Tinkerbell. Capitolo 105

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Sento le viscere contorcersi e il desiderio accendersi con ferocia, non mi sono mai sentita così turbata sessualmente come oggi. Ha un suo metodo per farmi capire che sono sua e che non posso sfuggirgli in alcun modo e adoro la forma in cui lo fa. Questo è essere uomini, è sicuro di sé, potente. Prendo un profondo respiro e sento che mi esce tremante, decisamente sono sconvolta intimamente. Non riesco a deglutire e sento già l'imbarazzo investirmi, ci saranno Sara e Michael con lui? Oddio! Chiudo gli occhi al pensiero che mi vedono ripresa da lui come una bimbetta. Ma ormai è troppo tardi. Mi sono comportata così, di nuovo. Ma perché non riesco a frenare la mia gelosia? Lui è mio. L'ascensore con un colpetto si ferma e il suono del campanello mi fa provare una forte contrazione al ventre e il cuore sale in gola. Le porte si aprono e lo vedo. Ha una mano appoggiata alla parete, come la prima volta che venne a cena da me. Ha tolto la giacca e risvoltato le maniche della camicia e vedo i muscoli delle braccia guizzare in modo da farmi contrarre piacevolmente il ventre. Il suo volto è serio, i suoi capelli una massa riccia stravolta. Ci fissiamo in silenzio, un silenzio incendiario. Stacca la mano dalla parete e la porta in tasca insieme all'altra, mentre si fa da parte per farmi uscire. Non riesco ancora a deglutire e ho il volto paonazzo. Tremante esco e le porte si richiudono facendomi sentire indifesa. Mi accorgo subito che non c'è nessuno a parte noi e ho un'altra forte conferma su di lui. Sapeva che mi sarei sentita a disagio e li ha fatti andare chissà dove. Mi esce un sospiro per quanto mi conosce, non dovrebbe più sorprendermi ormai, ma eppure ci riesce tutte le volte, fatico ancora a deglutire. Imbarazzata lo guardo ancora e i suoi occhi sono tutt'ora incollati ai miei. Mi sondano enigmaticamente. Sudo perché non batte ciglio, non parla e non si muove. Non so che fare. Che dire. Cazzo se riesce a farmi sentire una stupida cogliona. Ancora una volta è l'immagine di un uomo di potere, riuscirebbe a piegare anche il ferro con quello sguardo. Muove appena la mandibola, ha la fronte corrugata e i suoi occhi penetranti sono più profondi. Il suo respiro è più forte e deglutisco a fatica dopo molto. Dopo un tempo indefinito abbasso lo sguardo, perché ho sbagliato. Aspetto che dica qualcosa, una cosa qualunque, che mi rimproveri, anche se non lo ha fatto neanche con lo sguardo. Ma non succede nulla. Quindi comprendo che sono io quella che deve fare la prima mossa. Ma non qui, quindi mi volto e con le gambe molli e lo stomaco sottosopra mi dirigo nel suo ufficio. Sento che mi segue, sento i suoi occhi addosso, la nuca mi pizzica e sono nuovamente una massa gelatinosa. Prima di entrare nel suo ufficio sgrano gli occhi alla vista della porta spalancata dell'ufficio di Megan e non sento fiatare nessuno. I battiti cardiaci aumentano mostruosamente e subito un pensiero si fa strada nella mia mente: l'ha sbattuta fuori. Non ci credo. Sono sconvolta ed entro nel suo ufficio, mi fermo a metà stanza, quando sento che chiude piano la porta. Anche questo è un gesto di comprensione nei miei riguardi. Non è nervoso, brusco o aggressivo nei modi, tutto il contrario. È gentile, comprensivo. Mi viene da piangere, ma respingo l'impulso e porto in dentro le labbra, mentre prendo una ciocca di capelli e la sposto agitata, non mollando la presa con la mano e bloccandola sulla testa, come disperata. Sento ancora il suo sguardo su di me, quello parla più della sua voce. Sento il suono delle Armani sul parquet che avanzano e anche se mi sento profondamente imbarazzata, devo affrontarlo. Mi volto e lo fisso, sentendo il mio volto ancora in fiamme. Ha ancora le mani in tasca e un'espressione dispiaciuta, mentre continua a penetrarmi con quegli occhi argentei. Dischiudo le labbra e respiro tremante. 