Torno nella mia stanza e sveglio Mary.
La aiuto a vestirsi e poi la accompagno a fare colazione.
Entriamo in cucina, vedo Charlie davanti al frigo.
Prende una barretta al cioccolato, toglie l'incarto e la mette tra i denti.
<Ciao.> sbotta sbattendo lo sportello del frigo.
Non mi guarda neanche e se ne va.
Mi viene da piangere al pensiero di aver rovinato tutto in un modo così stupido.
Accompagno Mary alla porta e la saluto.
Dormo per buona parte del mattino e mi sveglio per l'ora di pranzo.
Elena mi ha preparato qualcosa ma non ho proprio voglia di mangiare.
Charlie non torna a casa.
Aspetto mezz'ora, poi un'ora e infine lo chiamo.
Mi sento addirittura un peso per lui.
Vedrà il mio nome sul display e penserà "che palle."
Il mio stomaco si ritorce, il mio cervello grida che è una pessima idea.
Sto per riattaccare quando lui risponde.
<Che c'è?> il suo tono è così scontroso da ferirmi.
<Ehi. Non tornavi a casa e mi sono preoccupata. Dove sei?>
<In giro. Torno 'sta sera.> dice, la sua voce è inscrutabile.
Sospiro.
<Okay. Scusa il disturbo.> mormoro.
<Non farlo più, finché non torno.>
<Fare cosa?>
<Chiamarmi.> riattacca.
Non mi sento più in colpa per niente.
Sta esagerando, così è troppo, davvero.
Avrà la guerra che sta cercando.
Nel tardo pomeriggio mi preparo per la festa di cui mi aveva parlato.
Mi vesto come lui non vorrebbe mai che facessi: gonna corta, tacchi alti.
Mi trucco e mi stiro i capelli.
Esco di casa quand'è ancora troppo presto.
La madre di Caroline porta me e lei in un fast food.
Restiamo in giro per un po' e alla fine ci dirigiamo a piedi verso la casa.
L'organizzatore è un amico di Caroline.
Prima di entrare controllo il telefono.
Ho solo un messaggio da parte di Charlie.
"Dove cazzo sei?"
"Non farlo più." rispondo.
"Cosa?"
"Cercarmi."
Non appena visualizza, inizia a chiamarmi.
Metto il telefono in silenzioso e entriamo.
La musica è abbastanza alta ma non da allarmare i vicini come l'ultima volta.
Mi riempo subito un bicchiere di vodka.