Carter. Capitolo 46

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Quando porto la forchetta alla bocca, riconosco in fondo alla sala George Ross, uno dei più importanti imprenditori vinicoli. I suoi occhi dello stesso colore dei miei, mi scorgono in lontananza, del resto lui è noto per la sua vista da falco. Subito mi fa un cenno di saluto con il capo, sorridendo, è con una donna, una delle tante che cambia alla settimana. A quarantadue anni non ha ancora messo la testa a posto, il suo aspetto gradevole e i suoi soldi gli permettono di poterlo fare, come me fino a poco tempo fa. La donna che lo accompagna stasera è bruna e molto formosa, sembra una sanguisuga al suo braccio. 《Chi guardi?》Chiede curiosa, girandosi nella direzione in cui guardo. Vedo George far accomodare la sua accompagnatrice e farle cenno di attendere, muovendosi verso il nostro tavolo. 《Un conoscente. Ci sta raggiungendo.》《Ah!》Si tampona appena le labbra e si raddrizza, è abituata a questi tipi d'incontri, si muove con eleganza e disinvoltura. 《Carter Scott! Che piacere!》Esclama allegro e mi alzo per stringergli la mano. 《È passato un pò di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti.》Ammetto con un sorriso. 《Dobbiamo tornare assolutamente in campo.》Si riferisce al campo di tennis dove andavamo a giocare insieme. I suoi occhi grigi segnati dal tempo ridono furbamente. 《Ci teniamo in contatto.》Rispondo, notando la sua testa ramata voltarsi verso Tinkerbell che gli fa un sorriso cordiale e un leggero cenno del capo. 《Salve.》La sua voce calda è femminile mi smuove qualcosa di forte dentro, non so neanche spiegare. 《Buona sera lady.》Noto che la voce di George si fa più calda e affascinata e mi ritrovo a mettere il cipiglio. 《Lei è Tinkerbell Scott, mia cognata, ma...》Mi blocco e George torna a fissarmi attento. 《In realtà è più di questo.》Aggiungo con voce profonda, con una nota possessiva che mi sorprende. George annuisce con un sorriso e ritorna a fissarla con interesse che un pò mi irrita. 《George Ross, lady.》Tinkerbell gli porge la mano con educazione e lui invece che stringergliela gliela bacia sotto il mio volto teso. Non mi sfugge il rossore sul suo volto stupendo. La imbarazza, è come se ricevessi una pugnalata nello stomaco. Solo io la faccio arrossire. Non dovrebbe essere così? O forse un approccio così diretto la imbarazza di fronte a me. Capisco la galanteria di un uomo Irlandese come George, ma ... No! Non la capisco! Lei è la mia donna! 《Io mi occupo di vini e voi?》Guarda d'istinto la bottiglia di vino sul nostro tavolo e sorride compiaciuto perché è di sua produzione. 《Ho un'agenzia d'incontri.》《Ah! Che meraviglia.》Sono irrequieto, non sopporto questo dialogo e capisco che mi devo calmare, è normale che Tinkerbell conversi con un altro uomo. Lo ha anche fatto in passato. Ma George non è il coglione della scuola. George è un uomo carismatico e molto attraente nel suo vestito scuro dalla camicia bianca appena sbottonata. Nonostante i suoi quarantadue anni si mantiene come un trentenne fisicato. Qui si gioca ad armi pari. Noto che si tocca la barbetta ramata con sguardo interessato, ma Tinkerbell porta i suoi occhi affascinati su di me e sento il mio cuore riprendere a battere. 《Complimenti Carter.》George torna a rivolgersi a me con quell'aria da vecchia volpe. 《Non fartela sfuggire.》Alle ultime parole, pronunciate come se fosse una sfida, m'irrigidisco e aggrotto la fronte. 《Quello che lega me e Tinkerbell è qualcosa di indistruttibile. Non si tratta di un intrallazzo momentaneo.》Lo avviso con un sorriso pericoloso. Allunga la mano e gliela stringo senza mai abbandonare lo sguardo visivo. Stai attento George, perché questa non è una partita a tennis. 