CAPITOLO 33

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Torno nella mia stanza e chiudo la porta.
Vado alla finestra e guardo fuori, Charlie non c'è.
Lo chiamo e mi risponde subito.
<Em? Allora?>
<Ci ha visti insieme quando sei venuto a riprenderti l'orologio.>
<Oh no. Non volevo fargli una brutta impressione. Volevo presentarmi come si deve, capisci?> è nel panico.
<Avrai sicuramente l'occasione di farlo ma ti odierebbe in ogni caso.>
<Perché?>
<Io sono una ragazza, tu sei un ragazzo, l'età, gli ormoni...>
<Ho capito, ho capito ma noi siamo amici, Em.>
<Questo devi dirlo tu a lui.> rido.
<Già.> dal tono di voce capisco che sta sorridendo.
<Uhm, beh...a domani.>
<Aspetta, non riattaccare.> mi chiede dolcemente.
Mi siedo sul letto e metto un cuscino contro la pancia, come se potesse soffocare le farfalle nello stomaco.
<Okay. Ti ascolto.>
<Che bello. Mi piace un sacco la tua voce.> mormora.
<Grazie. Ti ricordi quando hai detto di non conoscere la differenza tra amare e voler bene?>
<Sì. Adesso la conosco.>
<Davvero?>
<Certo.>
<Fammi un esempio.>
<Voglio bene a Caroline e amo...> si zittisce.
<Chi, Charlie?> ho il cuore in gola.
<Mia madre. Scusa, non prendeva.>
<Oh, non fa niente.>
<Tu chi ami, Emma?>
Charlie.
<Un ragazzo.>
<Che cosa?!> grida.
<Già.>
<Non me l'hai mai detto. Caspita.> mormora.
<Lo so. Caroline sa chi è.>
<Lo dici anche a me?> mi supplica.
<Non sono affari tuoi, Charlie.>
<Fa finta che lo siano, io ti ho detto chi amo, tocca a te.>
<Anch'io l'ho detto.>
<Sei stata crudelmente generica. Dammi dei dettagli.>
<È bellissimo.>
<Oh. Okay. Sì...poi?> borbotta infastidito.
<A volte mi fa soffrire.>
<Come si premette?!> ma senti un po' da che pulpito.
<Beh, è colpa mia, io lo lascio fare.>
<No, Em. Toglitelo dalla testa, evidentemente non ti merita.>
<Ci ho già provato. Sono completamente persa di lui.> mormoro.
Mi sdraio sul letto e sospiro.
<Okay. Non voglio più parlare di lui, mai più.> sbotta.
<Sembravi interessato...> mormoro.
<Non più.> mormora.
<Ti da fastidio?>
<Un po', solo perché ti fa soffrire.>
<Grazie, Charlie. Ti voglio bene.>
<Anche io, Em.> sospira.
Sospiro.
<A domani.>
<Non abbiamo finito.> ride.
<Io credo di sì.> riattacco.
Non ha capito nulla, che tonto.

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