Charlie si volta verso di me.
Mi accarezza il viso con entrambe le mani.
<Non preoccuparti. Lo supereremo.> mormora.
Si sforza di sorridermi.
Annuisco.
Mi abbraccia e inserisce il viso nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla.
Appoggia le labbra sul mio collo e mi bacia delicatamente.
<Charlie.> ringhia mio padre.
Sento il suo fiato sul mio collo quando sospira.
<Okay. Vado.> annuncia.
Mi stringe la mano finché non esce e mi guarda fino all'ultimo.
Mio padre aspetta che si allontani per iniziare a sgridarmi.
<Emma, mi fidavo di te. Non cambierai scuola ma ti porterò a scuola in macchina. Mi assicurerò che tu non riveda più quel ragazzo.>
<Ma non è giusto. Non puoi nascondermi per sempre, riuscirò a vederlo comunque.>
<Sei in punizione.>
Sento la rabbia ribollire nelle mie vene.
Non dico nulla e vado nella mia stanza.
Mi chiudo a chiave e controllo il cellulare.
Charlie mi ha già mandato un messaggio.
"Emma, come stai? Mi dispiace molto per tutto. So che è colpa mia.""Non è vero. Mio padre ha solo bisogno di tempo per accettarlo."
"Cosa? Che un ragazzo come me stia con una come te?"
"Una come me? Cosa intendi?"
"Di ragazze come te ce n'è una ogni cento anni."
"Smettila. Ha detto che mi porterà in macchina ogni giorno."
"Non ti merito. Ci possiamo vedere nell'intervallo, fuori, di nascosto."
"Va bene."
"Lotterò per te. Non mi lasci, vero?"
"No."
"Fantastico. Sei triste? Piangi?"
"Triste sì ma non piango."
"Non esserlo. Sorridi. Sei bellissima quando sorridi."
Mi metto a ridere, ho le farfalle nello stomaco.
"Sorridi anche tu."
"Quindi hai sorriso?"
"Non cambiare argomento."
"Ti vorrei qui con me, adesso."
Lo vorrei anch'io.
Parlare con lui mi consuma."Anche io."
"Ci vediamo domani? Ti scrivo comunque per darti la buonanotte."
"Sì. Ti scrivo io."
"A dopo. Se ti dimentichi mi spezzi il cuore."
"Non potrei mai dimenticarmi di te."
"Oh. Che cosa tenera. Devo andare, ciao."
Mi butto sul letto e non so se essere felice o triste.
Per una volta decido di rotolarmi nella felicità.
Chissà che cosa aveva da fare Charlie.
Forse sua madre lo sta costringendo a parlare.
È più probabile che stia studiando.
Sento bussare alla mia porta.
<Emma?> è Mary.