<Emma?>
<Sì?>
<Perché hai gli occhi azzurri?>
<Perché la mamma aveva gli occhi azzurri.>
<E perché i miei sono neri e brutti?>La sollevo da terra e la metto a sedere sul tavolo.
<Mary Alice, i tuoi occhi sono bellissimi. Sono come quelli di papà.>
Mi sorride, un sorriso davvero buffo, in quanto privo degli incisivi.
Ha quasi cinque anni ed è entrata in quella fase dell'infanzia in cui si fanno mille domande.
E io, purtroppo, non riesco sempre a darle le risposte che cerca.<Papà è molto bello.> mormora.
Continuo a sbattere la panna fino a montarla.
<Che cosa è successo alla nostra mamma?> i suoi occhioni sono così dolci, non voglio spezzarle il cuore nella sua tenera età.
Non le rispondo.<Per favore, Emma. Voglio sapere dov'è la mamma.> piagnucola.
<Perché lo vuoi tanto sapere?>
<Tutti a scuola mi chiedono sempre dove sia la mia mamma...tutti i bambini ne hanno una, perché io no?> ha gli occhi lucidi.Come poterle dire che nostra madre morì dandola alla luce, senza ferirla?
<Lei non è qui.>
<È in viaggio?> si rallegra un po'.
<Tipo. Diciamo che è già arrivata.>
<E dove?>
<In un posto lontano.>Metto la panna in frigo e controllo che la pizza sia pronta, manca ancora un po'.
<Tornerà a casa?>
<Un giorno saremo noi ad andare da lei.>
<Davvero? Che bello!> mi fa un sorriso bellissimo e fa dondolare le sue gambe sottili e candide nel vuoto.
