<Vuoi riposare un po'?> gli chiedo mentre entriamo nella sua stanza.
<A dire il vero, no.> mormora.
Si siede sul bordo del letto.
Mi volto verso lo specchio.
Il trucco non è colato come pensavo, ad essere sincera non ho neanche le occhiaie.
Mi faccio troppi complessi.
<Allora cosa vuoi fare?> gli chiedo.
<Che ne dici di sederti qui, neh?> dice sorridendo.
Mi siedo sulle sue gambe e ci guardiamo negli occhi.
<Sei stata cattiva 'sta mattina. Non mi hai coccolato.> mette il broncio e sporge il labbro inferiore.
Lo bacio e espira di colpo, come se si fosse appena rilassato.
Mi separo da lui e lo osservo ancora.
<Mi dispiace.> mormoro.
<Non fa niente...ti capisco se non ti va di passare del tempo con me, soprattutto ora che sono malato.> ride con amarezza.
<Non dire più una cosa del genere.> tento di essere di dolce ma mantengo comunque un tono severo, per fargli capire che non scherzo.
<Scusa. Vuoi tornare a casa o resti qui?>
<Come preferisci.>
Si mette a ridere.
<Sai già quel che penso.> ridacchia.
Sospiro e mi alzo.
<Dato che resterò con qui, credo che mi farò una doccia, domani devo andare a scuola.>
Prendo una delle sue magliette e la porto con me in bagno.
Sento che mi chiama svariate volte.
Scommetto che non è abbastanza in forma per fare una doccia con me, lo stanco sempre troppo.
Mi lavo il più in fretta possibile.
Mi asciugo i capelli e mi metto la sua maglietta.
Ho lasciato le mutande di ricambio nella sua stanza.
Esco dal bagno e percorro furtivamente il corridoio.
Entro nella sua stanza, ha il telefono in mano.
Apro un cassetto e trovo un paio di mutande.
Me le infilo subito, dato che è distratto.
Alza lo sguardo proprio mentre me le sistemo, arrossisce e sorride timidamente.
È sempre lo stesso, anche se conosce il mio corpo a memoria.
Mi avvicino, sta messaggiando con qualcuno.
<Con chi parli?> gli chiedo restando in piedi.
Mi guarda e deglutisce rumorosamente.
<Una mia compagna di classe mi ha chiesto i compiti di latino.> mormora.
<Ti da fastidio se controllo?>
Scuote la testa e mi porge il telefono.
Effettivamente non ha mentito, mi sento un mostro per non essermi fidata.
Gli restituisco il telefono ed è visibilmente indignato.