Carter. Capitolo 37

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-《Grazie per avermi aiutato, non sarei stata in grado di cambiare la gomma.》Sorrido sfregando le mani sporche. 《Non c'è di che.》Rispondo alla ragazza formosa che è finita con una gomma bucata della sua gip. 《Ti va di andare a prenderci qualcosa da bere? Così puoi anche passare alla toilette a pulirti le mani.》《Non posso, sto aspettando la mia ragazza.》Leggo delusione sul suo volto. 《Ah. Okay.》Poi si avvicina con fare provocante e mi mette una mano sul petto. 《Allora possiamo farlo più tardi, se ti va. Vorrei ringraziarti per come si deve.》Rido divertito per la sfacciataggine e onestamente non è la prima che mi capita. Sembrano tante api sul miele, solo perché ho cura del mio aspetto. 《Sono monogamo.》Le chiarisco, così che allontana la mano e stringe le labbra in una smorfia contrariata. Mi volto un attimo e la trovo immobile a guardarmi con gli occhi fuori dalle orbite e poi scappa via. Subito prendo a correrle dietro e la fermo in un vicolo, bloccandola al muro con le braccia. 《Lasciami stronzo! Non voglio più vederti!》Mi urla addosso tra le lacrime. Io comprensivo gliele asciugo, mentre lei muove la testa per impedirmelo. 《Ehi, guarda che hai frainteso. L'ho rimessa al suo posto.》L'avviso con calma. Ma mi guarda con il volto ferito, digrigna e geme. Mi mortifico perché la sua giovane età le fa avere queste reazioni infantili. Le mando dei messaggi silenziosi. 《Tinkerbell...》Le accarezzo una guancia e sento che il fiatone va a scemarle. 《Sono interassato solo a te.》Si acciglia e fa di no con la testa. 《Per te sono solo una bambina, non mi desideri.》Abbasso il capo e rido, lo so che non dovrei farlo, non è esperta, non si è neanche accorta che ho la patta gonfia, ma ho rispetto per lei perché la amo. Il mio sentimento è puro, non dettato solo da un desiderio carnale. La guardo con indulgenza e scandisco bene ogni parola. 《Il mio rispetto per te non equivale ad una mancanza di desiderio nei tuoi confronti. Credimi... per me è una sofferenza. Ma soprattutto non ti considero una bambina, nonostante oggi ti stai comportando come tale. In un rapporto tra adulti bisogna avere fiducia nell'altro, mi conosci da quasi tre mesi ormai, mi ferisce la tua mancanza di fiducia. Non mi ritieni un ragazzo per bene? Devoto?》I suoi occhi sono dispiaciuti ora e mi accarezza il viso. 《Certo che so che mi rispetti e che sei per bene. Ma sei anche bello e tutte ti vogliono. Lo vedo ogni giorno quando stiamo in giro insieme. Non lo sopporto.》Sorrido dispiaciuto, capisco che ha un indole passionale, mi piace, ma non voglio che si faccia del male vedendo cose che non esistono. 《Noti che io ricambio qualche occhiata?》Voglio che ragiona con lucidità. Riflette ancora agitata. 《No.》《Esatto.》Ci fissiamo, io con amore e lei smarrita. 《Perché non vuoi fare l'amore con me?》Stringo le labbra e prendo un respiro. 《Perché voglio andarci piano. Perché ti amo.》Il suo volto sembra sofferente e mi rattrista. 《Anche io ti amo, ma voglio che mi tratti come la tua ragazza. Voglio che fai l'amore con me. Perché ti voglio. Non riesco più a resisterti.》Le faccio un sorriso luminoso, uno che dedico solo a lei. Ha ragione, ci amiamo, l'età non conta, quindi devo trattarla completamente come la mia ragazza, senza riserve. 《Ti voglio da morire anch'io amore mio.》Leggo smania nel volermi, così non vedendo nessuno in quel vicolo, la bacio con passione, muovo il bacino contro la sua intimità, sentendola gemere sulle mie labbra. Le accarezzo il piccolo seno e staccandoci la vedo prendere aria con la bocca aperta e gli occhi chiusi, è così calda... riprendo a baciarla con foga grugnendo piano e prendendole una mano, portandola con delicatezza sulla mia erezione dolorante. Sussulta e geme ancora sulle mie labbra, mi stacco affannato e infervorato, guarda silenziosamente le nostre mani sulla mia erezione, è curiosa. 《Questo è ciò che mi fai. Lo vuoi dentro di te?》Torna a fissarmi rossa in viso, ma con occhi luccicosi. 《Ti voglio tutto?》La sua voce esce roca, più femminile e credo che scoppierò, soprattutto quando la sua presa sulla mia verga si fa più possessiva. Mi tiene in pugno.

