Carter. Capitolo 43

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Non riesco a passare da casa per farmi una doccia e cambiarmi e un pò mi secca, perché mi piace rendermi presentabile ai suoi occhi. Quando invece lei viene ad aprirci alla porta, ha un aspetto più riposato, fresco, e ha sollevato la massa di capelli castani. Stringe forte Azzurra e la bacia mentre io richiudo la porta. Quando Azzurra corre verso la sua stanza le do due baci sulle guance. Mi guarda con quello sguardo nuovo e mi fa accomodare in soggiorno. Dopo cena ci ritroviamo come al solito sul divano di fronte al camino scoppiettante, ma lei ci copre con una coperta e improvvisamente cerca di rannicchiarsi sul mio corpo, subito allargo le braccia e la stringo. Siamo di nuovo ad un passo dal bacio, i nostri nasi si sfiorano, i nostri respiri si mescolano e le briglie si sciolgono, facendola ridere compiaciuta, mi mordo il labbro con un certo disagio. 《Se ancora non è chiaro che non riesco a resisterti.》Mormoro ridendo insieme a lei. Prende ad accarezzarmi il viso ispido. 《Domani l'accorcio.》Mi riferisco alla barba. 《Ti dona questo aspetto un pò trasandato.》Ride ancora. 《Mi prendi in giro Tinki?》Fa di no con la testa. 《Ti sta bene, sul serio.》《Domani sera ti porto fuori, quindi tornerò ad essere un uomo curato.》Arriccia il naso divertita. 《È molto che non vado fuori a cena. Mi sento come se...》Riflette un pò mentre continua a giocare con il mio viso. 《Come fossi tornata ragazza e fossi al primo appuntamento.》Sorrido e prendo ad accarezzarle la testa. 《Sei ancora una ragazza.》Le faccio notare. Fa una smorfia. 《A Febbraio sono trenta.》Alzo le sopracciglia. 《Uh, che numero alto.》Ironizzo. 《Sono una mamma.》Dice più duramente e improvvisamente mi faccio serio. 《Quindi una mamma non può essere una ragazza che si rinnamora e si diverte?》Abbassa gli occhi e smette di accarezzarmi. 《Non dico questo, è solo che è così strano.》《Molte donne si rifanno una vita Tinki, con o senza figli. E poi io sono lo zio di Azzurra e lei mi considera come suo padre. Questo è un vantaggio.》Torna a guardarmi con intensità e prende ad accarezzarmi i capelli. 《È strano anche perché è come se fossi già mio marito.》Smetto di respirare, il cuore martella impazzito, lo sento nelle orecchie, la verga è come se sentisse una forza sconosciuta che lo attira con amore, quelle parole per me significano tutto. 《Cioè, ti conosco, mi fido... e mi sento legata profondamente a te. E la cosa più strana è che non abbiamo ancora avuto un'intimità, a parte una vita fa.》《Anche io mi sento legato profondamente a te.》Ammetto con calore. Mi fissa attentamente, non smettendo di accarezzarmi i capelli e la verga inizia a scalpitare. 《È come se Arthur non fosse mai esistito.》Corrugo la fronte e prendo il suo viso tra le mani. 《Ti amo da morire Tinkerbell.》Assorbe le mie parole con trasporto, e aspetto, il mio cuore è in attesa di quelle stesse parole. Con le mani che ancora le tengono il dolce viso, muovo i pollici in una leggera carezza e non smetto di fissarla con intensità. Colgo nei suoi occhi la paura della mia aspettativa e infine il dispiacere. Ingoio ripetutamente per trattenere l'emozione che sta prendendo il sopravvento. Capisco che è ancora presto per lei pronunciare quelle parole che tanto anelo sentire, ma ha detto che mi considera già suo marito, che è come se Arthur non fosse mai esistito... improvvisamente anche lei mi prende il viso e i miei battiti cardiaci aumentano. 