Tinkerbell. Capitolo 5

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Rincaso sconvolta e in lacrime, è tutto buio, Clara ha messo a letto Azzurra. Salgo velocemente in camera da letto e butto via le scarpe, strappo via la tuta e atterro come un sasso sul letto, singhiozzante e confusa. Perché mi ha mentito? Perché? Perché mi sono sentita così attratta da lui? Solo una volta mi è capitato un simile trasporto, andavo a liceo ed è stata la mia prima volta con quel ragazzo che frequentava il college. Non ne ho mai fatto parola con nessuno, era più grande di me, ci distaccavamo di nove anni. Mia madre lo ha conosciuto in una occasione particolare, non le ho detto nulla, ma ho avuto la sensazione che avesse intuito, per via di qualche commento. L'unico a cui ho dovuto dirlo è stato Arthur. Ricordo che non ha preso bene la cosa. 《Avresti dovuto denunciare quel pedofilo!》Esclamava con i suoi grandi occhi azzurri strabuzzati come un pazzo, mentre si tirava nervosamente il ciuffo con una mano, quello non era mai un buon segnale. 《Non era un pedofilo! Avevo sedici anni ed ero consenziente. E ci distaccavamo solo di nove anni!》Gli avevo risposto nervosa. Custodisco quel ricordo gelosamente. Sono stata molto innamorata di quel ragazzo, anche se non sapevo molte cose di lui. Ma era stata una follia adolescenziale, e non mi va giù che venga calpestato ciò che per me è stata la notte più importante della mia vita. 《Come hai potuto permettere ad uno qualunque di portarsi via la tua purezza?! - Ha continuato sempre più irato. - Senza che poi si è fatto più vivo! Ti ha solo usata e preso ciò che spettava a me!》Era molto possessivo e la cosa mi turbava molto. Infondo era solo un amore passato. Qualcosa di mio, dove lui non esisteva neanche. 《Non è così! Lo amavo! E anche lui mi amava! - Ho alzato la voce improvvisamente accalorata. - Abbiamo passato tutta l'estate insieme, prima di arrivare a quello! Non voleva... insomma era molto spaventato perché ero più giovane di lui. Lo ha fatto perché non aveva altra scelta. Mi amava. E lo ha fatto con rispetto. E  non è scappato, doveva partire per il college. Semplicemente ci siamo persi di vista!》L'ho visto fare un sorriso canzonatorio. 《Era così importante da non sapere chi fosse! E tu lo eri così tanto per lui, che neanche ti ha più cercata!》Quell'ultima frase mi ha colpito al cuore. È vero. Non mi ha più cercata. Ma sono sicura che c'è stato qualcosa d'importante per non averlo fatto. 《Anche se lo avesse fatto due anni dopo stavo già con te.》Gli ho detto sorridendogli dolcemente. Era ancora un pò irritato, ma così bello con quel jeans blu scuro e quella magliettina ocra, adoravo quando era così informale, non che non lo amassi anche con i suoi completi, ma così sembrava più ragazzaccio e la vetrata luminosa della nostra camera da letto illuminava la sua figura in modo allettante. Mi sono avvicinata piano e gli ho accarezzato dolcemente la soffice chioma biondo scuro. 《Non essere arrabbiato per il passato.》 Non smettendo un attimo di accarezzarlo, mentre lui mi stringeva a sé per la vita. 《Ho sposato te, ti amo.》Mi ha guardata serio. 《E se questo ti fosse venuto a cercare? - Ha socchiuso gli occhi, fissandomi attentamente. - Mi avresti sposato ugualmente?》Improvvisamente mi sono fermata a pensare. Lo avrei sposato? Non mi ha dato tempo di aprire bocca, che ha lasciato la presa su di me, allontanandosi e guardandomi amareggiato. 《Arthur...》《Mi hai già risposto!》Dice digrignando. 《Assolutamente no! Non è così!》Ma lui mi ha sorriso compassionevole e si è voltato lasciandomi sola nella nostra camera da letto.
Ho finito le lacrime e guardo il lato vuoto del letto, dove una volta dormiva Arthur. Mi ha mentito per quella vecchia storia? Ce l'aveva con me? Sospiro malinconicamente e dopo qualche minuto crollo.

