CAPITOLO 42

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<Adesso ha chiamato una ragazza, si chiama Abbie. Sono in camera sua, da soli.>
<Dev'essere quella la sua fidanzata.>
<Non mi piace, è una poco di buono.>
<Non m'importa più, senz'offesa.> sorrido.
<Nessuna offesa. Lo capisco e mi dispiace. Se hai bisogno di qualcuno che ti tenga compagnia posso venire a trovarti. Charlie non lo saprà.>
<Può venire subito?>
<Certo. A presto.>
Riattacca.
Arriva con la macchina.
Gli apro la porta e lei mi travolge con un abbraccio.
<Mi dispiace tanto.> mormora.
Piange anche lei.
Chiudo la porta e lei si offre di preparare la cioccolata calda.
Charlie deve aver imparato a farla da lei.
Charlie.
Ora la smetto, promesso.
Mi siedo a tavola mentre lei la prepara piangendo.
<Perché piange?>
<Dammi del "tu". Piango perché ci avevo sperato anch'io. Charlie è così solo e tu sei una ragazza d'oro. Sarebbe stato davvero fortunato ad averti, anche solo come amica. Adesso è finito tutto.> mormora.
<Mi dispiace.>
<Abbie, la ragazza che è con lui adesso, è sempre stata innamorata di lui e Charlie lo sa. Le ha detto di no l'anno scorso. Non è una brava ragazza, passa da un ragazzo all'altro in continuazione e spero che non stiano facendo niente di strano adesso.>
<Perché Charlie l'ha rifiutata?>
<Erano diventati quasi amici e lei si è dichiarata. Lui voleva un'amica, non una fidanzata. Lei non poteva sopportare l'idea di vederlo ogni giorno senza che fosse "suo" e hanno litigato.>
Ma dove l'ho già vista questa scena?
Ah già.
Finirò come Abbie.
<Ho capito.>
<In effetti lui la odia molto, non so perché sia andato a chiamarla.>
<Non voglio neanche pensarci.> mormoro.
Versa la cioccolata in due tazze e me ne porge una.
Mi sento distrutta.
Appoggio le labbra sul bordo della tazza e la assaggio.
È squisita.
<Poteva essere più densa.> mormora lei.
<È perfetta.>
Mi sorride.
<Ti sembrerò patetica adesso. Non so se sono qui per consolare te o me, m'infastidisce quest'incertezza.>
<Non m'importa perché sei qui. Mi importa che tu ci sia.>
Le squilla il telefono.
<Metto in vivavoce, non parlare però.> mormora.
Annuisco.
<Mamma?> la voce di Charlie trema.
<Dimmi, tesoro.>
<Stai piangendo? Dove sei? Torna a casa.> dice lui.
<Sono con un'amica.> mi sorride.

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