《Scusami.》La voce mi esce stridula per quanto sono agitata. Carter abbassa gli occhi e prende un profondo respiro. È assorto. Che cosa sta pensando? Che sono una stupida cogliona! Che non lo merito! Che ho fatto un terribile errore di valutazione. Ecco che ciò che temevo si sta realizzando. Non sono la donna che sperava che fossi. Lo fisso con la tachicardia e in ansia. Come una che in attesa di una condanna a morte. Quando i suoi occhi tornano a fissarmi, sono intensi, una palpebra è più abbassata rispetto all'altra e comprendo come tempo fa, che non è tranquillo. Sto trattenendo talmente tanto l'impulso di piangere, che credo che a momenti scoppierò. 《Ti comprendo perfettamente se ne hai abbastanza dei miei colpi di testa e mi mandassi a...》Alza una mano e mi zittisco. Quella mano... Sul suo viso compare un sorriso incredulo e scuote la testa portandosi una mano a toccarsi la barbetta sul mento. Abbassa lo sguardo per un attimo e dischiude le labbra e credo che a momenti il mio corpo cederà alla troppa tensione. Poi i suoi occhi mi trapassano, inflessibili, decisi e mi ritrovo ad ansimare, pronta a sentire cosa ha da dirmi. 《Non hai ancora capito che tu non andrai più da nessuna parte? Sei mia Bell.》Un dolce dolore al cuore mi consuma, scende fino allo stomaco e si annida nell'intimo. 《Ti amo proprio perché sei così impulsiva e possessiva. Non voglio frenare il tuo temperamento come Arthur. Ti amo perché sei la ragazzina che mi ha fatto dimenticare ogni cosa quell'estate, facendomi vivere.》Le lacrime mi rigano le guance bollenti, mentre lui si avvicina a me. 《Perché ti sei donata completamente a me amandomi per la mia persona e non per i miei soldi. Ti amo perché mi hai fatto capire che la vita non fa schifo, ma che l'amore esiste.》È ad un soffio dalle mie labbra e fissa una delle mie guance,  asciugandola con un delicato tocco del pollice, non riesco a smettere di tremare. 《Ti amo perché non riesco a vivere senza di te. Perché sei brillante e talentuosa. Perché sei una madre amorevole. Perché sei vera e naturale. Perché non esageri con il trucco. Perché il tuo seno è caldo e non ritoccato. Perché amo ogni tua piccola smagliatura che ti rende donna e non un esperimento di un bisturi.》Singhiozzo, intanto le sue mani mi cullano il viso con un'espressione sinceramente profonda. 《Perché quando fai l'amore con me, mi ami oltre a desiderarmi e questo cancella ogni insulsa scopata. Ma sopra ogni cosa... - si fa più serio - ti amo perché sei la madre di mio figlio. Mi farai diventare padre, di un figlio tuo. Tuo e mio. Un noi.》Non riesco a formulare un pensiero, tanto le sue parole mi colpiscono. 《L'amore che nutro per te è un sentimento profondamente radicato... che va oltre l'aspetto. Impossibile da estirpare Bell.》Ci fissiamo per un attimo in silenzio, poi sussurra roco: 《Ti amo per un'infinità di motivi, quelli che ti ho elencato sono alcuni, ce ne sono anche di più sciocchi. Come quando sposti in modo sensuale una ciocca di capelli, o quando mugoli mentre gusti la tua cioccolata, o quando strapazzi di coccole Azzurra, - si avvicina di più alle mie labbra e sussurra caldo: - o quando dormi e annusi il mio petto e fai un'espressione beata. Sei stupenda. Io non potrei desiderare di meglio.》