Guardo di nuovo fuori.
Il cuore sembra volermi uscire dal petto.
La cosa che mi infastisce è che non posso fuggire.
Di solito quando si fa una figuraccia, si ha sempre l'occasione di nascondersi.
In questo caso no, lui è seduto proprio accanto a me e ora chissà che diavolo penserà.
Non che mi interessi davvero il suo pensiero in particolare, è solo che ho l'ansia che qualcuno possa pensare male di me.
La sua fermata è prima della mia.
Prende lo zaino, si alza e mi accenna un sorriso.
Un sorriso di pietà.
Finalmente scende.
Caroline si siede accanto a me.
<Allora.> sorride.
<Piantala.>
<Potresti scoprire il suo nome.>
<Non sono alla sua portata.> sbotto.
<Pessimista. Oh, devo scendere, a domani.> schizza fuori dall'autobus e ripartiamo.
Quella dopo è la mia.
Ritorno a casa.
Mary torna alle quattro e mezza ed è soltanto l'una.
Riscaldo la pizza che è avanzata da ieri sera e la mangio.
Quel ragazzo non mi esce più dalla testa.
Il mattino dopo, Caroline si siede accanto a me.
Quando quel tipo sale, si ferma a guardarla, come se le avesse ucciso il cane.
Uno sguardo davvero orribile.
Caroline è impietrita.
Poi guarda me, il suo sguardo si rilassa.
Si siede alle mie spalle.
Ha un respiro pesante, pacato.
Lo sento così vicino, mi sto sciogliendo.
Caroline mi guarda, sembra terrorizzata.
<Forse non dovevo sedermi qui.> sibila.
<Ma va. Ti siedi qui da due anni, lui da un giorno.> sbotto.
<Mmm...questa storia mi puzza.> dice con sarcasmo.
<Smettila.>
E la smette.Vorrei non pensarlo.
Non so, mi ha segnata.
Non parlo con Caroline per le prime due ore.
Suona l'intervallo e usciamo.
<Scopriamo che classe fa?>
<Per quale motivo?>
<Sono due ore che pensi a lui.> afferma convinta.
Mi fermo e la guardo storto.
<Non è assolut->
<È vero, non negarlo.> mi interrompe.
È vero.
I suoi occhi verdi mi hanno letteralmente impressionata.
Sono così espressivi.
Ma lui non mi considera e se lo fa, per lui sono solo una sfigata.
<Sembra un tipo volubile. Insomma, se gli davi fastidio, poteva spostarsi.>
<È vero.> mormoro.
Fino ad ora mi sono sempre sentita colpevole ma è vero che lui ha insistito.
