Quando ritorno in camera, sono pulita, leggermente truccata e vestita, così passo dalla camera dove dorme Azzurra e vedo che dorme ancora. Per lei è vacanza, non voglio svegliarla, preferisco che riposi quando può farlo. La guardo con amore, è bellissima, sembra una bambolina mentre dorme così serena e mi verrebbe voglia di mangiarla di baci, ma trattengo l'impulso per non svegliarla. Chiudo piano la porta e scendo verso la cucina, voglio preparare qualcosa per la colazione, ma quando entro sussulto nel trovare Carter perfettamente vestito e profumato. Jeans aderenti, che risaltano i muscoli della sue gambe, camicia scura svoltata... È una visione allettante. 《Buon giorno. Già in piedi?》Mi studia tutto il corpo con quegli occhi avidi. Indosso un jeans e un dolcevita, ma ho capito che per lui non fa differenza, mi spoglia comunque come la prima sera che ci siamo rivisti. 《Buon giorno, anche tu sei in piedi.》Gli faccio notare e vedo che sfaccenda ai fornelli, sta preparando la colazione, sono scioccata. 《Faticavo a chiudere occhio.》Ammette sorridente e mi guarda le mani. Di riflesso le guardo anch'io. Sono rosee, nessuna screpolatura. 《Finalmente sono guarite.》Mormora riportando la mia attenzione su di lui che mi fissa. 《Sì, grazie a te.》Mi fa un lento sorriso e sento il mio cuore fare una capriola. 《Cosa prepari? Ti do una mano.》Mi svolto le maniche e mi avvicino a lui. 《Se vuoi.》Ha preparato i pancake, il caffè è già sul fuoco e sta cospargendo di formaggio al salmone i bagel. Noto i suoi movimenti metodici e la pulizia nel piano lavoro, ieri sera ho fatto un casino io, ma Carter non si smentisce, è preciso e ordinato, il contrario di Arthur che faceva trovare le mutande a terra. 《Credo che non ti serve, hai già finito, posso solo apparecchiare.》Mi sorride. 《Okay.》《Posso apparecchiare qui?》Non ho voglia di andare ancora in salone, i ricordi hanno preso il sopravvento. 《Certo che sì.》Okay. 《Da quanto sei qui?》Sono curiosa, ha fatto un bel pò di pancake e non c'è traccia del padellino o della ciotola sporca. 《Dalle cinque e mezza.》Ah! 《Non sei andato a letto dopo?》Lo fisso incredula, mentre lui mette sul tavolo i pancake. 《Ti ho detto che non riuscivo a prendere sonno.》Increspo la fronte. 《Per colpa mia?》Mormoro appena, non riuscendo a muovermi per aiutarlo ad apparecchiare, ma lui si muove tranquillamente, poggiando i tovaglioli, le tazze... Sorride e poi mi fissa alzando le sopracciglia con fare ovvio. I miei occhi si posano per un attimo sul suo pene e subito avvampo accorgendomi del rigonfiamento, distolgo lo sguardo e non riesco più a deglutire, come fa ad essere pienamente controllato? Ma soprattutto cosa lo eccita di me? Sono così coperta e sciatta. 《Ho fatto anche i pancake alle gocce di cioccolato, ti piacciono? Oppure li preferisci semplici?》Ha volutamente cambiato discorso, perché ha visto dove i miei occhi si sono fermati. Mi siedo con le gambe molli. 《Con il cioccolato sono buonissimi.》Parlo in imbarazzo. Ricordo ancora il cioccolatino. Sbatto le palpebre come per scacciare il pensiero peccaminoso o potrei combinare un'altra gaffe. Mi è ampiamente bastato ieri. 《Azzurra dorme ancora beatamente, non mi va di svegliarla.》Dico pensando a mia figlia e al fatto che ci vuole insieme, ma ho capito che la decisione spetta a me, perché Carter è deciso. Mi vuole nella sua vita, in tutti i sensi. 《Hai fatto bene, domani mattina dovrà fare una levataccia, meglio che riposa.》Finisce di poggiare le cose sul tavolo e si siede vicino a me. 