Tinkerbell. Capitolo 2

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Sono a lavoro e sto aggiungendo le schede dei nuovi iscritti sul pc. Fortunatamente la mia agenzia va a gonfie vele, non che avessi problemi economici. Mio marito era un uomo ricco, potrei smettere di lavorare e vivere di rendita. Ma non ho smesso prima, e mio marito mi aveva sempre lasciata libera di continuare, figuriamoci ora che ne ho estremamente bisogno a livello mentale. Squilla il telefono e subito rispondo. 《Together, Scott.》《Buona sera, sono Sara della Advertising Scott. Parlo con Tinkerbell Williams Scott?》Alzo gli occhi al cielo e li chiudo per un istante. 《Sì! Sono io.》《La chiamo per conto di Mr Scott. Carter Scott.》Ovviamente. Penso infastidita. 《Ha ricevuto il suo invito per stasera nella villa di Mr Scott?》Passo una mano sul viso con esasperazione, evidentemente non è uno a cui piace essere messo da parte. 《Sì, ma non accetto.》Replico impulsivamente e con seccatura. 《Credo di dover insistere. Mr Scott non accetta un rifiuto da parte vostra.》Ah sì? E quindi da parte di un altro povero cristo lo avrebbe accettato? Bah! 《Credo che invece debba farselo andare bene, considerando la sua assenza sia al matrimonio che al funerale di suo fratello. Non credo che sia nella posizione per pretendere qualcosa da me, oltretutto neanche ci conosciamo.》 Mi sento sempre più irritata, quasi spossata, ci mancava quest'altra seccatura. Vedo Asla avvicinarsi alla mia scrivania, accigliandosi per capire cosa sta succedendo. "Chi è?" Mima con le labbra. Io ruoto gli occhi e le faccio un segno con la mano, che l'avrei informata dopo. 《Non entro nei vostri drammi familiari, le ho telefonato soltanto per avvisarla che l'autista di Mr Scott verrà a prenderla alle otto.》Strabuzzo gli occhi super indignata e quando sto per replicare... 《Arrivederci.》Click. Ho la bocca spalancata ad O e un'infinità di parolacce per la testa. Come osa questo troglodita spocchioso decidere per me? Chi si crede di essere? Non salirò mai su quell'auto! Se lo scorda! Sbatto la cornetta con furia.《Bell, che succede?》Chiede Asla sempre più preoccupata. Mi volto a fissarla, mentre lei si siede tranquillamente sulla mia scrivania. Gli shorts mettono in mostra le sue belle e lunghe gambe, abbinati ad una camicetta bianca coperta dalla folta capigliatura ondulata bionda. Ha trentadue anni, ci distacchiamo di tre anni, ma in realtà sembra che ne ho almeno dieci in più, per come sono trascurata. Ne ho ventinove, tra non molto ne compirò trenta e mi sarebbe piaciuto poter festeggiare quel numero con mio marito, lui a quest'ora ne avrebbe trentacinque. 《Bell?》Mi richiama Asla, attirando la mia attenzione. 《Mio cognato. - Dico sbuffando. - Anzi... non dovrei neanche chiamarlo in quel modo.》Corruga la fronte e i suoi occhi azzurri si increspano ai lati per capire maggiormente la situazione. 《Che ha combinato stavolta?》Butto pesantemente l'aria dalla bocca. 《Mi ha invitata ad un ricevimento a casa sua.》《Ah! E tu che hai intenzione di fare?》La fisso seccata. 《Non voglio andarci. Ieri sera ho bruciato il suo invito e poco fa ho chiaramente detto alla sua assistente che non esiste proprio che io ci vada.》《E...?》Aspetta con impazienza. La fisso con un sopracciglio inarcato. 《E cosa? Non c'è un continuo. Non andrò e basta! Chiuso!》Rivolgo di nuovo la mia attenzione al pc, ma mi sento ancora osservata, così sbuffo e ritorno a fissare Asla che mi scruta con aria assorta. 《Che c'è? Che ti passa per la testa?》Borbotto infine. Riesco a vedere persino da qui gli ingranaggi del suo cervello in movimento. Asla fa un leggero sorrisetto. 《Niente. Stavo solo riflettendo.》《Su cosa?》Chiedo un pò bruscamente. Sorride ancora, questa volta con un certo divertimento. 