<Okay, okay. Ho capito.> sbotto.
Mi sorride.
Trova una felpa nera e se la mette.
Si mette le scarpe e si siede sul letto.
<Non ti verrà freddo con questo vestitino?> mi chiede abbracciandomi.
<Spero di no.> rispondo.
Mi bacia la spalla e ho i brividi.
Mi prende in braccio e mi fa sedere sulle sue gambe.
Mi accarezza il viso con una mano e avvicina il suo viso al mio.
Ripassa il contorno delle mie labbra con l'indice.
<Come sei bella.> sibila.
Sorrido e sorride anche lui.
Metto un dito nella sua fossetta e continua a guardarmi.
<Charlie, hai la barba?> gli chiedo per curiosità.
Annuisce.
<Non l'ho mai vista.>
<Mi rado sempre o non mi baceresti mai.> dice.
Gli accarezzo le guance e il mento, la sua pelle è liscia e morbida.
Mi piace toccargli la faccia.
Mi avvicino ancora e lui guarda in basso.
Seguo il suo sguardo.
<Non mi guardare le tette, concentrati.> dico e schiocco le dita.
Lui batte le palpebre e mi guarda negli occhi.
<Sei tu che le hai messe lì.> è davvero paziente con me.
<Non è colpa mia se ce le ho.>
<Non è colpa mia se le guardo.>
Le fissa di nuovo.
Mi sento a disagio, non perché stia guardando proprio quella parte del mio corpo ma perché mi fa sempre dubitare di me stessa, che mi guardi negli occhi o altrove.
Appoggia le labbra alle mie ma non mi bacia.
<Possiamo restare qui per un po', è da tanto che non ti faccio le coccole.> mormora.
Le coccole.
<Come vuoi tu.> rispondo e lui ride.
<Come voglio io?> ride ancora.
Non dovevo dirlo, lo so da me.
Ci ho ripensato.
<Come non detto. Usciamo?> chiedo tentando di liberarmi.
Mi fa riavvicinare contro la mia volontà e mi bacia.
Mi prende e mi fa sdraiare sotto di lui.
<Usciamo.> dico prima che possa rimettere le labbra sulle mie.
Inizia a baciarmi il collo.
<Charlie, dai. Ho voglia di uscire.>
<E io voglio restare qui.>
<Ma siamo vestiti e pronti. Usciamo.>
<Ci metto un minuto a svestire te e me.> dice.
<No.>
Sbuffa e si alza.
Mi porge la mano e la afferro.
Mi porta al parco vicino a casa sua.
Mi siedo sull'altalena e mi spinge.
<Ti faccio volare.> dice.
Mi spinge molto in alto, mi sento una bambina.
Dopo un po' mi fa scendere.
Si siede lui e io mi siedo sulle sue gambe.
L'altalena cigola.
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