Dopo colazione sono nel mio studio a seguire una raffica di telefonate. 《Non me ne frega un cazzo! Voglio che lo scopri! Devi farlo!》Intimo al mio investigatore personale. 《Voglio che ti occupi della casa incendiata a mia moglie oltre che alla mia, contatta l'assicurazione e fammi sapere.》Comando al mio avvocato. 《Voglio che sbatti fuori quella iena dalla mia azienda!》Ordino a Sara. 《Certamente. Lo faccio subito.》Risponde prontamente. 《Non voglio essere fuori luogo, ma ricordati del ricevimento di premiazione per domani al Four Season per il New York Times. E il giorno seguente al Beekman per GQ.》《Certo che me lo ricordo. A domani.》Quando termino con il telefono, mi copro il viso con le mani. Sono esausto. Il controllo mi è sfuggito e i nervi sono a fior di pelle. Devo garantire a Bell sicurezza e anche ai nostri figli, riprendo il telefono. 《Jesse? Ho bisogno del tuo aiuto.》
In tarda mattinata mi butto in giardino e inizio a togliere via l'erbaccia. Ho bisogno di ritrovare il mio equilibrio, così munito di guanti e zappa, inizio. Inevitabilmente mi viene in mente un episodio, lo stesso. Lo stesso che mi è venuto in mente stamattina, e che sarà venuto in mente anche ad Azzurra. Il giorno che insieme siamo andati dalla dottoressa Cooper.
《In realtà lei dovrebbe aspettare fuori.》Mi aveva detto la dottoressa. Azzurra mi aveva guardato con gli occhi spauriti e io le avevo stretto la manina in quella mia. 《No. Sono suo padre. E non la lascio. Lo faremo insieme.》La dottoressa Cooper mi aveva fissato per una frazione di secondi, come indecisa sul da fare. Aveva letto la mia determinazione e infine annuendo aveva accettato. Ci siamo seduti sul divanetto e Azzurra non aveva lasciato la mia mano, quindi anch'io l'avevo tenuta stretta. 《Ciao Azzurra, quanti anni hai tesoro?》La dottoressa si era posta con dolcezza e io l'avevo incoraggiata con una dolce stretta alla mano. 《Sei anni.》Aveva risposto con una certa insicurezza nella voce. La dottoressa mi aveva guardato con preoccupazione e lo sapevo, sapevo che era stato un grosso trauma. Ma sapevo anche che Azzurra è una bambina speciale e ne sarebbe uscita, soprattutto con il mio appoggio. Io non l'avrei mai abbandonata. 《Tesoro, ti va di raccontarmi cosa è successo?》La dottoressa aveva continuato a porsi in modo morbido e delicato e mi aveva confermato che la scelta fatta era stata la migliore. 《Dimmi solo quello che ti va. Non forzarti. Qui sei al sicuro. Nessuno ti giudica, sono qui solo per ascoltarti e aiutarti.》Mi aveva guardato per invitarmi ad aiutarla. Così avvicinandomi al suo viso e spostandole una ciocca di capelli le avevo mormorato. 《Tesoro mio, la dottoressa è qui per aiutarti e io sono al tuo fianco. Non ti abbandonerò mai. Niente cambierà quello che sento per te. Ti voglio bene. Un bene immenso. E te ne vorrò ogni giorno di più. Non devi mai dubitarne.》La dottoressa mi aveva sorriso e Azzurra mi aveva guardato come se finalmente ero stato in grado di confortarla profondamente e lì mi aveva donato tutto il suo amore. In quegli occhietti azzurri, tristi, ma pieni di speranza e di ritrovato amore. 《Un uomo cattivo mi ha toccata.》Aveva sputato fuori, senza interrompere il contatto visivo con me. E io continuavo a rassicurarla con gli occhi. 《Ti ha solo toccata?》Aveva chiesto la dottoressa. Azzurra aveva preso a respirare più forte, leggevo la sua agitazione e lì avevo cominciato a tremare, un doloroso senso d'inquietudine mi stava soffocando. Ma stringendo i denti le avevo sorriso appena, per aiutarla. Era necessario che dicesse tutto, o sarebbe stato un grave problema. 《Coraggio.》L'avevo incoraggiata. 《Io ti voglio bene. Niente cambierà questa cosa.》Dopo che aveva stretto le labbra in una smorfia di dolore, si era voltata a guardare la dottoressa, arrossendo e lì avevo capito che non era tutto. Non l'aveva solo toccata e non riusciva a dirlo guardandomi. Il mio cuore aveva preso a battermi furiosamente, sentivo la camicia appiccicarsi al mio torace e il mio respiro si era fatto tremante. 《Cosa è successo Azzurra?》L'aveva incoraggiata in modo materno la dottoressa. Aveva aperto le labbra e il respiro le era diventato più affaticato. 《Vuoi un bicchiere d'acqua? Un succo di frutta?》Le aveva chiesto con un sorriso la dottoressa. Io non riuscivo più a muovermi. La mia mente era ottenebrata da istinti omicidi nei confronti di quell'incapace di mio fratello e quel pedofilo delinquente. Azzurra aveva fatto cenno di no con il capo e poi... 《Mi ha fatto vedere una cosa strana, nei suoi pantaloni. Si muoveva.》Aveva confidato in un mormorio impaurito. Io avevo chiuso gli occhi e li avevo stretti così forte da vedere macchie nell'oscurità. Avevo imprecato mentalmente e tremavo cercando di controllarmi. 《Non ti preoccupare Azzurra. Quella persona è malata. Non è colpa tua.》Sentivo la voce della dottoressa come in lontananza e gocce di sudore scendermi dalla tempia. Quando avevo riaperto gli occhi, la dottoressa veniva verso di me con un bicchiere d'acqua, porgendomelo. 《Si faccia coraggio.》Mi aveva sussurrato e avevo stretto i denti, bevendo l'acqua. 《Cosa ha fatto con questa cosa strana?》Continuava la dottoressa. Azzurra ormai non mi guardava più, mi teneva sempre la mano però, quindi significava che mi voleva ancora lì. 《La teneva in mano.》Mi erano venuti i conati e li avevo gestiti, per Azzurra. Dovevo tenere duro. 《E cosa ti diceva?》Chiedeva ancora la dottoressa, mentre io avevo iniziato a fare fatica a sentire ogni parola. 《Di prenderlo.》
Buongiorno sognatori 💕 questo capitolo è senza dubbio il più forte. Spero di averlo toccato nel modo giusto. Cosa ne pensate del grande gesto di Carter? Grazie per le vostre letture e le stelline 💋

STAI LEGGENDO
𝑺𝒕𝒂𝒓𝒕 𝑶𝒗𝒆𝒓🧚🏼♀️
RomantiekAll'età di ventisette anni Tinkerbell Williams si ritrova vedova con la figlia Azzurra di sei anni. La morte del marito Arthur la getta nella malinconia, tanto da trascurare la sua immagine. Ma che matrimonio era? Chi era veramente Arthur Scott? Qua...