《E tu come mai ti sei alzata presto?》Non sorride, mi guarda con le rughe sulla fronte e il solco pronunciato, è molto attraente e credo abbia accorciato un pò la barbetta. 《Sono abituata a correre ogni mattina alle sei, tranne nei weekend, ma immagino che la voglia di correre mi abbia svegliata.》Mento. Mi osserva alzando un angolo della bocca. Mi sento tremare e continua a scrutarmi come se mi leggesse dentro e mi sento scoperta. 《Anche io la mattina faccio attività fisica, del resto poi non mi resta altro tempo per farlo.》 Ci fissiamo a lungo in silenzio e vorrei dirgli altro, molto altro, solo che ho paura di farlo. Ho timore d'innescare un ordigno non esploso ieri notte. 《Ieri sera è stato bellissimo camminare tutti e tre per i mercatini di Natale.》Mi confessa con una sorta di emozione nella voce calda, e capisco che ha fatto il primo passo per aprirmi la via. 《I miei li trovavano per i poveracci. Così ci sono andato qualche volta da solo. Ma ieri... è stato diverso Tinki.》Ho una fitta al cuore immaginandolo solo ai mercatini di Natale, la sua famiglia... ricordo mia suocera molto fredda, non riusciva mai a trasmettere umanità e calore, quindi ciò che dice non mi meraviglia. Mio suocero era un'altra cosa: l'affetto particolare che suo padre nutriva per me era qualcosa di unico che sorprendeva sia Arthur che la moglie. Fa un gesto per prendermi la mano, come per chiedermi il permesso e io la muovo leggermente per dargli l'okay. Mi sorride e l'accarezza piano, sento i brividi, adoro il suo tocco delicato. 《Io non c'ero mai stata. - Confesso accennando un sorriso. - È stato magico. Grazie.》Mi fa il suo sorriso speciale, quello che riserva solo a me e sento il cuore palpitare furiosamente. Sento il profumo del caffè alla vaniglia spargersi, segno che a momenti prende a bollire e mi sento così trasportata da lui che continua ad accarezzarmi la mano. 《È stato magico perché sembravamo una famiglia.》Mormora con il volto speranzoso. 《Lo siamo.》Preciso con calore e i suoi occhi grigi s'illuminano e mi stringe la mano, carezzando il dorso con il pollice. 《Davvero?》L'aspettativa nel suo volto mi mette in allerta, devo essere sicura. Per Azzurra. Lo siamo? Ma io per tutti questi anni ho continuato ad amarlo in segreto, come se lui fosse solo un bel sogno ad occhi aperti, e ora il sogno è reale. Ma devo essere chiara con lui. 《Carter... 》Vedo che prende un respiro e si raddrizza come per prepararsi al colpo. 《Non nego che sento per te una forte attrazione e che c'è un sentimento legato al passato. - Annuisce attento. - Ma non voglio sbagliare ancora. Stavolta devo andarci piano, soprattutto per il bene di Azzurra e anche per tutelarci.》《È giusto. Ma io sono sempre io Tinkerbell. Ho qualche esperienza in più ...》Prende un profondo respiro e mi preparo alla bomba. 《Ti amo più di ieri, è inutile che lo tengo ancora dentro. Ti amo. Ho sempre amato solo te.》Respiro a fatica, i battiti cardiaci stanno per farmi collassare, ma non sono mai stata così felice in vita mia. Lui mi ama ancora, più di prima, non che avessi avuto dubbi in questi giorni, tutto qui parla di quanto mi ami. Ha solo detto a voce ciò che già so da giorni. 《Ma comprendo che nella tua mente c'è ancora Arthur. Quando ieri notte ho detto che lui per te dovrà essere davvero sotto terra, è perché lo penso sul serio. Ma non accetto la risposta che potrei essere uno sbaglio. Questo mai. E lo sai anche tu.》Increspo leggermente le sopracciglia e so che ha ragione. È un uomo per bene, non mi farebbe mai mancare nulla in tutti i sensi. 