Capitolo 188

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Ignoro deliberatamente Charlie e inizio a inseguire Mary Alice.
Charlie inizia ad inseguirmi.
Riesco a prenderla e Charlie prende me.
Mi solleva di peso e si siede sul divano.
<Sei dimagrita? Sei troppo leggera.> mi sussurra nell'orecchio per evitare che Mary si preoccupi.
<Forse.> dico.
Lui mi bacia la fronte e mi stringe contro il suo petto.
Tento di divincolarmi leggermente ma mi tiene ben salda.
<Ciao, Emma.> dice Elena.
Charlie non mi lascia neanche per andare a salutarla.
È lei a venire da me e mi abbraccia fortissimo.
<Mamma, piano.> dice lui.
Lei annuisce e mi lascia respirare.
<Stai bene...ti trovo in gran forma anche se...mi sembri dimagrita.> dice.
<Già.> sibilo.
Mary inizia a fare i capricci perché vuole giocare ancora, così Elena decide di portarla con sé a fare la spesa.
Non appena chiudono la porta di casa, Charlie mette una mano sulla mia coscia.
Mi guarda negli occhi, in silenzio.
Sfiora ripetutamente la punta del suo naso con il mio.
<Ho avuto paura che non ti risvegliassi.> dice.
<Ho avuto paura di svegliarmi e di non trovarti accanto a me.> dico e non appena finisco la frase, mi bacia.
Interrompo il bacio perché una domanda continua a martellarmi la testa.
<Sei guarito per sempre? Non ti ammalerai più?> chiedo.
<Beh, sì. Diciamo che dovrei stare meglio, d'ora in poi. Forse.> dice dolcemente.
<Potresti ammalarti di nuovo?> chiedo.
<Sì, c'è questa possibilità ma in un futuro lontano. Molto, molto lontano.> mi sussurra.
È davvero adorabile il modo in cui cerca di indorare la pillola.
<Quindi posso stare tranquilla?>
<Certo, piccola.> dice.
Gioca con i miei capelli e mi guarda negli occhi.
Ha le pupille leggermente dilatate, mi sorride.
<Mi sei mancata da morire.> dice.
Gli do un bacio a stampo e sorride più di prima.
<Ti preparo la cena?> dice.
<Non ho fame.>
<Devi mangiare.>
<Non voglio.>
Il suo sguardo si rabbuia, sembra quasi che ce l'abbia con me.
<Ho detto che devi mangiare.> dice con più decisione.
<Va bene, va bene.> sbotto per accontentarlo.
<Non fare così.> dice.
Scendo dalle sue gambe e si alza.
<Così come?> chiedo.
<Non lo faccio per darti noia. Devi mangiare se vuoi rimetterti in sesto. Ho bisogno di te.>

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