Mi sveglio sentendomi bagnato, guardo disorientato Tinkerbell ancora tranquillamente addormentata sul mio petto, tenendomi stretto, ma mi acciglio perché il sogno appena fatto mi ha portato ad eiaculare. Abbandono la testa sul divano, guardo il soffitto e mi copro il volto con le mani. Che casino! Come cazzo faccio ora? Sognare di quella volta dove io l'avevo portata a toccarmi per la prima volta, mi ha portato ad una simile reazione adolescenziale. Anche se è successo tutte le volte che l'ho sognata. Mi porta sempre all'estasi. Ma ora come glielo spiego? Sono tutto zuppo. Non ricordo l'ultimo rapporto a quando risale e il suo corpo caldo premuto contro il mio non aiuta. Mi porto le mani sui capelli e comincio a torturarli, m'imbarazza mostrarmi ai suoi occhi come un ragazzino arrapato. Sono un uomo vicino alla quarantina... è normale tutto ciò? Sì. Con lei sì. Ma la sua natura passionale comprenderà, ne sono sicuro. La guardo ed è incantevole. Le accarezzo piano le morbide onde castane e il desiderio di volerla amare si fa più incessante. Come farò? Guardo le sue palpebre chiuse incorniciate da folti ciglia scure, il naso piccolo ricoperto da alcune piccole lentiggini, come le guance rosee, infine le labbra rosa scuro, polpose. Gesù Cristo! Quelle labbra. Ricordo ancora la morbidezza e la pienezza di quando le ho baciate, morse e succhiate. Sento la verga riprendere vita e chiudo gli occhi abbandonando nuovamente la testa sul divano, passandomi una mano sugli occhi. È la fine. Non è stata una buona idea farla addormentare sul mio corpo. Il suo profumo poi amplifica il desiderio, sa di rose. Non ho molte alternative: o la porto a letto, così posso andare a lavarmi e calmare i bollori, o mi addormento e tra poche ore affronto l'imbarazzo. Poi mi viene in mente che devo appuntare delle note sull'agenda, quindi, molto lentamente scivolo dal suo corpo e la vedo muoversi, ma subito la copro e sospiro correndo verso il bagno.
Una volta rinfrescato, vado in cucina, apro il cassetto e rimango stupito. Ha toccato la mia agenda. Lo so perché non la lascio mai con il logo della mia azienda a prima vista, la tengo sempre voltata. La prendo ma i miei pensieri vagano. Ha letto i miei appunti? Penserà che sono un maniaco del controllo. Lo sono, questo lo so, ma mi fa strano che abbia letto ciò che scrivo. Mi mette a nudo, però vuol dire anche che è interessata a me. Sorrido. Ripenso a questa mattina, quando Megan mi ha telefonato, quando l'ho guardata mi è sembrato di rivivere la scena di anni fa, quando mi aveva visto con quella svampita. Sente più che attrazione. La conosco bene e se voglio farla mia alla svelta devo giocare d'astuzia, solo così scaccerò quel fetente che ha dentro. Devo riportare la sua attenzione su di me. Sorrido al pensiero che vuole festeggiare il mio compleanno, per me è una novità, ma mi piace essere importante per lei. Il sorriso diventa triste al pensiero della mia famiglia, per loro quel giorno era uno spreco, ma ricordo che diedero il permesso ad Arthur di dare una grande festa per la maggiore età e poi si presentarono uccidendo per sempre i miei sentimenti.

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