Chiamo Mary e lei corre da noi.
Si insinua tra le mie ginocchia e fissa Charlie.
<Mary, lui è Charlie.>
Mary mi guarda e le si illuminano gli occhi.
<Ciao Mary, piacere di conoscerti.> dice Charlie e si china fino a raggiungere la sua testa.
Lei non è intimidita, sono proprio vicinissimi.
<Em, è il tuo principe azzurro! È bello come un principe.> dice sovra eccitata.
Charlie è rosso come un peperone.
<Io e Charlie siamo amici e basta.>
Si volta verso di me e i suoi occhi brillano.
<Siamo amici?> mi chiede accompagnando la domanda con un sorriso.
<Certo. Non vuoi?>
<Sì, certo che voglio...> mormora.
Appoggia la sua mano sulla mia, non smette di sorridere.
<Grazie, Em.> dice con voce profonda.
Ha toccato il mio cuore con quel soprannome.
Ritrae la mano per toccare quella di Mary.
<Charlie?> urla Mary.
<Dimmi, piccola.>
<Tu e Emma un giorno vi sposerete?> saltella.
<Io credo che non saremo mai nulla, se non amici.>
Mi ferisce anche se non dovrebbe importarmi una cosa del genere.
<Perché no, Charlie?> è sul punto di piangere.
<Non ti piace Emma?> aggiunge.
<Sì, sì che mi piace...> dice per consolarla.
<E allora perché no?> ha gli occhi lucidi, tira su col naso.
<Siamo ancora troppo giovani per decidere, capisci? Ci siamo appena conosciuti e io sono un ragazzo spensierato.> le sussurra dolcemente.
<Ho capito.> chiude gli occhi e due lacrime rigano il suo volto.
La prende in braccio e la coccola.
<Emma è troppo bella per me.> lo dice a voce bassissima.
Probabilmente crede che io non lo abbia sentito.
<Charlie, non dire così.> sbotto.
Lui alza il viso e mi guarda terrorizzato.
<Mi hai sentito? Mi dispiace...> mormora.
<Non è vero quello che hai detto.>
<Io...è vero invece...mi dispiace, tu non dovevi sentire.> borbotta distratto.
Mette giù Mary Alice, che ha già smesso di piangere, e si alza.
<È meglio se me ne vado, adesso.> sibila.
Caroline e io ci guardiamo.
<No, Charlie. Resta qui.> piagnucola Mary.
<Ma se a causa mia hai pianto...>
<Ma io ti voglio già un mondo di bene.> si attacca alla sua gamba.
<Charlie.> riesco a dire.
<Em?> sibila.
L'ho messo in difficoltà, potevo stare zitta.
<Resta qui, per favore.>
Non oppone resistenza, neanche un po'.