《Mi guardi mentre dormo?》Farfuglio con voce rotta. Non ci posso credere. È così romantico. 《Sì. Devo recuperare tutto il tempo perso. Tutti quegli anni che morivo al pensiero di poter rivedere ogni tuo piccolo tratto del tuo viso delicato, anche un piccolo neo.》Con l'indice mi tocca un punto sopra le labbra, dove si trova un piccolo neo. 《Ti prego perdonami, non so che mi è preso. - Dico in un lamento. - Non volevo ferirti...》《Lo so.》Annuisce sorridendomi con calore e abbracciandomi, premendo le sue labbra sulla mia tempia. 《Sei sempre stata gelosa, e non dovresti perché sei la mia vita e metterei il mondo ai tuoi piedi e sai che ho il potere di farlo, ma non ti chiedo di modificare ciò che sei, perché ti amo. Sarebbe solo un errore, ormai so che questo possesso nei miei riguardi fa parte di te e del tuo sentimento per me e ne sono felicissimo, mi appaga, anche se contemporaneamente mi addolora perché non sopporto che ti fai del male senza motivo. Solo... non scappare più da me. Parlami.》Lo stringo con forza al mio corpo e annuisco. 《Come hai capito che si tratta di gelosia?》《Sara mi ha detto che sei corsa in bagno dopo aver sentito un diverbio tra Megan e Michael e ho fatto due più due.》Lo fisso con la fronte corrugata, mentre lui mi tiene stretta a sé. 《Hai fatto andare via Sara e Michael per me?》Mi guarda con fare ovvio e annuisce con un sorriso amorevole. Dio, quanto lo amo. 《Grazie.》Mormoro ancora a disagio per il mio comportamento infantile. 《Metterò il mondo ai tuoi piedi Bell. Non è per dire.》Rabbrividisco a quelle parole serie e calde tra le sue braccia e abbasso gli occhi. 《In realtà è stato quello che ho sentito in bagno a farmi ingelosire.》Accenna un sorriso ironico. 《Rochelle e Taylor.》Aggrotto di più la fronte cercando di capire come fa a sapere, anche se non so per certo se quei nomi corrispondono a voce uno e due. 《Ho fatto istallare diversi sistemi di sicurezza in tutto l'edificio.》Risponde alla mia domanda inespressa. Sono scioccata. 《Ci sono telecamere in bagno?》《Ovunque.》Risponde risoluto. Oddio! 《Ma... ma quindi mi hai vista in bagno?》Sorride. 《Sì.》Mi stacco scioccata e imbarazzata, e riporto una mano a toccare i capelli. 《Hai sentito ogni cosa?》Annuisce e chiudo gli occhi paonazza. 《Solo non sono riuscito a correrti subito dietro. Corri bene anche con quei bellissimi stiletti.》Apro gli occhi e vedo che mi sorride luminoso, il sorriso che è riservato solo a me. È bellissimo. 《E hai bloccato l'ascensore?》Annuisce. 《È legale tutto questo?》Si raddrizza nella sua elegante figura appetibile, facendosi serio. 《Sono io il padrone qui. E ho avuto i miei buoni motivi per istallare ogni sicurezza. E i miei dipendenti sono a conoscenza di tutto. Non faccio le cose di nascosto, chi vuole lavorare per me deve sottostare alle mie regole.》Ah! Dio che sexy quando è così maledettamente autorevole. 《Hai licenziato qualcuno?》Chiedo ansiosa. 《Non ancora. Non ne ho avuto il tempo. Ma lo troverò a breve.》Sbarro gli occhi. 《Le licenzi?》Fa il suo ghigno. 《Non le licenzio per le loro fantasie, ma perché hanno offeso te. E su questo non transigo.》《E Megan?》Chiedo tremante. Fa un sorriso diabolico, mentre si avvicina nuovamente a me e mi afferra per la vita, stringendomi forte al suo corpo. 《Avrà ciò che merita. Ora baciami. Ne ho bisogno.》E subito le sue labbra sono sulle mie, possessive e voraci. Decisamente sento un cambiamento nel modo di porsi, è più possessivo, caldo e la cosa mi eccita, mi sento completamente sua.

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