Carter. Capitolo 63

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Mi alzo a metà letto e mi passo una mano sul viso e tra i capelli. Respiro pesantemente, ricordando il sogno appena fatto. Mio padre a modo suo mi aveva avvisato che Arthur la stava facendo vivere in un incubo, ma non fino a questo punto. Mi alzo e vago nella stanza, non c'è traccia di Arthur, neanche una foto e ne sono felice, mi avvicino al comò bianco laccato dove tiene diversi oggettini di valore e vedo i miei gemelli di fianco al portagioie. Una forza insistente suggerisce di aprire il portagioie, ma cerco di convincermi che non si fa. Ma quella forza prende il controllo, così lo apro. Ci sono diversi orecchini, collane e anelli. Trovo la fede e il brillante. Ho un dolore al petto perché sono lì, tra le sue cose, riguardo i miei gemelli, non sono tra le sue cose, ma ancora fuori. Per quanto possa essere assurda e banale come costatazione a me ferisce. Forse non sono entrato del tutto nel suo cuore. Poi un ciondolo attira la mia attenzione, è in filigrana, rotondo e l'oro fa delle lavorazioni delicate e molto eleganti, al centro circondato da foglioline, spicca un rubino. È un dono molto importante questo. Non sembrerebbe neanche opera di Arthur. Ma chi le avrebbe potuto fare un simile regalo? Mi mordo il labbro e chiudo il portagioie e mi sento turbato, non riesco a scacciare questa zanzara. Ma del resto io non facevo parte della sua vita, quindi non è mio diritto essere così possessivo, devo controllarmi. Metto i boxer e piano piano vado a cercarla. Guardo nel bagno, ma è vuoto, così esco e guardo il lungo corridoio con delle piccole lucine, sorrido immaginando che sono lì in caso Azzurra si svegli nel cuore della notte. Guardo le porte e non so quale potrebbe essere la sua cameretta. Mi è mancata tantissimo, non vedo l'ora di strapazzarla di baci e abbracci. Mi muovo verso la scala, scendo a piedi nudi e non so in che direzione muovermi. Opto come prima stanza il salone, ma è vuoto, le fiamme del camino sono deboli, segno che si sta per spegnere e subito lo riavvio. Poi mi avvio verso la cucina per andare a bere un pò d'acqua, mi fermo sulla soglia quando la vedo seduta sopra l'isola che sta mangiando dei biscottini immersi nella nutella. Trattengo uno scoppio di risa e mi avvicino con passo felpato, incantato da questa visione. 《Ti ho fatto sprecare troppe energie?》Indossa una vestaglia di lana e pizzo color oro. Sussulta e ride come una bambina colta in flagrante. 《Ho fame.》Mi avvicino mettendomi tra le sue gambe e faccio una smorfia divertita. 《Vuoi?》Mi porge un biscottino pieno di nutella, sollevo le sopracciglia. 《Quanta cioccolata.》Mormoro aprendo la bocca e lasciandomi imboccare. 《Non ti piace?》Sembra un pò dispiaciuta e stringo le sue cosce sporgendo le labbra verso le sue alla ricerca di un bacio. Subito preme le sue labbra alle mie e le dischiude leccandomi facendo le fusa. Sa di cioccolata e la mordo con foga, le sue mani mi afferrano i capelli, accarezzandoli e facendomi accendere con un ringhio infervorato. Scoppia a ridere e mi contagia, è bellissimo, sono felice come non lo sono mai stato in vita mia. Non smettiamo di ridere a crepapelle e poi immerge le dita nella nutella e me la spalma sul petto. 《Ops.》Apro la bocca con espressione sorpresa e lei si avvicina a leccarmi il petto. Inarco la testa, godendo di questa bellissima iniziativa e ansimo con la verga già pulsante. 《Uhm... Così è decisamente più buona.》Si solleva e ha il mento sporco di cioccolata, è deliziosa. Ne prende ancora e me la spalma sui capezzoli, sorrido come un ragazzino. Lecca piano e ci gira intorno fino a suggere e mordere. 《Mi vuoi ancora.》Mormoro in preda ad un istinto animalesco, l'afferro per le gambe facendole emettere un urletto. 《Sssh... non urlare.》Mormoro caldo e riprende a ridere e io con lei, la butto a terra e non perdo tempo a slacciarle la vestaglia e le mordo il ventre e lo succhio. 《Oh! Amo fare l'amore con te, sei così passionale e bravo.》Lascio la sua pelle per fissarla con un ghigno da canaglia. 《Non istigarmi a tenerti un giorno a letto amore mio, perché non desidero altro.》Ride felice e io sorrido sempre più innamorato, completamente perso. 《Sei stupenda quando ridi.》Le accarezzo il viso. 《Sono felicissima, non rido da una vita e tu... - il cuore inizia a tamburellare - tu mi rendi felice. Mi fai ridere, mi fai sentire desiderabile nonostante il mio corpo presenta delle imperfezioni, e soprattutto mi ami in un modo fiabesco.》Non smetto di sorriderle dolcemente e la bacio delicatamente, portando le sue gambe a stringere alla mia vita e penetramdola gentilmente. Bell lascia le mie labbra per gemere in modo catartico, come se l'avessi presa con più vigore. 《Bell. Fa piano.》Le ricordo sorridendo, ma lei è in estasi, si inarca e muove il bacino andando incontro alle mie spinte che si fanno più energiche. 《Sì! Così! Ah!》《Bell. Amore, controllati.》Mi afferra i bicipiti stringendo forte e socchiudendo gli occhi mi guarda persa nel piacere che le do e si lecca le labbra come ad invitarmi. Mi afferra per il collo e mi porta alle sue labbra, tra un affondo e l'altro mi tira i capelli e affonda le unghie sulla testa. La bacio vorace, dimenandoci come presi dal fuoco. 《Carter! Ah!》《Calma.》Rido, e lei dietro di me, tanto è inutile, fino a che soffoco i nostri gemiti di godimento con un bacio.

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