Carter. Capitolo 61

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Gesù, quanto la desidero! È calda, smaniosa, e mi desidera smodatamente. Mi piace come stringe possessivamente il mio culo, il possesso che mi dà mi appaga infinitamente. Le mordo delicatamente il petto e lo succhio, deliziandomi del sapore della sua pelle, geme piano, sento che soffre il non poter urlare, ma deve imparare, perché c'è Azzurra. Sento la sua passera che pulsa freneticamente intorno a me e stringe mentre s'irrigidisce, sta per avere il suo primo orgasmo e aumento il ritmo degli affondi nel punto che ormai so che la fa godere ripetutamente. Mi muovo con precisione in modo da darle più piacere possibile, stringe i miei capelli e lo amo perché le sto dando tutto il piacere di cui ha bisogno. Fare l'amore con lei non ha niente a che vedere con le esperienze passate. Qui c'è amore, passione e un'intesa pazzesca, riconosco in lei la mia degna compagna. 《Carter...》Geme in un soffio. 《È tutto tuo.》Le dico sulle labbra e gliele prendo tra le mie in un lento e dolce bacio. Mi perdo tra gli affondi e il bacio lussurioso. Le do tutto me stesso e mi prendo tutto di lei. Perché in questi due giorni mi è mancata come l'aria, mi sposto e le mordo il viso delicato e la sento rabbrividire per via della barba che la pizzica e sorrido. Mi afferra il mento e l'accarezza sorridendo, le piace davvero tanto. Socchiudo gli occhi di piacere sentendola stringere ancora, eccone un altro. Mi morde il mento per soffocare il gemito e ansimo a questo suo gesto ormai consueto che mi fa rizzare tutti i peli del corpo. Spingo energico nella sua morsa calda e mi sento perso, completamente suo schiavo. 《Aaaah...》Non riesco a zittirla, tutte le volte che geme mi manda in estasi. I suoi occhi azzurri mi fissano con intensità, come se urlassero ti amo e questa conferma mi fa sentire come circondato da un fuoco ardente, brucia e divampa. Sento che sono vicino, quindi le catturo un seno, lo spremo e mi avvicino alla punta suggendola piano e leccandola. Sento che reagisce e mi graffia la schiena, toccandola spremendo la pelle e grugnisco gustando il suo capezzolo al liquore. 《Mi piace come giochi con il mio seno.》Questa è un'altra conferma che il suo seno è un altro punto del suo corpo a cui è stato negato la giusta attenzione. Povero coglione impotente. Lascio il seno per tornare a bearmi della vista del suo volto in estasi e mi faccio più serio, vedo che il suo volto risponde al mio facendosi più torbido e inizio a muovere il bacino con più vigore, senza sosta, il piacere mi dà alla testa, le nostre intimità si uniscono alla perfezione rispondendo perfettamente alle nostre esigenze, sento che si stringe, apre la bocca come se urlasse, ma le esce un lamento strozzato e mi dispiace, vorrei che potesse liberare il suo gemito. Ed ecco che sto per abbandonarmi con lei, il cuore prende a pulsare forte, i peli si drizzano, m'irrigidisco e l'esplosione mi colpisce come un maremoto insieme alla sua stretta che mi fanno lamentare di un piacere abnorme, colmandola del mio seme. Ho il respiro accelerato e il cuore che pompa impazzito. La amo follemente e la stringo baciandola pigramente, con amore, prendendomi tutto il tempo del mondo, godendomi ogni succhiata, carezza e morsetto. 《Ti amo.》Sussurro tra le sue labbra, carezzandole il viso e lei mi sorride con sguardo assonnato, è stanca, così esco da quel dolce calore e mi sdraio portandola al mio petto e coccolandola di dolci carezze e baci. Sospira e con le dita gioca con i peli del mio petto. 