Ritorno nella mia stanza e resto sola fino alle dieci di sera.
Charlie entra, è visibilmente stanco.
<Ciao.> mi sorride a mala pena.
<Ciao, sei stanco, neh?>
<Mary mi ha sfinito.>
<Vai a casa a riposare.>
Scuote la testa e si avvicina.
<Voglio restare con te.> mormora.
<Devi dormire.>
<Dormo sulla sedia.>
Sbuffo.
<Dormi qui, nel letto.>
<Con te?> arrossisce.
Annuisco.
<Davvero posso?>
<Fallo, prima che cambi idea.>
Si toglie le scarpe e si mette sotto le coperte.
Stiamo abbracciati o rischiamo di non starci.
Allunga la mano e spegne la luce.
<Ti amo.> sussurra.
<Anche io.>
Si addormenta subito.
Al mio risveglio non c'è più.
Sento solo il suo profumo e sorrido inevitabilmente.
Mi tiro su e mi passo una mano tra i capelli.
Charlie entra con due caffè, sembra riposato.
<Buongiorno, piccola.> esclama felicemente.
<'giorno.> mormoro.
Mi porge un caffè.
<Non è il caffè più buono del mondo, lo ammetto.> mi sorride e si siede sulla sedia.
Continua a guardarmi.
<Che cosa c'è?> sbotto.
<Niente, è che sei struccata.>
Eh?
<Come?>
<Sei proprio carina, sai? Hai le lentiggini.> mormora.
Dio Santo.
<Oh, mamma mia.>
<Sembri così piccina, hai le guanciotte rosse.> ride.
<Ma smettila.> sbotto infastidita.
<Perché ti trucchi? Sei bellissima.> mormora e mi si scalda il cuore.
<Mi piace truccarmi. Mi fa sentire più sicura di me.>
<Sei insicura? Io sono insicuro.>
<Lo sono sempre stata, cerco solo di nasconderlo.> mormoro.
<Non ne hai motivo, sei veramente bella.> mi sussurra dolcemente.
È così carino, educato e dolce, non posso prendermela.
<Grazie, sei molto tenero.> borbotto.
<Sono solo sincero.> è serio, il che mi rende ancora più felice.
<Passiamo ad un altro argomento.> annuncio con voce squillante.
<Dimmi.>
<Sara.>
<Dannazione.> sbotta.
<Allora, voglio sapere tutto, TUTTO, in quanto tua fidanzata. Avanti.> sbotto.
<Eh. A parte quello che già sai, è una di quelle ragazze che sono state a casa mia e ha continuato ad insistere a lungo.>
<Quanto a lungo?>
<Fino ad adesso.> si tocca i capelli nervosamente.
<Ah bene.> ringhio.
<Sei arrabbiata?>
Non lo sono ma mi diverto a fargli credere il contrario.
Non gli rispondo e volto la testa, indignata.
<Emma...> sibila.
