Il cuore di Charlie batte lentamente.
È proprio calmo, in tutto quello che fa, il suo modo di parlare.
All'improvviso appoggia il mento sulla mia nuca.
<Em, i tuoi capelli fanno un profumo delizioso.>
<Grazie.> mormoro.
Vorrei dirgli che anche il suo profumo è buonissimo, tant'è che non riesco a smettere di annusarlo, ma non ho il coraggio.
<Sei comoda, vero?> mormora.
Amo la sua voce, è profonda, leggermente roca e dolce.
<Sì, Charlie. Grazie.>
<Di niente. Mi piace stringerti in questo modo. Credo di essermi affezionato particolarmente a te, Emma.>
<Affezionato?>
<Sì. Per quanto può sembrare prematuro, ti voglio bene e non ho mai voluto bene a nessuno, se non ai miei genitori. Non riesco a non volertene. Ho tentato invano di respingerti, mentalmente parlando. Non ne sono stato in grado. Pensarti mi rende felice. Sono davvero felice da quando ti conosco.>
<Charlie...wow.> mi separo da lui per poterlo guardare negli occhi.
<Se non pensi lo stesso non fa niente.> sorride.
<No, lo penso anch'io. Ti voglio bene.> lo abbraccio e sembra sconcertato da quel gesto.
Lo stringo più forte.
Perché è solo?
Chissà come ci si deve sentire.
Lui mi abbraccia ma sembra quasi che non sappia come fare.
Sento che con una mano mi stringe a sé, con l'altra mi accarezza la schiena.
Mette la testa nell'incavo tra la mia testa e la mia spalla.
Sento le sue labbra sul mio collo ma non mi sta baciando, le ha solo appoggiate, come se fossero lì per caso.
Mi annusa come se fossi un bouquet di rose e non mi molla.
Mi tiro leggermente indietro ma lui mi stringe più forte.
Mi sento in trappola, sono prigioniera di Charlie e non mi dispiace.
<Ancora un po', Em. Non mi lasciare subito.> mi supplica, sento le sue labbra contro il mio orecchio, il suo respiro pesante mi scalda, mi fa venire i brividi.
Gioca con i miei capelli, con la mia pelle.
È come se fossero spariti tutti.
C'è solo Charlie per tutto questo tempo che sembra durare un'eternità.
All'improvviso mi lascia andare.
Mi sento spoglia, infreddolita.
Mi aveva scaldata.
<Charlie...vuoi venire a pranzo da me?>
Spalanca gli occhi.
<Io? Davvero? Dio, non voglio essere di peso ai tuoi genitori e poi senza preavviso...>
