<Hai visto le loro facce?> sghignazza lui.
La campanella suona.
<Ci vediamo dopo.> mormoro e mi separo da lui.
Vado verso la porta e all'improvviso mi afferra.
Mi tira a sé e mi spinge contro il muro.
<Che fai? Devi tornare in classe.> rido.
<Non mi hai salutato per bene.> sorride.
Sbuffo.
<Non fare l'annoiata. Non so se dopo potrò rivederti, magari tuo padre ti aspetterà davanti la scuola e non ci vedremo fino a domani, quindi altre ventidue ore, circa.>
<Scusa.>
<Posso baciarti senza che ti annoi?>
<Non mi annoi.>
Sospira.
Lo faccio avvicinare di più e lo bacio.
Ha ragione e basta.
<Emma, arriva la prof.> dice Caroline.
Le nostre labbra si separano e Charlie mi osserva, immobile, per un secondo.
<Ciao.> mi sussurra e se ne va.
Rientro in classe, mi manca già da morire.
Non mi mancherebbe così tanto se non avessi l'ansia continua di non poterlo rivedere più.
Al cambio d'ora mi manda un messaggio:
"Quando suona la campanella, aspettami davanti alla tua classe. Se non ti rivedo, impazzisco.""Okay. Comunque mi manchi anche tu."
"A dopo. Mi fido di te, eh."
"Ti aspetto, stai tranquillo."
"Bene."
Entra il prof di scienze e poso il telefono nell'astuccio.
<Era Charlie?> mi domanda Caroline.
<Sì.> sorrido inevitabilmente.
<Gli manchi già?>
<È una sofferenza reciproca.> rido.
Al termine dell'ora, faccio esattamente ciò che mi aveva chiesto Charlie.
Solo che non c'è lui ad aspettarmi ma mio padre.
<Torniamo a casa.> mi dice.
Annuisco.
Non vedo Charlie da nessuna parte, non è neanche all'uscita.
Chissà come ci rimarrà male quando non mi troverà.
Mi vibra il telefono ma non rispondo, mio padre potrebbe insospettirsi.
Saliamo in macchina e mi fa le solite domande di routine.
"Come stai?", "com'è andata a scuola?" e bla, bla, bla.
<Quel ragazzo ti infastidisce ancora?> chiede.
Ho un colpo al cuore.
<Come?> rido.
<Ti da fastidio? Ti perseguita?>
<Sì, come farebbe un fidanzato.>
<Emma.> sbotta.
<Papà.> ribatto.
<Non ti permetto di avere una relazione con qualcuno.>
<Ma perché?>
<Perché potrebbe farti soffrire e non voglio che ti succeda nulla di male.>
<Ma l'hai visto Charlie? Al massimo potrei farlo soffrire io.> sbotto.
<Allora fallo subito e lascialo.>