《È solo... niente. Lascia perdere.》Scende dalla scrivania e mi dà le spalle dirigendosi verso la sua. 《È solo cosa?》Chiedo spinta da una curiosità cocente. 《Dimmi!》《Ma niente.》Replica con una certa sufficienza. Mi alzo di scatto e vado al suo fianco, passandomi una mano sui pantaloni neri di cotone. 《E invece ora me lo dici.!》La inchiodo con uno dei miei sguardi assassini. La vedo trattenere un sorriso e mi acciglio. 《Allora?!》Rilassa il viso e mi guarda affettuosamente, prima di rispondermi con dolcezza. 《Io credo che invece faresti bene ad andare. Da quanto non esci? - La fisso inorridita. - Ti farà bene, incontrare gente, metterti qualcosa di carino, mettere un pò di trucco e bere qualche drink.》Non la seguo. 《Asla, mio marito è morto! E tu mi chiedi di andare nella tana del suo nemico?!》Il suo volto cambia espressione, facendosi più grave. 《È morto Arthur, non tu! Devi svegliarti da quest'incubo. Lui non sarebbe felice di vederti così.》Una fitta al cuore al pensiero del volto angelico di Arthur, dispiaciuto. 《Lui ti ha sempre visto una donna allegra, curata... se non altro fallo per Azzurra.》 Azzurra... sento mozzarmi il respiro. 《Tua figlia ha bisogno di SUA madre. Non dell'ombra di ciò che eri.》Ha ragione. Chiudo gli occhi mortificata. La sento alzarsi e mi prende le mani tra le sue. Riapro gli occhi, ho la vista appannata dalle lacrime, ma riesco comunque a scorgere la preoccupazione sul suo viso. 《Bell... non mi piace vederti così. Ti prego, sono passati due anni. Non puoi più struggerti così. Hai solo ventinove anni. Devi rifarti una vita.》《No! Questo mai!》Esplodo in un singhiozzo. Vedo i suoi occhi azzurri rattristarsi di colpo. 《Non potrei mai. Non posso dimenticarlo!》Immagini chiare del mio Arthur invadono la mia mente. Lui nel suo bel completo grigio, il ciuffo biondo, il suo dolce sorriso, la sua prestanza... chiudo nuovamente gli occhi e credo che sto per svenire. Sento le mani di Asla sorreggermi e tenermi stretta. 《Bell? - Riapro gli occhi. - Vai! Stasera coccolati davanti allo specchio e va da lui. Non è il suo nemico, è il fratello.》La fisso come indecisa. Non so che fare. Non voglio tradire Arthur andando da lui. 《Arthur non voleva neanche sentirlo.》Dico tremante. Asla alza le sopracciglia. 《E tu ne conosci i motivi?》All'improvviso è come se mi avesse messo un tarlo. 《No. Non ha mai voluto dirmelo.》Rispondo con amarezza. Tante volte avevo provato a farmelo dire, ma non c'era stato niente da fare, Arthur non aveva alcuna intenzione di mettermi al corrente di ciò che era successo.
《Perché non vuoi dirmi di che si tratta? Che ti ha fatto?》Gli avevo chiesto un giorno nella nostra biblioteca. Indossava il completo grigio grafite, il mio preferito, mentre con una mano si spostava il suo folto ciuffo indietro. I suoi occhi azzurri sorridevano insieme al volto perfetto. 《Bell, non voglio che ti preoccupi di cose per cui non ne vale la pena.》Mentre mi accarezzava il viso. Sentivo verso di lui un dolce trasporto, lasciandomi cullare dalle sue carezze. 《Io voglio sapere tutto ciò che ti riguarda.》Sorrise teneramente, come se fossi una stupida bambina capricciosa e si avvicinò alle mie labbra. 《Tu sai tutto ciò che ti serve sapere di me.》
《Bell?!》La voce altisonante di Asla mi riscuote dal mio sogno ad occhi aperti. 《È una delle ragioni per cui devi andare. Magari, lui te lo rivela.》Mi fa l'occhiolino e io improvvisamente getto l'aria finora trattenuta. 《Asla non so chi diavolo sia, non so neanche che persona può essere. E poi non gli darò mai la soddisfazione di fargli credere che tra me e mio marito c'erano dei segreti.》La vedo sorridere. 《Che c'è?》《Niente, hai solo appena ammesso che ci andrai.》Rimango interdetta, e  subito ricevo un sonoro bacio sulla guancia. 《Divertiti.》Dice ammiccando.

𝑺𝒕𝒂𝒓𝒕 𝑶𝒗𝒆𝒓🧚🏼‍♀️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora