità dei seni e una gonna a tubino nera sopra il ginocchio, molto aderente e quando si volta noto che la lampo oro della gonna è lunga quanto tutta la lunghezza della gonna, quindi può gestire lo spacco, che lei ha optato per qualcosa di sexy, appena pronunciato. Le sue decolté di Jimmy Choo sono fatte di pizzo nero e immagino di vederla solo con quelle, nuda, mentre faccio l'amore con lei selvaggiamente. Ha lasciato i capelli mossi ricadere liberi e ha optato per un trucco da giorno. Il suo profumo al patchouli e fiori d'arancio scatena istinti primitivi e cerco di tirare le briglie. 《È Mr Evans, Mrs Scott.》Risponde sempre con una sorta di timore Clara, andando verso la cucina. 《Eric? Ma che ci fa qui?》Sbatte le lunghe ciglia con aria stupita. 《Lo so io.》Borbotto seccato. Mi stringe i bicipiti scoperti dalle maniche della camicia bianca che ho arrotolato. Si fa ad un passo dalle mie labbra. 《Sei geloso?》Di quel poveraccio senza speranza? Aggrotto la fronte. 《Dovrei?》I miei occhi penetrano i suoi. 《Per niente.》Ride divertita, le piace vedermi sulla brace, comprendo che ha bisogno di vedere da parte mia quanto tengo a lei, anche se pensavo lo avesse ben chiaro, ma a quanto pare la stuzzica vedermi geloso, il suo ego finalmente trova una giusta risposta. Mi sporgo per baciarla ma suona il campanello e lei mi sfugge per aprire, quando Azzurra si fa al mio fianco. 《Ma che vuole?》Alzo le spalle, non potrei mica spiegarle che vuole entrare dentro il bullone di sua madre. 《Eric! Buon giorno!》Esclama allegra. 《Bell! Che bello rivederti, era un bel pò ...》Si blocca quando i suoi piccoli occhi azzurri incontrano la mia figura. 《Oh! Buon giorno Carter.》Carter? Siamo amici ora? Faccio un gesto con la mano come saluto e poi la riporto sul fianco, come l'altra. 《Buon giorno Mr Evans.》Saluta Azzurra. 《Ciao piccola.》Le sorride, ma io lo fisso ancora con le mani sui fianchi. 《Va a prendere le tue cose che stiamo per andare.》Ordino ad Azzurra per far capire al tizio che è ora di smammare. 《Okay.》Sogghigna indicando la mia posa spocchiosa e corre di sopra. Che furbacchiona. 《Stavi per uscire?》Stavi? Okay, mi ignora, quindi mi avvicino a Bell con fare altezzoso, le mani sui fianchi e faccio guizzare i bicipiti in modo da far capire bene il concetto al coglione di fronte. 《Sì. Stiamo per trasferirci negli Hampton.》Bell fissa la mia figura identica a prima e noto che trattiene l'impulso di ridere, portando in dentro le labbra. 《Vi trasferite? Quindi non ci vediamo più?》Oh Cristo! 《Che peccato.》Borbotto ironico. Bell mi fissa con la bocca aperta e un'aria divertita. 《Azzurra finirà l'anno di scuola, quindi capiterà ancora di rivederci ogni tanto.》Vedo che il coglione mi fissa accigliato. Oh! Ti sei accorto di me? 《Ma è più probabile che veda me.》Aggiungo serio. Con un braccio le cingo la vita sottile e la porto a toccare al mio corpo, facendola arrossire violentemente. 《Sbrigati amore, o faremo tardi.》Le mormoro guardandola con amore, ignorando la piattola di fronte. Poi premo le labbra sulle sue e le dischiudo in un veloce bacio passionale. 《Ti aspetto di là.》Le ammicco mentre lei si lecca le labbra e sorrido a quel gesto. Poi alzo il capo verso il poveretto ancora sulla soglia, con un sorriso ironico. 《Tante care cose.》E mi allontano vedendo il volto impressionato di Bell nei miei confronti. L'ho colpita. Sogghigno compiaciuto.

Entro in cucina e trovo Clara che sta riordinando le ultime cose e Azzurra che sta sistemando le sue cose nello zainetto. Come mi vede ride. 《Che hai da ridere?》《Hai marcato bene il tuo territorio.》Sobbalzo il capo all'indietro, scioccato da ciò che ha appena detto. 《Ehi! Ma che sai tu di queste cose?》《Ho otto anni, leggo e guardo la TV.》Sono senza parole, che legge? E cosa guarda? 《Sarei proprio curioso di sapere cosa guardi o leggi.》La guardo con un sopracciglio alzato. 《Documentari. E tu mi hai ricordato un leone.》 Sbatto le palpebre. Un leone? Scoppio a ridere. 《Vado a prendere le mie bambole.》Rimango da solo con Clara e sbuffo pensando a Bell ancora a parlare con quello. 《Lei mi ricorda molto suo padre.》Esclama improvvisamente, riportando la mia attenzione su di lei che conserva le tazze. 《Sì, esteticamente lo dicevano tutti.》Ma nient'altro. 《Oh, quello sicuro.》Fa un sorrisino furbo e incrocio le braccia sul petto, corrugando la fronte. 《Ma mi riferivo alla sua persona.》Mi acciglio e faccio una smorfia. 《No. Si sbaglia. La mia persona non ha niente a che vedere con la figura che era mio padre.》Stringe le labbra e capisco che non è d'accordo. 《Suo padre era un uomo molto carismatico, non passava inosservato. Se in una stanza con tante persone c'era lui, saltava subito agli occhi. Era elegante, affascinante e attraente.》Questa non è una novità, invece la cosa che mi lascia senza parole è che lei vede tutte queste caratteristiche nella mia persona. 《Io sono un uomo molto devoto. Non mi prenderei mai delle libertà come invece lui era consueto fare.》Le ricordo scandendo bene ogni parola. Ride canzonatoria e mi acciglio di nuovo. 《Suo padre era un uomo che la sapeva lunga, se non era così devoto a vostra madre l'avrebbe lasciata alla prima avventura per liberarsi di lei.》Passa lo straccio sull'isola con velocità. 《Quella bambola di porcellana gli faceva patire le pene dell'inferno. Mi perdoni se parlo così di vostra madre, ma era così impersonale, fredda come il marmo.》Anche Bell mi ha detto la stessa cosa e so perfettamente chi era mia madre: una conservatrice frigida. E la cosa mi rammarica tutte le volte che ci penso. 《Per me la devozione ha un altro significato. E comunque poteva evitare di svolazzare di fiore in fiore.》Si ferma e mi fissa con i suoi occhietti celesti di chi è saggio e credo che Clara abbia già un'età importante per poterlo essere. È grassottella e i suoi capelli brizzolati dicono che ha smesso di fare la tinta. 《Parliamoci chiaro, ho già capito la sua natura che sicuramente ha ereditato da suo padre e aggiungerei per fortuna sua. Riuscirebbe a resistere se Bell non accetterebbe le sue premure? Riuscirebbe a vivere in un matrimonio bianco?》I miei occhi si fanno più grandi, sono spalancati. Mi punta il suo dito grassottello contro. 《Mi basta già la sua espressione. Quindi già può capire meglio l'inferno di suo padre.》《Non ci riuscirei.》Esclamo improvvisamente accigliato, facendo guizzare i bicipiti. 《Va contro tutto ciò che sono, quindi la farei rinsavire.》《Crede che suo padre non ci abbia provato?》Questa donna conosce mio padre?《Forse non era poi così bravo. Io conosco metodi infallibili.》Faccio un ghigno mefistofelico lasciandola interdetta. Non sono un cavernicolo o un dominatore, ma conosco certe pratiche che piegano al proprio volere, se il caso lo dovesse richiedere so come muovermi, ma Bell è una donna molto passionale, non ha niente a che vedere con la lastra di ghiaccio che era mia madre. Mi fissa attentamente. 《Ho sempre pensato che chi è per bene ne sa sempre una più del diavolo.》Scoppio a ridere. Si volta per sciacquare lo straccio. 《Bell era molto legata a vostro padre.》Ritorno serio e mi faccio più attento. 《Lui voleva che lasciasse Arthur, lo sentivo che la incitava a prendere quella decisione. Quando morì... era distrutta.》Mi avvicino a lei sempre più curioso. 《Quando morì chi?》Ride scuotendo il capo. 《Vostro padre. Era nervosa, ad un certo punto pensai che aveva preso quella decisione perché tollerava sempre meno vostro fratello. Un giorno sparì facendo preoccupare tutti, Azzurra pianse disperata e quel povero diavolo di vostro fratello non sapeva che fare. - Ride ancora. - Non lo avevo mai visto così spaesato e in ansia. Credo che è da quel giorno che la musica cambiò.》Mi appoggio con il corpo sull'isola e la fisso con la fronte corrugata e sempre più attento, questo episodio è particolare. 《L'ha trovata poi?》Mi guarda con quel sorriso incredulo da nonna saggia. 《Vostro fratello non sarebbe stato in grado di stanare un ragno da un buco. Bell è rincasata la mattina seguente e non si è mai saputo dove andò.》Sono senza parole. Perché è scappata lasciando Azzurra? E dove è andata? 《In che senso: da quel giorno la musica è cambiata? Cosa è cambiato?》《Finalmente se n'è andato!》Bell fa il suo ingresso ancheggiando verso di me con un sorriso e interrompendo ciò che voglio sapere. 《Era ora.》Mi sposto per andarle incontro e prenderla possessivamente per la vita, accarezzandola sensualmente fino a scendere al suo culo bello rotondo. Mi accarezza i capelli e il mento con aria birichina. 《Adoro questo tuo aspetto trascurato, ti dà l'aria più da bastardo.》Porca puttana! La verga inizia a muoversi e le faccio un ghigno perverso. 《Occhio che arriverà il momento che saremo soli, e a quel punto ti mostrerò DAVVERO, quanto so essere bastardo.》Ride divertita ed eccitata e lo sono anch'io, pericolosamente, credo che lo sente perfettamente. 《Portami a casa nostra.》Alzo un angolo delle labbra, compiaciuto e lei risponde con uno entusiasta e ora guardandola in quegli occhi languidi e desiderosi ho la risposta ad una delle domande. So dove è stata quel giorno. Perché solo io riesco a leggerla dentro e fregandomene ancora della presenza di Clara, la bacio con possesso, stringendola forte e con bastardaggine, chiarendo la sua appartenenza a me.

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