La mattina seguente cerco di fare colazione con Azzurra senza toccare l'argomento. Lo farò in auto, quando l'accompagnerò a scuola. Anche se la vedo fremere, vuole sapere. Riconosco che non ha il coraggio di farlo, perché credo veda il mio turbamento. E così, in macchina, invece di accendere la radio, inizio l'interrogatorio. 《Papà ti lasciava sola in azienda?》Silenzio. Mi volto a guardarla un attimo e vedo che si morde il piccolo labbro inferiore. Perfetto! Ha dei segreti. Sento la rabbia invadermi e stringo più forte il manubrio. 《Azzurra? Ti ho fatto una domanda.》《Hai parlato con zio Carter ieri sera?》Mi acciglio. 《Non eludere la mia domanda con un'altra. Rispondi!》Capisco di essere troppo dura, ma questa cosa mi manda in bestia ed è giusto che rispetti il mio ruolo. 《Sì. - Ammette con timore. - Qualche volta.》No. Non mi basta. La rabbia e il ricordo di ciò che ieri sera mi ha detto lui, mi spingono a fare la domanda che più temo. 《Qualche volta...? O tutte le volte?》Non risponde subito, temo con terrore la risposta. 《Mamma papà mi voleva bene! Usciva solo per lavoro.》Mi risponde con agitazione e la capisco. Era suo padre e non vuole che si metta in discussione il suo affetto per lei. So che Arthur amava moltissimo Azzurra, lo dimostrava ogni santo giorno, a modo suo, perché era un uomo un pò rigido, a tratti freddo. Ma a quanto pare c'è qualcosa di cui mi ha tenuto all'oscuro. 《Tesoro, ovviamente papà ti amava incondizionatamente. Non sto affatto discutendo su questo punto, voglio solo che rispondi alla domanda.》Guardo il traffico dell'ora di punta di fronte a me, e quindi non posso guardarla bene. Solo per pochi attimi, e noto che non è felice di questo interrogatorio. 《Allora?》Insisto. La sento respirare e so che nonostante i suoi otto anni è molto combattuta e ho sempre riconosciuto la sua maturità nei discorsi. 《Tutte le volte.》Gesù! Chiudo per un attimo gli occhi e stringo ancora il volante. Quando li riapro fisso la fede che ancora porto sull'anulare sinistro. Bastardo! Non so perché lo penso. Ma sono infuriata con lui. Vorrei che fosse vivo, così da poterlo picchiare e urlargli addosso le sue bugie. Mi diceva che la faceva studiare, che l'aiutava. Invece si occupava di tutto suo fratello e a sua insaputa. Sono furiosa. 《Mamma non essere arrabbiata.》M'incupisco, non voglio rattristare Azzurra e in un attimo le faccio un sorriso. Siamo quasi arrivati a scuola quando mi lascia senza parole. 《Allora ti piace zio Carter? Non è simpatico? Vorrei vederlo. Per favore.》A quanto pare aveva fatto colpo su mia figlia, non mi meraviglia se si era presa una piccola cotta infantile. I figli lo fanno con i genitori, per Azzurra è lo zio. Ecco perché con Arthur manteneva sempre un atteggiamento obbediente e quasi timoroso. 《Sei stata molto tempo con lui da conoscerlo così bene. Praticamente ogni giorno dopo la scuola. E in tutto questo tempo me lo hai tenuto nascosto. E tuo padre lo sapeva?》Ecco un'altra domanda di cui ho fortemente timore. La fisso per un attimo e la vedo riflettere, le sue sottili e dorate sopracciglia si increspano e capisco subito che mi dirà un'altra mezza verità. 《Non lo so. Credo di no. - Risponde innocentemente. - Io non gliel'ho mai detto.》Almeno ci ha serbato lo stesso trattamento. Mi accosto di fronte la scuola per farla scendere. 《Gli hai dato i miei saluti?》La fisso quasi senza parole. I suoi grandi occhi azzurri sono felici e ha un sorriso da un orecchio all'altro. Sì. Ha una cotta per suo zio. Sono proprio curiosa di sapere che rapporto hanno avuto. 《Tesoro vai a scuola, è tardi.》Le do un bacio sulla soffice guancia, ma vedo che mi mette capricciosamente il broncio ed esce dalla macchina indispettita. Dio! Ci manca anche questa!

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