<Non mi dai fastidio.>
Ma quanto è insicuro? Dannazione.
Lo rende ancora più interessante.
Ci accompagna fino alla soglia della porta.
<Buona giornata. Ci vediamo dopo.> ci sorride.
<Anche a te.> diciamo in coro.
Prima di andarsene mi riserva un mezzo sorriso e se ne va.
Io e Caroline ci sediamo.
<Poverino.> mormora.
<Ti ricordi il discorso di ieri? Avevo ragione o no quando ti ho detto che era impossibile negargli qualcosa?>
<Avevi ragione. Mi dispiace.> mormora.
<Non fa niente.> mi sorride.
Passano le quattro ore più lunge e noiose della mia vita.
Da quando conosco Charlie la voglia di andare a scuola e di uscirne il prima possibile, è aumentata.
<Oggi mangi da me?> le chiedo mentre scendiamo le scale.
<Sì, dai. Tanto per domani non abbiamo nulla da fare, vero?>
<Esatto.>
Ci fermiamo alle macchinette.
Prendiamo due estathé e usciamo.
C'è un sacco di gente, se solo non ci fossimo fermate saremmo riuscite a salire prima di buona parte degli studenti.
I posti sono quasi tutti pieni.
Vedo Charlie guardarsi intorno disperatamente.
<Charlie.> lo chiamo.
Si volta improvvisamente, espira e mi sorride.
<Em.>
I posti dietro sono occupati.
C'è solo un posto accanto a Charlie.
<Perché oggi l'autobus è pieno?> sbuffo.
<C'è stato uno scambio culturale. La scuola brulica di francesi.> ride.
<Come facciamo?> Caroline sembra sfinita.
<Em, puoi sederti sulle mie gambe e Caroline accanto a noi.>
<Non c'è altra scelta, giusto?> sbuffo.
<No.> mi sorride.
Mette il suo zaino tra le gambe e si da due pacche sulle coscie per incitarmi a sedermi.
Mi sento in imbarazzo.
Mi siedo e mi rifiuto di guardarlo.
<Grazie, Charlie.>
<Oh, non c'è di che.>
<Grazie.> mormora Caroline sedendosi.
Si rilassa, è proprio stanca.
Ho la schiena contro le pareti del bus e Charlie decide di circondarmi con le sue braccia.
<Meglio?> mi chiede.
Annuisco.
<Puoi appoggiarti a me, se vuoi.>
Lo guardo, è ancora più bello da vicino.
<Ehm, non c'è n'è bisogno.> borbotto.
Lui mi stringe a sé e mi fa appoggiare delicatamente la testa contro il suo petto.
La sua felpa è morbidissima e profumata.
Mary Alice ha ragione, profuma di buono.
Guardo Caroline che mi fa un sorriso malizioso.
Distolgo lo sguardo.