Capitolo 161

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Lo ricoverano con urgenza.
Gli fanno una serie di esami anche se, alla vista di quelle macchioline, la sua dottoressa aveva già capito tutto al volo.
<Emma, torna a casa a riposare.> mi dice Elena, mentre guardiamo Charlie dormire.
<Resterò qui per tutto il tempo necessario.>
<E se il tempo non dovesse essere abbastanza?> scoppia a piangere.
La abbraccio e lei si inginocchia.
È così gracile, trema come una foglia e non riesco a immaginare il dolore di una madre che rischia di perdere il figlio.
<Sono sicura che ce la farà e se non dovesse essere così... Beh, renderemo il tempo rimanente indimenticabile.>
Ci salutiamo, lei torna a casa sotto i miei consigli insistenti.
Non ho avuto tempo di piangermi addosso da quando l'ho scoperto.
Sento di dover essere forte per Charlie, per Elena e me stessa.
Entro nella stanza e mi siedo accanto a lui.
Gli prendo la mano e la uso come cuscino.
Alle dieci una dottoressa viene da noi e ci spegne le luci.
Mi addormento subito, sono esausta.
Sento delle grida soffocate, accendo la luce e vedo Charlie, in un bagno di sudore che si contorce nel letto.
Apre gli occhi e mi vede.
<Emma...che cosa chi fai qui?> mormora.
Premo il pulsante d'emergenza e non appena arrivano due medici, mi sbattono immediatamente fuori.
Dopo pochi secondi lo portano fuori con tutto il letto.
Torno dentro e mi siedo.
Mi addormento di nuovo.
Un paio di ore dopo lo riportano nella stanza.
È sveglio.
Tento di fargli un sorriso ma non ricambia.
Ci lasciano soli.
<Torna a casa.> sibila.
<No.>
<Per favore.> aggiunge e mi guarda.
Gli prendo la mano e la stringo forte a me.
<Passerà tutto.> gli dico.
<Se non te ne vai...dormi con me? Per favore.> la sua voce è flebile, non ne può più.
Spengo la luce e mi metto sotto le coperte con lui.
<Non è che ti faccio male?> chiedo.
<No, piccola. Abbracciami, ti prego.>
Mi stringo attorno al suo braccio e metto una mano sul suo petto.
<Hai avuto paura, prima?> chiede dopo un lungo lasso di tempo passato in silenzio.
<Sì.> ammetto.
<Credi davvero che guarirò?>
<Ne sono sicura.> Lo sento sorridere.
<Ti amo, lo sai?>
<Lo so da moltissimo tempo.>
<Dio santo, se potessi farti ciò che voglio adesso.> sibila e mi stringe una coscia.

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