Carter. Capitolo 13

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La mattina presto sono già in ufficio nel mio completo scuro, Sara è lì con il mio caffè e i progetti per le prossime campagne pubblicitarie, ma io mi sento ancora stanco. Ho dormito male, troppi pensieri invadono la mia mente. 《Come va?》Mi chiede Sara ad un certo punto, la guardo e vedo che i suoi occhi azzurri sono preoccupati. Ormai ci conosciamo da anni, lei lavorava già per quel bastardo di mio padre. 《Preferirei stare meglio, invece è tutto complicato.》Si fa più seria. 《Non puoi dirle semplicemente chi sei?》Smetto di guardare i progetti e la fisso. 《Non è così semplice. Tinkerbell è una donna sensibile. E anche se già so di averla turbata oltre misura... non sono ancora pronto.》《E quando lo sarai? - Insiste. - Devi dirglielo Carter. È arrivato il momento.》Ho lo sguardo perso nei progetti, ma in realtà non li vedo, e un dolore al cuore mi fa capire che purtroppo Sara ha ragione. 《Anche se sei spaventato.》Torno a guardarla indeciso, ha detto una grande verità. Ho paura. Ho paura della sua reazione, di sapere cosa pensa di me, soprattutto se ha smesso di amarmi. Ma non l'aveva già fatto quando aveva sposato Arthur? 《Hai ragione. - Ametto. - Io ho sempre affrontato i problemi, ma con Tinkerbell ho sempre avuto un certo timore. Lei non è la semplice ragazza bella e della porta accanto. Lei ha un passato impegnativo e devo raccontarle delle cose non piacevoli. Cose gravi, che tu conosci.》Fa una smorfia di disgusto e mi sento sempre più preoccupato di come agire. 《Indubbiamente non è facile. Ma devi affrettarti a dirglielo. Se quel merdoso di tuo fratello non ha avuto l'onestà per farlo... Tocca a te ora.》Sono ancora pensieroso. 《Voglio molto bene ad Azzurra. Tantissimo. - Dico con profondità. - Non posso dimenticare com'è stata. Per me è doloroso. Soprattutto perché...》《Lo so il perché.》Dice mesta. 《Non so se riuscirò a sopportare la sua reazione.》Mi guarda ancora una volta in modo preoccupato. 《Invece sono sicura che ce la farai.》《Buon giorno!》La voce trillante di Megan ci interrompe. 《Miss Roberts.》La saluta Sara. Vedo Megan farle una smorfia altezzosa, credo che non la sopporti, ma non ne capisco la ragione. Si avvicina alla mia scrivania e mi schiocca un bacio sulla guancia, lasciandomi il lucidalabbra appiccicato e cerco con la mano di rimuoverlo. 《Buon giorno caro.》Esclama svenevole. 《Megan.》Prendo il mio caffè e ne bevo un sorso. 《Mamma mia quanta roba. - Si riferisce ai progetti che sto attenzionando. - Vuoi che ti dia una mano?》Si offre. Lavora in questa azienda già da anni e sa fare il suo lavoro. 《No, tranquilla. Credo di farcela ancora.》Rido. 《Comunque ti ringrazio.》Mi fa un sorriso compiaciuto. 《Lo sai che puoi sempre contare su di me.》Si offre carezzevole. 《Okay, io torno a lavoro. - Comunica bruscamente Sara. - Se ha bisogno mi chiami Mr Scott.》《Certamente Sara.》La congedo mentre la vedo allontanarsi sdegnata. Proprio non si sopportano. 《Mi dispiace di non esserci stata l'altra sera al ricevimento che hai dato, quella conferenza a Manhattan non ci voleva.》Dice in modo capriccioso, giocando con i lunghi e mossi capelli castani. 《Ahi Megan, ti stai lamentando del tuo lavoro con il tuo capo?》Sorrido divertito. 《Lo sai che intendo.》Alza le sopracciglia come se fosse ovvio. 《Ci saranno altre feste.》《E spero che tu non mi manderai ancora fuori.》Risponde fingendosi offesa, incrociando le braccia sul petto. Rido. 《Chissà.》La prendo in giro. In realtà l'avevo mandata a quella conferenza proprio perché non la volevo tra i piedi, io ho aspettato da anni di rivedere il mio primo e unico amore. E lei sospetto nutra una speranza nei miei confronti, avrebbe reso quell'incontro spiacevole. Io la vedo solo come una brava collaboratrice e amica. Nient'altro. Ma credo che un giorno dovremmo affrontare questo discorso. 《Smettila di fare l'antipatico Carter! - Mi rimprovera dolcemente. - Se mi mandi ancora fuori per un altro ricevimento,  mi sentirai!》Scoppio ancora una volta a ridere.

Sono le quattro del pomeriggio e non faccio altro che pensare a lei. Mi penserà? Così prendo il cellulare e la chiamo. Chissà se mi risponderà lei. Squilla, squilla e poi:《Together Scott.》È lei. 《Sono Carter, ho telefonato per sapere come stai.》Forse ho esagerato. Avrei dovuto chiedere di Azzurra. La sento respirare rumorosamente, segno che è infastidita e mi rattrista. 《Lo sai come sto! Hai intenzione di rivelarmi qualcosa?》Subito mi cruccio. 《Semmai dovessi farlo, non sarebbe di certo per telefono.》《Okay.》Risponde secca. 《Azzurra?》《È a casa con Clara a fare i compiti.》《Posso passare più tardi per salutarla? Voglio recuperare il tempo che siamo stati lontani.》Il cuore spera in un suo sì. 《D'accordo.》Queste risposte secche mi feriscono, ma purtroppo ho messo in conto un suo atteggiamento ostile. 《Allora passo alle sei. Ti trovo?》Spero in un sì. 《Non lo so.》Click. Ossevo il cellulare in mano, con il cuore frantumato in mille pezzi.

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