《Ho aspetto tredici anni, posso aspettare ancora un altro pò.》Mi avvisa dolcemente muovendo ancora il pollice sul dorso della mia mano. 《Ma non tirare troppo la corda, perché anche gli uomini per bene possono essere villani.》Lo fisso arrossendo per quello che ha appena detto e fisso la sua mano che tiene ancora stretta la mia. 《Non perdere altro tempo con me Carter.》Mormoro abbattuta e neanche io so perché lo sto dicendo. 《Hai tante donne che ti desiderano... perché continui a perdere il tuo tempo con una come me?》Mi scuote la mano e torno a fissarlo, è accigliato, il solco sulla fronte è più profondo. 《Non tirare la corda.》Stavolta il suo avviso è serio e mi trovo a deglutire con difficoltà. Si alza e spegne la caffetteria e io mi sento sempre più abbattuta. 《Ti va di andare al mare di mattina? Prima passo ai mercatini di Natale a ritirare la merce, così magari di pomeriggio possiamo fare qualcosa in casa. Ho dei vecchi giochi da tavolo. Che ne pensi?》Viene a sedersi di nuovo vicino a me. 《Ottima idea. Azzurra sarà felicissima.》Mi prende la mano e me la stringe. 《Non voglio vederti incupita. Chiaro?》Mi ha letta dentro, così sospiro e gli faccio un sorriso. I suoi occhi non smettono di guardarmi e mi sento così fortunata di avere il suo amore. Mi bacia la mano delicatamente e la porta sulla sua guancia ispida. Non so che dire, è così intimo. 《Hai accorciato la barba?》Sorride. 《Te ne sei accorta.》È sorpreso. Pensa davvero che mi è così indifferente? O che non lo guardo con attenzione? 《Non ho detto che mi sei indifferente Carter. Ho solo detto che...》《È presto. - M'interrompe. - Capito.》Ammicca sorridente e mi fa ridere. Che iena! 《Buon giorno.》La vocina addormentata di mia figlia ci fa staccare le mani e subito mi giro verso la porta e allargo le braccia per accoglierla e lei si ci tuffa. La prendo in braccio e la stringo riempiendola di baci e carezze, anche se ha otto anni, per me è sempre la mia piccolina. 《Buon giorno amore mio.》Mormoro. Carter le manda un bacio volante e lei sorride schiacciando il viso sul mio seno. Continuo a baciarla e accarezzarle i capelli, è ancora addormentata, vedo Carter guardarci incantato e un pò mettendosi da parte, e percepisco il dispiacere di non essere parte di noi. Azzurra non è sua, ma in questi giorni non è mai sembrato così, anzi. Ma in questo momento è come se lui stesse mandando un messaggio silenzioso. Lo guardo e non vedo gelosia, leggo solo la pena che prova nell'essere solo lo zio e un familiare per me. 《Tuo zio ha preparato di ogni questa mattina, vai a ringraziarlo.》Bisbiglio nel suo orecchio mentre Carter mi sorride in modo particolare sentendo ciò che le ho detto e subito si alza e va in braccio a Carter che la stringe e la bacia anche lui. 《La mia bellissima ragazza si è svegliata? O dorme ancora?》Ride e mi ammicca, io mi alzo sorridendogli, prendo la caffetteria fumante e la porto sul tavolo. Azzurra lo tiene stretto e non mi passa inosservato lo sguardo amorevole di Carter quando la guarda. Un desiderio si fa strada nel mio cuore e fantastico ancora che lui è il padre di Azzurra e mio marito, così inizio a versare il caffè fumante nelle tazze e scorgo Carter guardarmi con occhi sognanti, forse sta fantasticando la stessa cosa, ma è solo una mia congettura.
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𝑺𝒕𝒂𝒓𝒕 𝑶𝒗𝒆𝒓🧚🏼♀️
Roman d'amourAll'età di ventisette anni Tinkerbell Williams si ritrova vedova con la figlia Azzurra di sei anni. La morte del marito Arthur la getta nella malinconia, tanto da trascurare la sua immagine. Ma che matrimonio era? Chi era veramente Arthur Scott? Qua...