Carter. Capitolo 64

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Siamo nuovamente intrecciati sotto le coperte del suo letto matrimoniale e continuiamo a sbaciucchiarci come due adolescenti. 《Cosa hai fatto in questi giorni?》Mi chiede con un luccichio particolare negli occhi. È gelosa. Ma deve stare tranquilla perché io non sono un puttaniere come mio padre, ma un uomo serio e devoto. Gioca con i miei capelli e io le accarezzo il culo perfetto. 《La casa Audi ha rinnovato il contratto, vuole che anche quest'anno mi occupi degli spot e devono essere davvero persuasivi.》Mi sorride orgogliosa e mi fa battere più forte il cuore. 《Ovviamente sono dovuto correre per il Canada anche perché la Cartier si è lamentata con un mio dipendente per un lavoro non fatto bene e ho dovuto correre per sistemare la questione.》《Hai risolto?》È preoccupata. 《Certamente. Gli ho detto che me ne occupo io.》E poi ho acquistato l'anello di fidanzamento. Ma questo non posso dirglielo. Il suo viso si riempie ancora una volta di orgoglio. 《Sei un uomo molto in gamba. Richard me lo diceva sempre.》Cosa? Mio padre? 《Parli di mio padre?》Aggrotto la fronte. 《Sì. Ti stimava molto, era orgogliosissimo. Tutto il contrario con Arthur.》Non riesco a parlare, sapevo che mio padre era orgoglioso di me, che mi stimava... ma non credevo che ne avesse parlato con lei. 《Che c'è?》Mi chiede baciandomi il petto e facendogli una carezza. 《Niente, è solo che non mi aspettavo che ti parlasse di me.》Sbatte le ciglia incredula. 《Dubitavi del suo affetto nei tuoi confronti?》《Affetto?》Rido. 《Perché ridi? Ti voleva molto bene. Voleva che avessi sposato te.》Sussulto e indietreggio il capo corrugando sempre di più la fronte. 《Come scusa?》《Una sera, prima di andare via, mi ha detto che avrei dovuto sposare te. Che Arthur era identico a tua madre e che mi avrebbe fatta impazzire. E onestamente aveva ragione, non puoi capire per quanto tempo le sue parole mi hanno tormentata.》Sono scioccato. Questo da parte di mio padre proprio non me lo aspettavo. 《Un giorno anche a me ha detto di mettermi in mezzo. Eravate sposati da un paio di mesi.》《E tu?》I suoi occhi sono più attenti, mi fissano speranzosi. 《L'ho mandato al diavolo. Perché rispettavo il tuo sentimento. Non è da me interferire in un matrimonio. Io non lo sopporterei mai. Quindi applico il detto che non faccio ciò che non mi piacerebbe mi sia fatto.》Sbatte le palpebre e i suoi occhi si fanno bassi, è assorta e non capisco perché. Le strizzo una chiappa e la stringo più al mio corpo, riportando nuovamente la sua attenzione. 《Che succede?》Leggo nel suo viso la paura. Di cosa? Di me? E perché poi? 《Devo confessarti una cosa.》Aggrotto la fronte. 《Ieri quando ho chiuso l'agenzia, ho incontrato il tuo amico George.》Alzo le sopracciglia incredulo. Che figlio di puttana! 《Cos'è successo?》La voce mi esce dura e mi sorprende, ma dentro sta succedendo di peggio. 《Niente, mi ha chiesto se volessi andare a bere con lui un caffè.》Immagini di quel giorno, con quel tubino, quei tacchi e quella faccia di culo che ci prova mandando le mie capacità di controllo a fanculo. Sento un tornado dentro che vuole uscire e distruggere ogni cosa. Ma devo darmi una calmata, Bell è una donna bellissima e innamorata di me da anni, non è un oggetto di mia proprietà. 《Carter? Stai bene?》Si solleva fissandomi allarmata. Cerco di scacciare via quel senso di distruzione di massa per concentrarmi sul mio amore. Niente. Più la guardo e vedo quanto è bella e sofisticata, più mi avveleno. 《In realtà non ti nascondo che mi ha dato un pò fastidio. Ma mi passerà, tranquilla.》Prendo un profondo respiro. No, impossibile, credo che non chiuderò più occhio. Quel figlio di puttana vuole un bel servizio. Mi accarezza il petto e lo bacia teneramente. 《Lo sai che non vivo più senza te. Sei il mio primo amore, il mio grande amore. E sei un padre meraviglioso per Azzurra.》Quelle parole riescono ad adombrare un pò questa nuova sensazione che cresce mostruosamente dentro di me e tremo appena. 《Lo so amore mio.》Gioco con i suoi capelli e lei mi sorride dolce, non smettendo di accarezzarmi il petto. 《Ma lui sta cercando di invadere il mio territorio e...》Cosa? Sono furioso? Sei mia? L'ammazzo? Ho paura di questi pensieri. 《Lo so che tu sei una donna fedele, ma quel bastardo non gioca mai secondo le regole e vuole sempre vincere.》Mi fa uno sguardo indulgente e mi sento un coglione. Ma che sto dicendo? Io sono un uomo. Non un bambino. 《Scusami. Ti prego perdona questi miei comportamenti infantili. Non è da me.》Ride con tenerezza. 《Sei geloso. Anzi: possessivo.》M'imbroncio rendendomi conto che è per forza così. Ma il possesso non è un comportamento sano, quindi devo ridimensionarmi. 《No. È solo che lui è più grande e so che ti affascinano gli uomini maturi e con una certa esperienza.》《Arthur non era niente di queste cose.》《Ma inizialmente lo hai creduto.》Fa un'espressione di conferma e mi sento più agitato. 《Ti sfugge che l'unico uomo maturo con esperienza che mi fa impazzire sei tu,  iena.》 Faccio un ghigno ironico e so già che è mia. Mi lecca lentamente la striscia di peli sul petto e la verga è più dura della roccia. 《I tuoi genitori quanti anni avevano di differenza?》Mi guarda sospettosa. Cosa c'entra? 《Dieci. Perché?》Vedo che è arrivata ad una sua conclusione e ora sono curioso. 《Fammi capire.》《Non è niente d'importante, è solo impressionante come tu e tuo padre vi somigliate.》 Mi acciglio. 《Io non sono come lui. Sono un uomo per bene, e amo sia te che Azzurra. Lui amava solo se stesso.》Fa una smorfia. 《Ti amava. Ecco perché ti ha tirato fuori dalle grinfie di tua madre. E credo che amasse molto anche quel ghiacciolo di tua madre. Lo ha costretto lei a cercare altrove ciò di cui aveva bisogno, ma anche in quel caso voleva una sua reazione, se no l'avrebbe lasciata molti anni prima.》 Deglutisco piano e rifletto alle sue parole. 《Gli volevi molto bene vero?》Annuisce seria e lo comprendo e cercherò di rispettarlo. 《I tuoi genitori non si lasciavano andare mai ad effusioni di fronte a voi, vero?》Butto pesantemente l'aria dal naso. 《Non ho mai visto un gesto di affetto. Mi è sembrato tutto strano quando partirono per quel viaggio... e dove non fecero più ritorno.》La vedo sorridere come se custodisse un suo segreto. 《Adesso non ho più voglia di parlare di loro. Voglio altro.》Faccio un ghigno spudorato e lei sorride furba seguendo la striscia di peli che scende fino alla mia verga impaziente. 《Oh!》Gemo piano, quando lo prende in bocca e le accarezzo i capelli, abbandonandomi all'estasi infinita che lei mi dona.

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