Quando entro in agenzia trovo Thish che mi aspetta con un bicchiere di cappuccino caldo, porgendomelo. 《Buon giorno Bell. - Mormora piano. - Come va? Asla mi ha raccontato che ieri sera sei andata a conoscere Carter Scott. È davvero così figo?》Sorride come un'oca giuliva qual'è. Ma le voglio bene, caratterialmente è molto diversa da Asla e me. È quella più pazzerella. Anche lei è bionda con gli occhi azzurri e ha trentadue anni. Porta una gonna scozzese e una camicetta bianca, è sempre così perfettina. Le faccio un sorrisetto stanco. 《Non so cosa intendi tu per figo.》La provoco ridendo, mentre mi siedo e accendo il pc, sorseggiando il mio cappuccino al cioccolato. 《Uhmf! La solita antipatica.》《Buon giorno ragazze!》Entra raggiante Asla, con un vestitino nero aderente e stivali in pelle dello stesso colore e molto alti. 《Il tuo caffè è sulla scrivania.》L'avvisa Thish, mentre Asla posa la borsa e accende il pc. 《Allora, com'è andata ieri sera Bell? Ti sei divertita?》Alzo gli occhi verso la sua scrivania e riconosco il suo sguardo malizioso. 《Come no. Un mondo.》《Davvero?》Esclamano entrambe. 《Non avete riconosciuto il mio tono sarcastico? Pensare che oggi sembro io qui la bella addormentata nel bosco.》Ridono, mentre Asla si unisce a Thish di fronte alla mia scrivania, sorseggiando il suo caffè. 《Racconta. Cos'è successo?》《Oh niente. Ho solo scoperto che mio marito era un bugiardo, che aveva dei segreti, e che mia figlia frequentava suo zio. Tanto da prendersi una cotta.》Vedo le mie amiche a bocca aperta. 《Non ci credo! Azzurra?》Ribatte stupita Asla. 《Sì.》 Confermo ancora nervosa. 《Beh se credi che lei si è presa una cotta per suo zio, vuol dire che lui l'ha trattata più che bene, quando si vedevano.》Dichiara sorridente Thish. E credo che ha ragione. Azzurra non potrebbe mai provare un sentimento di affetto per quell'uomo se lui non l'avesse trattata come una principessa. 《Lo credo anch'io. Ma non sarà facile scoprirlo.》Racconto a loro ogni dettaglio di quella sera, cogliendo i loro sorrisi soddisfatti e lo stupore su altro. Poi torniamo a lavoro, diversi clienti entrano ed escono per accordarsi con gli appuntamenti e la mattinata trascorre in tranquillità. Ma quando penso che in questa giornata, niente può andare storto, ecco che il suono del campanello all'apertura della porta d'entrata a vetri mi dice che mi sono sbagliata di grosso. Fisso l'uomo in jeans scuro e camicia bianca arrotolata sui bracci. Toglie gli occhiali da sole e si guarda intorno per poi fermarsi a fissarmi. L'odore del suo profumo intenso e selvaggio investe le mie narici ancora prima, credo, che cammini verso la mia scrivania. I suoi capelli biondo rame sono molto più mossi questa mattina e la barba incolta gli dà un aspetto più intrigante. Sfoggia sempre quel sorriso affascinato che mi irrita. Che ci trova da sorridere tutte le volte che mi guarda? Davvero non lo capisco. Si avvicina in modo sicuro e felino, sotto le bocche spalancate delle mie due amiche. Se lo stanno mangiando con gli occhi, le sfacciate! Istintivamente cerco di sistemare con le mani qualche ciocca sfuggita dall'elastico e so di essere un disastro senza alcuna traccia di trucco, con una maglia nera a collo alto. Lo guardo in tutta la sua bellezza e sicurezza e mi sento avvampare. Per un attimo mi ricorda qualcuno e poi ripenso ad Arthur. Alla prima volta che è entrato nella mia agenzia. Portava il suo completo grigio grafite e aveva un'aria così sicura e piena di sé mentre camminava verso di me con una mano in tasca. 《Tinkerbell Williams?》《Sì.》Ho risposto quasi a corto di saliva, era un uomo così affascinante ed elegante. 《Allora è vero.》Ha pronunciato quelle parole con voluttuosità, lasciandomi ancora più affascinata. 《Cosa?》Sono riuscita a pronunciare dopo un'eternità. 《Che siete una sirena ammaliatrice.》Ha mormorato sollevando un angolo delle labbra carnose. 《Buon giorno.》La voce roca e calda mi desta dai ricordi e l'osservo con il cuore che sta per esplodermi e delle piacevoli fitte allo stomaco. Perché mi fa quest'effetto? 《Che ci fai qui?》Lo aggredisco, vedendo subito alle sue spalle le mie amiche con gli occhi fuori dalle orbite. Lui sorride divertito. Ho come una voglia matta di prenderlo a schiaffi e tirargli quel bellissimo ciuffo ribelle, così da non vedergli più stampato quel sorriso compiaciuto e affascinato tutte le volte che mi guarda. 《Ieri sera non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo salutati.》Faccio un sorriso derisorio. 《Infatti non ti ho salutato.》《Lo so.》Mormora più intimo e caldo, credo di essermi appena bagnata. No! Non è vero! Com'è possibile? 《Ma non mi è piaciuto lo stesso.》Fa un altro sorrisetto tenero. Oh, ma sta scherzando? Che vuole da me? 《Temo che tu abbia fatto un viaggio a vuoto se speri che qualcosa cambi.》Lo informo con un sorrisetto mefistofelico e sbattendo un pò le ciglia. 《Come sei bella.》Mormora ancora più caldo e roco, e il suo sguardo è perso. Non c'è alcuna traccia di derisione, è serio. Ma è anche pazzo! Perché sono un mostro. Comunque se vuole compiacermi ci riesce, perché dentro sento i fuochi d'artificio e credo di essere arrossita. 《Non è affatto vero. - Sorrido con divertimento. - Ma grazie ugualmente.》Intravedo le mie amiche ridere divertite, almeno fino a quando non le lancio uno sguardo ammonitore. "Usciamo." Mima Asla, spingendo Thish verso l'uscita. Lo vedo voltarsi verso le mie amiche e poi torna a fissarmi con sguardo attento. 《Non è tutta quella roba che vi mettete in viso o sul corpo, a indicare la bellezza. Ma ben altro.》Termina con l'ennesimo sorriso, e nonostante mi sento tutta un fremito, mi sento anche infastidita. 《E che ne sai tu? Non mi conosci.》Il suo bellissimo viso s'illumina e gli occhi sembrano quasi scintillare. Hanno davvero un bel colore, molto particolare. 《No. Ma ho il potere di leggere subito una persona. E tu sei un'anima bianca.》Mi sconvolge fino in fondo. Sono completamente senza fiato. Quelle parole... 《Non sapevo che fossi imparentato con Harry Potter.》Lo prendo in giro. 《Se vuoi posso farti vedere qualche magia uno di questi giorni.》Non so come, mi ritrovo a ridere, e inizio a comprendere Azzurra.《Finalmente sono riuscito a farti ridere.》Dannazione! È così premuroso. 《Perché sei qui?》Ritorno seria.《Te l'ho già detto.》《Okay, ora che ho riso puoi andartene.》Doveva uscire più come una domanda, in realtà non voglio che se ne vada. Guarda l'orologio costoso che ha al polso ossuto, trovandolo estremamente affascinante e nel mentre mi ritrovo a sbirciare il braccio muscoloso dalle vene in rilievo e dalla dorata peluria. Arthur aveva i peli più scuri e non era così muscoloso, né tanto meno aveva delle vene così vistose. Sono completamente catturata da questa perfezione, tanto da sentire un languore nelle parti basse. 《Devi andare a prendere Azzurra a scuola?》Mi risveglio dalla trans. 《Sì. Anzi sarà meglio che mi affretti.》Mi alzo e prendo la borsa. 《Ti accompagno.》Cosa? Lo guardo imbronciata. 《Non se ne parla nemmeno.》Esco dal mio cubicolo e mi alliscio la gonna a tubino nera, prima di passargli di fianco e vedo che come la sera prima, fa scorrere lentamente i suoi occhi su tutto il mio corpo infiammato. 《Devi portarla a casa e poi tornare qui. Quindi posso darti un passaggio in modo da non perdere il parcheggio.》Lo fisso stupita, è una iena ridens. 《Ho parlato con Azzurra questa mattina, e lei mi ha confermato che ha passato molto tempo con te. E... - M'imbarazzo un pò per quello che non pensavo avrei mai detto. - Grazie per averla seguita. Ma non credo che questo è il momento giusto.》Corruga la fronte e rivedo e rivedo quelle bellissime rughe d'espressione che lo rendono ancora più intrigante e bello. 《Invece credo che oggi è proprio il momento giusto. Le hai detto di avermi parlato, immagino che anche lei muoia dalla voglia di riabbracciarmi.》Conclude sorridendo dolcemente e le sue guance si colorano appena un pò di rosso. Mi sento sciogliere al suolo per quella dolcezza costante che ha e, che non mi sarei mai aspettata. Quindi lui è Azzurra si abbracciavano. Improvvisamente mi rendo conto che non posso far star male mia figlia. Gli vuole bene e anche se quest'uomo per me è ancora uno sconosciuto, intuisco la sua onestà e l'affetto per Azzurra. 《Okay.》Sussurro appena come un automa. Ancora una volta si illumina e mi regala uno dei suoi più bei sorrisi. 《Grazie Tinki.》Tinki? Mi poggia ancora una volta la sua mano calda sui reni, accompagnandomi verso la porta. 《Non mi piace come mi hai appena chiamato. - Dico infastidita. - Il mio nome è Tinkerbell. Al massimo puoi chiamarmi Bell, come fanno tutti.》Lo vedo ridere deliziato, guardandomi con la coda dell'occhio, mentre mi porta via. 《Hai proprio un bel nome. Originale.》Alzo gli occhi al cielo ricordando mia madre, pace all'anima sua, il cancro se l'è portata troppo presto. 《Mia madre era una fan sfegatata di Peter Pan. Peccato non abbia vissuto abbastanza da vedere le avventure della sua amata eroina Tinkerbell.》《Hai proprio l'aspetto di una fatina.》Mi sorride ammiccando e vengo colpita da un'altra piacevole fitta al ventre. Uscendo vedo che inforca gli occhiali da sole, ma ancora non molla la presa sulla mia schiena. Vedo le mie amiche fissarci affascinate, con la sigaretta in mano. 《Vado a prendere Azzurra a scuola. Ci vediamo dopo.》《Ve la riporto il prima possibile. - Informa con l'aria sfacciata. - Sono Carter Scott, suo cognato.》Roteo gli occhi notando i sorrisi imbarazzati e colpiti di Asla e Thish. Perfetto, anche loro come Azzurra si sono prese una cotta. Me la sono presa anch'io? 《Piacere.》Rispondo incantate, mentre lui sembra non prestarci attenzione, ma continua a trascinarmi senza mollare la presa, verso la sua macchina.
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𝑺𝒕𝒂𝒓𝒕 𝑶𝒗𝒆𝒓🧚🏼♀️
RomanceAll'età di ventisette anni Tinkerbell Williams si ritrova vedova con la figlia Azzurra di sei anni. La morte del marito Arthur la getta nella malinconia, tanto da trascurare la sua immagine. Ma che matrimonio era? Chi era veramente Arthur Scott? Qua...