《Sei molto importante per me Carter.》Si ferma a guardarmi con sincerità e a malapena riesco a respirare. 《Ti sento. È bellissimo sentirmi così parte di te senza essere sposati. Oggi quando sono venuta a trovarti in azienda, non mi sentivo fuori posto, per la prima volta ho sentito che era giusto. - Fa una pausa e mi fissa le labbra. - Che eri mio.》《Sono tuo.》Le sollevo il volto e i nostri occhi s'incontrano, sento il fuoco della passione dentro, l'amore folle. 《Tutto tuo.》Chiarisco profondo. Porta la fronte a toccare alla mia e i nostri nasi si uniscono, chiude gli occhi e mi respira. Mi sembra di non riuscire più a pensare con lucidità, voglio solo amarla, ma so anche che devo calmare i bollori. 《Raccontami della gravidanza.》Mormoro ad un soffio dalle sue labbra. Si stacca e fa un accennato sorriso triste. 《Sei sicuro?》Le indico con il volto il bicchiere di Bourbon sul tavolino. 《Al momento giusto berrò quello.》Mi guarda ancora incerta e io la porto sulle mie gambe e la stringo, le sue braccia mi cingono il collo. 《Come ti avevo accennato non volevo una gravidanza. - Merdoso figlio di puttana. - È stata una forzatura e ogni giorno è stato un incubo, mi ritrovavo con la testa dentro il water.》Chiude gli occhi stringendoli forte e muove la testa come per scacciare una mosca. Come se scacciasse qualcosa di molto doloroso. Mi acciglio e serro i denti. 《Avevo coliche, dolori al seno, nausee costanti e mi sentivo nervosa, volevo spaccare qualsiasi cosa. Mi sentivo un mostro, quando ho messo peso non riuscivo più neanche a fissarmi allo specchio e detestavo che lui si pavoneggiasse perfettamente vestito con quel dopobarba che mi dava il vomito.》Non riesco più a respirare tanto sono infuriato, mi fanno male le mascelle tanto sto ringhiando e sto stritolando il suo corpo. Mi guarda preoccupata e si sporge per prendere il bicchiere e porgendomelo. Faccio di no con la testa. 《Continua.》La voce mi esce dura per via dell'ira cocente. La vedo tentennare, perché preoccupata dalle mie reazioni. 《Ti vedo troppo nervoso.》Mormora intimorita. Cerco di calmarmi facendo dei profondi respiri e passandomi le mani tra i capelli. 《Non avere mai paura delle mie reazioni, non potrei mai farti del male. Solo che più so come ti trattava, più voglio disseppellirlo e dargli fuoco.》Mi guarda seria, ma non ferita per quello che ho detto nei suoi confronti. Lo ha davvero rimosso. 《Non ho paura. So che uomo sei. Sei anche troppo per bene.》Le accarezzo una guancia, fino ad arrivare alle labbra e toccargliele con il pollice. 《Io ti avrei fatta sentire desiderabile ogni santo giorno e di più per un chilo preso. Ti avrei aiutata con le nausee e ti avrei alleviata dai dolori con i miei massaggi.》Sorride. 《Lo so.》Sono felice che lo sa. 《Poi?》La sprono, perché voglio capire fino in fondo cosa la terrorizza di una probabile gravidanza. Vedo che arrossisce e abbassa lo sguardo, io glielo sollevo con un dito sul mento, alzo le sopracciglia e aspetto, ma ho già intuito il discorso dal suo disagio. 《Non voleva avere rapporti perché aveva paura di fare male ad Azzurra. - Si ferma un attimo e stringe le labbra. - Mi faceva sentire come se fossi una madre snaturata, come se a me non importasse del bene di Azzurra, ma avevo davvero bisogno di calmare gli ormoni e quindi mi toccava penare.》Mi porto una mano al viso e stringo gli occhi, prendo dei profondi respiri e cerco di calmarmi. 