Decido di chiamarla al telefono ma non mi risponde.
Forse sta pranzando o dormendo.
Mi preparo il pranzo e dopo averlo consumato, la richiamo.
Niente.
Pazienza.
Mi sono dimenticata di chiamarla ieri.
Charlie mi ha annebbiato completamente i pensieri.
Faccio i compiti e aspetto che Mary ritorni.
Non ho nulla da fare, decido di andare da Caroline.
Ci vado con calma.
Sono un po' preoccupata.
E se le fosse successo qualcosa di brutto?
Ho un terribile presentimento, sento che sta per accadere qualcosa di orribile.
Forse sono solo paranoica.
Mi starò sbagliando sicuramente.
Suono il campanello e mi apre proprio lei.
<Caroline! Come stai?> sono sorpresa.
<Ciao, Emma. Ho la febbre.>
<Mi dispiace. Perché non mi hai risposto al telefono?>
<Era al piano di sotto e stavo dormendo. Stavo per chiamarti, comunque.>
<Charlie è partito. È a Londra.>
<Cosa?!> spalanca gli occhi.
<Eh già... Beh, ti lascio riposare.>
<Ti chiamo più tardi.>
<Okay.>
Ci salutiamo e ritorno verso casa.
Che strano.
Ero convinta che le fosse successo qualcosa di terribile.
Mi sono sbagliata davvero.
Ho ancora questo presentimento, non è finita.
Forse lo penso solo perché Charlie non c'è.
Dovrei chiamarlo?
Non credo che sia già arrivato e comunque lo farei solo preoccupare.
Non voglio che rinunci al suo viaggio per una sciocchezza.
Se lui fosse qui, mi abbraccerrebbe e mi ripeterebbe che va tutto bene, che non è niente.
Sono solo tesa per la sua partenza improvvisa.
Arrivo davanti casa e vedo Mary dall'altra parte della strada.
Sento uno strano rumore, guardo da entrambi i lati della strada e vedo una macchina arrivare a tutta velocità.
<Mary, resta lì!> le ordino ma non mi sente.
Mi vede e mi corre in contro sorridendo, attraversa goffamente la strada.
<Ciao, Emma!> mi ride.
<Mary, torna indietro!> le grido più forte che posso.
Non è arrivata neanche a metà della strada, può farcela.
Sente il clacson, si spaventa, è bloccata.
Corro da lei, più forte che posso, sono così lontana.
<Emma?> piagnucola.