《Ne sono sicuro.》Ammicca e saluta. 《È stato un vero piacere lady.》Riconosco il sorriso di circostanza che gli fa e sospiro un pò. Mi riaccomodo, osservando che si allontana con passo sicuro verso il suo tavolo, dove la donna in lontananza lo punta. Sono ancora nervoso e finisco il Whisky in un unico sorso, è tornato molto utile alla fine. 《Va tutto bene?》La sua voce calda sembra un pò in pensiero. Annuisco portandomi un boccone in bocca. 《Ti vedo un pò nervoso.》Ingoio. 《Mi ha dato un pò fastidio l'approccio di George.》Ammetto infastidito, perché non mi piace fare sceneggiate come un bambino insicuro, quello non ha niente meno di me. Tinkerbell annuisce pensierosa. 《È stato molto sfacciato, l'ho notato anch'io.》《Ha questo atteggiamento perché sa di piacere alle donne.》《Sicuramente è un bell'uomo, ma...》《Ha quarantadue anni.》La interrompo infastidito e non so neanche perché lo dico, Tinkerbell non ha mai badato a questo dettaglio, anzi. 《Okay, ma stavo dicendo che a me non interessa.》La guardo cercando di cogliere ogni dettaglio. 《Ho notato che avete gli stessi colori. Solo che lui va più sul rosso e tu sul biondo.》Tossisco il cibo che mi è andato di traverso, mi sto detestando per il mio comportamento infantile, Tinkerbell è libera di esprimersi come vuole. 《Lui ha più rughe.》Grugnisco. Fa una smorfia sorridendo come a dire: e allora, anzi... e credo che tutto il cibo mi sta andando di traverso, a lei piacciono gli uomini maturi, come me, le rughe conferiscono più fascino. 《Tesoro, non sono un uomo a cui piace fare scenate di gelosia.》Inizio serio, mentre mi guarda con attenzione. 《Ritengo che in un rapporto tra persone mature ci debba essere fiducia e rispetto. Di tentazioni ne è pieno il mondo, ma se si è devoti non esistono malintesi. Io non tollero per natura il tradimento. Lo considero un abominio. - La fisso attentamente. - Non perdono. Ti do tutto me stesso, ma pretendo la medesima cosa.》Sbatte le ciglia confusa, mentre mastica. 《Allora siamo sulla stessa lunghezza d'onda.》Bevo un sorso di vino e prendo un respiro. 《Sei arrossita.》Deglutisce a fatica e prende il calice per bere un sorso di vino. 《Perché tu mi stavi guardando con possesso.》Mi manca il respiro e sento un dolore allo stomaco. 《Mi fai provare delle emozioni...》Arrossisce di colpo e sorrido compiaciuto. 《Non ti ho mai visto geloso. - Sorride con aria sognante. - È bellissimo. Mi sono sentita così importante per te.》Ha ancora dubbi? Alzo le sopracciglia e con una mano cerco la sua coscia, fino a poggiargliela dolcemente, allargando il palmo caldo e accarezzandola piano verso l'interno. 《Per me sei essenziale tesoro mio.》Le confido in un sussurro profondo. Chiude gli occhi abbandonandosi alla mia carezza e ansima piano, come se stesse godendo. Ha una pelle liscissima, come la seta, vorrei baciarla tutta con amore, la verga è di nuovo in preda a spasmi incontrollabili, sento tanti piccoli spilli sulla pelle, come scosse piacevoli, non resisto più. Apre i suoi bellissimi occhi azzurri e sono più scuri per via delle pupille dilatate, ha ancora il respiro corto e capisco che anche lei non ce la fa più. 《Voglio portarti a casa mia. - Prendo un respiro. - Ti va?》Ho paura della sua risposta, perché ho davvero bisogno di farle capire quanto l'amo e quanto sia indispensabile per me. Mi sorride piano e i suoi occhi luminosi parlano. Alzo ancora la mano richiamando il cameriere, stavolta per il conto.

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