《Ti ha fatto vivere un inferno. Se potessi...》Stringo ancora i denti e allontano le mani da Tinkerbell per stringerle a pugno. 《E non ti ho ancora raccontato la parte migliore.》Apro gli occhi e la fisso allarmato. 《Porgimi il bicchiere, anzi... prendi la bottiglia.》Si alza e bevo il primo sorso. Le mie mani stringono il bicchiere, vorrei che fosse il suo collo. Ecco perché è così terrorizzata, chi non lo sarebbe? Poggia la bottiglia sul tavolino di fronte e si ricopre tirandomi per il braccio. 《Ti prego abbracciami.》Subito poso il bicchiere, la riporto sulle mie gambe e la stringo, baciandole la fronte, aspirando il suo profumo che allevia un pò la mia rabbia. 《Continua.》《Volevo programmare il parto, avere il cesario, ma lui...》《Fermati.》Inarco la testa fino a poggiarla sul divano e chiudo gli occhi stringendoli mostruosamente forte. Gesù aiutami. Fammi calmare. Respiro, respiro. 《Riempi il bicchiere.》Mormoro nervoso. La sento muoversi e non riesco davvero a pensare a quello che le ha fatto quel demonio. 《Ti ha fatto fare il parto naturale. Dimmi che è andato bene, perché sono deciso ad andare a prendere la pala.》Digrigno, mentre le mani mi tremano. 《Tieni.》Sussurra. Apro gli occhi e prendo il bicchiere che mi porge. Lo ingoio velocemente tutto e sento il bruciore, di solito sorseggio, ma stasera ho bisogno di una botta. La guardo e la vedo angosciata. 《Non preoccuparti per me. Voglio vederti serena.》《Ti prego, non continuare a bere.》Mi poggia una mano sul braccio scoperto e sento una corrente che mi attraversa tutto. 《Perché il lord di sto cazzo ha preteso il parto naturale?》Non riesco a calmarmi. Fa una smorfia, ha paura della mia reazione. Poso il bicchiere e la stringo. 《Non mi arrabbio.》Non è vero, è impossibile, ma cercherò di domare l'ira. La vedo deglutire a fatica. 《Perché non voleva cicatrici sul mio corpo.》Lo dice come se provasse vergogna e sono io che provo vergogna, umiliazione e tanto altro, per aver avuto un legame di sangue con un essere del genere. 《Che mostro. - Sibilo sconcertato. - Che razza di essere umano può arrivare a concepire un orrore simile? Mi fa più che schifo.》Mantengo molto il controllo perché glielo promesso, ma sto sudando. 《Il mio corpo ha comunque i segni del parto. Smagliature, e qualche cicatrice... nel...》《Sssh... - Le poggio due dita sulle labbra. - Tu per me sei sempre perfetta e bellissima. Quei segni sono la bellezza che ha dato vita alla nostra Azzurra. Amerò ogni piccola smagliatura. Le bacerò una per u...》Mi bacia. Così, di punto in bianco, tenendo il mio viso tra le mani, tiene le sue morbide labbra premute sulle mie, piano piano cerca di muoverle in difficoltà, così prendo il controllo della situazione. Le dischiudo ed esco la lingua che subito accarezza la sua, mi faccio largo con le labbra e la entro leccandola piano, muovendo le labbra con delicatezza, con dedizione, perdendomi nel suo sapore che tanto mi è mancato, che mi dà ossigeno, mi restituisce i battiti, e riaccende il fuoco. Geme come se stesse sospirando e questo mi ripaga di tutta la sofferenza di questi lunghi anni. Non ci stacchiamo neanche un secondo per prendere fiato, siamo totalmente coinvolti in questa danza tra lingue, bocche e teste. Sento le sue mani tra i capelli e grugnisco, le sciolgo i suoi e infilo le mie mani tra la folta capigliatura morbida, fino a toccarle la testa. Poi ci stacchiamo per riprendere fiato, lei tiene ancora gli occhi chiusi, ha le labbra gonfie e respira a fatica, quando torna lentamente a guardarmi ha l'aria appagata e felice, sorrido come un bambino la mattina di Natale. 