Sfoglio le pagine e torno indietro.
Una è completamente bianca ad eccezione di una riga.
"Se lei non si sveglia, la seguirò."
Mi vengono i brividi.
Quell'incidente deve averlo sconvolto più del dovuto.
Prendo un altra pagina.
"Ho mentito e mi dispiace.
Ho paura che non mi perdoni, non posso vivere senza di lei.
Sembra una frase fatta, così banale e per tutte le volte in cui è stata usata sembra aver perso valore.
Non per me, non per Emma o poi Noi due, insieme.
Che lei mi perdoni o meno, continuerò ad avercela per sempre con me stesso per averla ferita.
Non ne avevo il diritto.
Oggi mi ha permesso di abbracciarla e spero di non essere costretto a dimenticare il suo profumo.
Ogni giorno scopro una cosa di lei che non sapevo, mi attira sempre di più nel suo mondo e mi piace, mi piace da impazzire.
Non posso pensare a me stesso senza includere anche lei.
So di essere innamorato, non ho alcun dubbio al riguardo."
Il mio cuore batte all'impazzata, non riesco a smettere di leggere.
Leggo la pagina seguente.
"Oggi mi ha sorriso in un modo bellissimo.
Voglio scrivere di lei per non dimenticarmi nessun particolare.
Era un sorriso che trasmetteva una piacevole sensazione di calore, non saprei spiegarlo con esattezza.
Ho capito che era davvero felice con me.
Le ho accarezzato i suoi morbidi e profumati capelli e lei ha mormorato: "Oh, Charlie."
Ho avuto i brividi.
Il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa impazzire."
Forse ho letto abbastanza per oggi.
Chiudo il diario e lo metto al suo posto.
<Emma?> mi chiama Elena.
Esco dalla stanza e lascio Charlie da solo.
Scendo le scale e la raggiungo in salotto.
<Sì?> chiedo.
<Vuoi una cioccolata?> mi chiede.
<Oh...sì, grazie.>
Lei mi sorride e va a prepararla.
La seguo silenziosamente.
<Charlie sta dormendo, non è così?> mi chiede tirando fuori due tazze che ricordano vagamente il periodo natalizio.
<Come fai a saperlo?> le chiedo.
<Primo, per via della sua malattia e secondo, perché sarebbe sceso con te. Non gli piace che io e te parliamo di lui.>
Sorrido.
<Ha paura che potresti dirmi qualcosa di imbarazzante.>
<Non lo metterei mai in imbarazzo...o almeno, non di proposito.> ride.