《Non posso più vivere senza di te.》Mormora con tono bisognoso e il mio cuore si allarga di una gioia immensa, lasciandomi senza respiro. Questo è il mio ti amo. La stringo con più possesso al mio corpo segnato dal suo amore e le bacio profondamente la fronte. 《Non dovrai più vivere senza di me.》La rassicuro con forza, una forza che mi spaventa, che mi sconvolge, mi sento accalorato, protettivo e possessivo. È mai possibile? Non devo soffocarla. Ma per tutta risposta lei attacca maggiormente il suo corpo al mio, intrecciando le sue gambe alle mie, aumentando la sua presa sul mio petto. È possesso. Sì, mi piace. Lo bramo fino all'inverosimile, quindi posso farlo anch'io? Sento il suo respiro regolarizzarsi e capisco che si è addormentata. Sospiro soddisfatto e non smetto di baciarle la testa, affondando il naso sui suoi morbidi capelli profumati. Non trovo il termine appropriato per descrivere quanto mi sento appagato e felice. Mi vuole nella sua vita, mi ama e non può fare a meno di me. Non riesco ad addormentarmi tanto sto su di giri, anche perché domani finalmente ci trasferiamo negli Hampton e addobberemo casa come una famiglia. Ho pensato che appena avremmo terminato con le decorazioni, chiederò la sua mano. In Canada ho comprato l'anello. Un anello importante, come il nostro amore. È uno zaffiro di 18 carati, attorno come raggi dodici altri piccoli brillanti di un carato e mezzo e nella fascia d'oro bianco altri piccoli brillanti di un carato. Si chiama brillante stella, perché lo ricorda nella forma e quando l'ho visto ho subito capito che era fatto a posta per la mia bellissima fatina. Lo stomaco si contorce dolorosamente tutte le volte che ci penso, perché sarò emozionato e spero che l'emozione non mi faccia fare una figuraccia, perché ci tengo molto, ma ho costatato che Bell mi emoziona pericolosamente fino all'intimo, corde che non sono mai state toccate, sensazioni forti che ho scoperto di sentire verso lei. Questa cosa è una novità che non so ancora come gestire e soprattutto spero che a lei piaccia il mio temperamento. Subito mi viene in mente il libro, così mi volto verso il comodino e lo fisso. Cosa le piace? Allungo il braccio libero e lo prendo guardando la copertina di un uomo che stringe una donna mentre stanno per baciarsi e una rosa rossa al centro. Aggrotto la fronte e inizio a sfogliarlo a caso. Come prima cosa mi rendo conto che è uno storico, ambientato negli anni settanta, mi esce un ghigno e questo vuol dire molto: gli piacciono gli uomini primitivi e non è volgare, quindi si tratta di un harmony. Inizio a sbirciare le prime pagine: "Qualunque fosse la ragione, l'occhiata che gli lanciò fu assai breve. Sembrava che quel cocktail di spavento, che lui le aveva provocato, e il dolore l'avesse frastornata. L'uomo che aveva di fronte e che la osservava con fare indagatore, ma anche con un pizzico di ironia..." Un altro ghigno si allarga sul mio viso  e sfoglio ancora: "-"È proprio questo "altro" che mi preoccupa, Sarah. La nostra bambina ha avuto talmente tanti "altri" nei suoi sette anni di vita che avrebbero fatto a pezzi anche l'uomo più resistente. Non credo proprio che ne verrebbe ancora fuori." Non c'era altro tempo per continuare la conversazione, perché Iris era ormai pronta con scarpe e tutto il resto ed era stata consegnata nelle mani di Sarah, imbacuccata a mo' di grasso salsicciotto. Tra festosi arrivederci e tanti baci, fecero rotta verso la vetturetta gialla e furono presto lontane." Sospiro pensieroso e i miei pensieri si rivolgono ad Azzurra. Le voglio un bene infinito e voglio che sia sempre felice e serena. E all'istante mi viene in mente ciò di cui devo mettere al corrente Bell. Stringo gli occhi ripensando ancora a quel giorno.

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