《Mi sei mancato come l'aria.》Sussurra in un sospiro rotto dall'emozione. E questo è il suo ti amo. Le mie labbra si incollano nuovamente alle sue e stavolta il bacio si fa più profondo, carnale, di appartenenza. Le nostre lingue si trovano, danzano, le nostre labbra hanno fame, si nutrono con dolci morsi possessivi e in quel momento finalmente riesco a farmi un'idea di come sarà fare di nuovo l'amore con lei. La schiaccio dolcemente sul divano e io le sto addosso, accarezzandola. 《Ecco la mia donna, il mio dolce amore caldo.》Le mormoro tra delicati baci sulle labbra. 《Con me il tuo fuoco non diventerà mai cenere.》I suoi occhi socchiusi mi fissano torbidi. 《Ho desiderato questo bacio dalla sera in cui ci siamo rivisti. - Ammette con un sorriso sognante. - È come me lo ricordavo, anzi... è più bello, è perfetto.》Sorrido e la ribacio dolcemente tirandole piano il labbro inferiore. 《Voglio amarti. Da impazzire. Credo sia chiaro.》Indico il rigonfiamento nei pantaloni e lei sorride con aria sempre più sognante. 《Anch'io.》《Allora è meglio che vada o facciamo danno.》Ridiamo come due bambini cospiratori, poi ci fissiamo a lungo, con profondità e infine la ribacio con tutto il mio amore. 《Non voglio che vai via. - Bisbiglia. - Con te mi sento al sicuro.》Sento il cuore esplodermi dalla felicità. 《Non dirmi così, se no non riuscirò più ad andarmene.》Mi trattiene giocando con i miei capelli e guardandomi con aria dispiaciuta. 《E solo che... non so come sia successo tutto così velocemente ma... davvero sento che qualcosa di forte e profondo ci lega. Come se il passato fosse solo nebbia e per me è normale averti qui, con me.》《Pensi che io voglia andare via? Ti sposerei anche domani. Ma se resto sappiamo entrambi come va a finire, e per quanto lo desideri più di ogni altra cosa, temo che non è il momento giusto.》La vedo angustiarsi e mi pento di ciò che ho detto. Che razza di uomo dice una cosa del genere? 《Hai ragione. - Ammette. - L'ho detto solo perché lo sento. Ti sento mio. Sento che anche se sta succedendo in fretta, è giusto.》Lo è. Molte emozioni attraversano il mio corpo, sono estremamente felice, ma ancora un pò nervoso per il discorso di prima e sto ardendo dal desiderio di amarla. Lotto allo stremo il mio tenere a bada le emozioni, che mai come stasera mi sfuggono di mano. Mi faccio un passo dalle labbra e la fisso sincero. 《Ci apparteniamo. Ecco la spiegazione. Anche per me tu sei mia. Ti sento già la mia compagna di vita, la madre di Azzurra che sento come mia figlia. Ho sentito da subito che siamo una famiglia, come ai mercatini di Natale.》Mi accarezza la fronte affascinata. 《Sei molto attraente.》La sua voce calda è sensuale e lo scalpitamento in basso è indomabile. 《Tu sei incantevole. La mia bellissima fatina.》Sorrido e la bacio con urgenza, con trasporto, spedendoci in un'altra dimensione. 《Non smetterei mai di baciarti e amarti con tutto me stesso. - Sorrido sognante. - Ma adesso è meglio che vada. Non riesco davvero più a contenermi.》Ha il volto appagato e incantato. Mi alzo e sento il doloroso distacco, come se mi avessero strappato l'anima in due e vedo dai suoi occhi che lo accusa anche lei. 《Sparisci iena, o finisce che ti afferro e non ti lascerò più andare.》Sorrido e mi allontano sofferente. 《A domani tesoro mio.》Il sorriso dolce che mi lancia mi fa rischiare un infarto.

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